⭐⭐⭐⭐
(NASHANOKE - 2005)
Scoperto casualmente da Rodney Crowel (che gli produrrà il primo disco SOMETHIN' IN THE AIR nel 1999) il cantautore canadese Mike Younger originario di Halifax (Nova Scotia) nel 2001 si reca Memphis per farsi produrre dal celebre Jim Dickinson un nuovo disco: tuttavia qualcosa va storto e, quelle registrazioni, ancora oggi, sono sospese nel limbo di vicende legali senza apparente soluzione.
Così, nel 2005, Younger vola a New York e lì registra in totale "indipendenza" questo suo secondo disco EVERY STONE YOU THROW. Un condensato di musica d'autore in salsa rock-blues che si rivela una vera e propria sorpresa. Mike Younger ha grandi canzoni nelle corde della sua chitarra e questo è un disco assolutamente da scoprire.
Recensione tratta da IL TONNUTO 73 - Maggio 2007
di Rho Mauro
Eravamo da poco attivi con
il nostro MYSPACE del Tonnuto quando ho ricevuto la richiesta di amicizia da
parte di Mike Younger.
Il tempo di andarlo a
trovare sul suo SPACE per ascoltarne qualche canzone e già ero alla ricerca del
suo ultimo cd.
Non è stato facile
riuscire a trovare EVERY STONE YOU THROW, un po’ perché è distribuito da
un’etichetta indipendente, un po’ perché certa musica, da noi, arriva con il
contagocce o, addirittura, neanche arriva.
Grazie alla distribuzione
olandese della piccola casa discografica Nashanoke Music (ASCAP) sono riuscito
a reperirne una copia. E’ costato fatica, ma ne valeva la pena. Ormai , col
tempo, ho consolidato una buona dose di “fiuto” e l’acquisto viene effettuato
solo nella piena e totale convinzione.
Mike Younger è originario della Nova Scotia ma già da
giovane ha viaggiato parecchio attraverso le strade del suo grande paese.
Attraversando luoghi di forte influenza musicale come Nashville e New Orleans,
passando per il Canada è approdato, infine, a New York, nei paraggi del
Village. L’attrattiva che ancora oggi esercita sui giovani musicisti quel luogo
è difficile da spiegare a parole. Suonando in ogni dove, dall’angolo di strada
al più sperduto bar di periferia il nostro si è fatto le ossa ed ha affinato
appieno il suo progetto musicale.
Notevoli influenze
dichiarate sono quelle a tinte blues di Mississippi John Hurt e ancor più dello
storico Robert Johnson.
Il southern-blues è vivo e
ben presente nei suoni delle canzoni di Mike Younger; ma confinarlo lì sarebbe,
invero, troppo riduttivo. Il suono del suo ultimo disco è pieno, corposo e
maturo.
Lasciata New York city il
nostro ha poi pellegrinato ulteriormente per i vari stati americani. In
Louisiana, dove avrebbe dovuto restare una sola settimana si è fermato a vivere per cinque anni.
Da lì una serie di
incontri casuali e fortunati hanno portato nel 1999 al suo debutto discografico
con l’album SOMETHIN IN THE AIR. Il debutto è stato, come si suol dire, col
botto. Un ottimo riscontro tra passaggi radio delle sue canzoni e vendite del
disco portano Mike ad essere sempre
maggiormente considerato dal pubblico e
dagli addetti ai lavori. Ha aperto concerti di gente quotata come Nanci
Griffith e Steve Earle, dimostrando di avere classe da vendere.
Quindi il ritorno a New
York ed il passaggio dall’acustico all’elettrico, quasi come un novello Bob
Dylan (altro punto di riferimento del giovane Mike).
Riuniti i compagni di
viaggio Bob Packwood al piano, Skip Ward al basso e Louis Appel alla batteria
Mike ha gettato le basi per il suo secondo disco, appunto EVERY STONE YOU
THROW.
Trasferitosi a Nashville
con il suo gruppo di amici musicisti il disco è stato inciso in soli tre giorni
con l’ausilio e la produzione di Rob Clark, già produttore di gente com Neil
Young e Emmylou Harris.
Il nuovo lavoro di Mike
Younger è composto di 12 canzoni, per una durata complessiva di poco più di
cinquanta minuti.
Sono dodici pezzi ad alto
contenuto rock, a volte venato del giusto southern-blues che, come detto, ha fatto
parte della vita artistica di Mike.
E’ paragonabile, se
volete, ad un giovane John Mellencamp
per incedere ed intensità del cantato.
Spiccano nel gruppetto di
canzoni EVERYDAY WAR singolo di lancio di tutto il lavoro e pezzo dall’impatto
veramente ottimo.
Quindi non passa
inosservata all’attenzione del nostro orecchio KILLIN TIME, ballata dai toni
tenui ma decisi.
MAKE YOU MINE richiama
qualcosa degli esperimenti dei primi tempi dei Mink Deville.
TROUBLE CAN LAST parte in
maniera quasi crepuscolare ed è un’altra ballata ad effetto.
DEVIL’S ON THE RISE è una
delle canzoni più movimentate dell’intero lotto; vi si respirano tutte le
influenze musicali di Younger ed è un misto tra rock-blues e soul… tra New
Orleans & New York.
La canzone che trovo più
in sintonia con i miei personali gusti è SOMETHING TO BELIVE una ballad-song di
quelle da accendino in mano. Grande canzone.
Sul suo SPACE
all’indirizzo www.myspace.com/mikeyounger potrete constatare con le vostre
orecchie che razza di rocker sia questo ragazzo.
Siamo onestamente &
sinceramente fieri di essere amici & fans di Mike.
La sua musica è “sana” & bella. Giusto come piace a noi.
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