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sabato 21 novembre 2020

SARAH JAROSZ - UNDERCURRENT

 


                                                                     ⭐⭐⭐⭐⭐


(SUGAR HILL  - 2016)



Classe 1991, nata ad Austin, nel cuore del Texas, la cantautrice e polistrumentista Sarah Jarosz pubblica nel  giugno del 2016 il suo quinto album in studio: UNDERCURRENT.
L'album, un Puro Esercizio di Stile di matrice Americana, è quello della svolta per questa straordinaria e talentuosa artista.
UNDERCURRENT, infatti, vince ben due Grammy, come Best Folk Album dell'anno, e con  la canzone HOUSE OF MERCY come Best American Roots Performance, confermando, in maniera limpida, tutta la classe di questa giovane ragazza del Texas.
Sarah Jarosz, impeccabile, con il suo Stile Autentico al mandolino (che già suonava su un palco in compagnia di una Leggenda come David Grisman all'età di soli 12 anni), al banjo, e alla chitarra, propone in questi 36 minuti   di musica undici canzoni  che sono da intendere un po' come la mappa di una vita, dove a delusioni sentimentali si allacciano riflessioni e vi si trova dentro tutto quanto il "tribolare" di un'esistenza  vissuta con "sentimento".
Splendida la ballata di apertura, EARLY MORNING LIGHT con la Jarosz che, in solitudine, chitarra e voce narra di una relazione difficile che, tra dubbi e rimpianti, lascia spazio a riflessioni che ognuno di noi può declinare allaccinadole alle proprie esperienze.
La Canzone HOUSE OF MERCY che, come anzidetto, è valsa alla Jarosz un Grammy è una sorta di blues  oscuro che viaggia con  versi come  i conclusivi "Underneath that shirt you're wearin / strained muscles and a heart of stone / Double-crossing like a wild chameleon / You make me want to be alone" ( Sotto quella maglia che indossi / muscoli tesi e cuore di pietra /  traditore come un camaleonte selvaggio  / mi fai venir voglia di restare sola),  che appaiono frutto della penna di un'anima che ha sofferto e si sta liberando del veleno utilizzando la musica come una sorta di terapia.
Il tema delle "relazioni fragili" ritorna nel brano STILL LIFE dove al mandolino della Jarosz si accompagnano l'ottimo lavoro dei collaboratori Mark Schatz al basso,  Sara Watkins al violino e Aoife O'Donovan alla chitarra.
Di notevole spessore anche la canzone BACK OF MY MIND con l'ottimo lavoro di Luke Reynolds  alla pedal steel e Jedd Hughes a dar manforte con la sua chitarra a quella di Sarah.
TAKE ANOTHER TURN è un altro gioeillino acustico con la Jarosz che, sola, chitarra e voce si chiede "What does it mean to be lost ? / You can find your way on a map" (Cosa significa perdersi ? Puoi trovare la tua strada su una mappa) gettandosi a capofitto in un'altra riflessione che, abbracciando la sfera personale abbraccia tutte le nostre esistenze.
La conclusiva JACQUELINE è una canzone nata sulle rive del bacino Jacqueline Kennedy Onassis a Central Park,  dove la Jarosz, ora di casa a New York, si ritrova per riflettere sul senso delle cose della vita evocando proprio il fantasma e lo spirito  di Jacqueline in un crescendo di struggente poesia.
Con queste storie  narrate in UNDERCURRENT  Sarah Jarosz condivide vicende molto personali che ci svelano un'anima combattuta e certamente combattiva, in grado con la sua perizia lirica   e strumentale, di scavare a fondo nelle emozioni umane regalando ad ogni ascoltatore che accosterà il suo cuore al viaggio,  mappe di luoghi oscuri, certo, ma già pronti ad essere illuminati.
Magistrale.



(SARAH JAROSZ - JACQUELINE)






sabato 7 novembre 2020

POOH - 1971/1974

 


💓💓💓💓💓

(CGD - 1975)


La triste notizia della scomparsa dello storico batterista dei Pooh Stefano D'Orazio giunge in questo inizio di novembre 2020 come l'ennesima "batosta" figlia di questo maledetto anno.
Scelgo un disco da 5 cuori,  ancora prima che da 5  stelle, per commemorare e Ringraziare D'Orazio che entrò nella line-up della band proprio in quel 1971 che è il mio anno cardinale.
Questa raccolta, uscita nel 1975 e che comprende brani leggendari come PENSIERO, TANTA VOGLIA DI LEI, NOI DUE NEL MONDO E NELL'ANIMA, INFINITI NOI,  QUANDO UNA LEI VA VIA,  per citare solo i più conosciuti, mi ha accompagnato in lunghi ascolti nel corso degli anni  passati diventando una "Pietra Miliare"  nella mia personale raccolta di album musicali.
Splendide canzoni, che hanno costituito la colonna sonora di una parte importante della vita di molti di noi che siamo cresciuti a cavallo tra gli anni settanta e ottanta,  questi brani dei Pooh hanno passato indenni lo  scorrere del tempo mantendo inalterata la loro lucida e poetica visione di un mondo fatto di amore e romantica, autentica, passione.
Salutiamo un Amico e allo stesso tempo  teniamoci strette queste canzoni che sono il Ricordo di un Tempo Passato e la speranza di essere sì ... INFINITI NOI.



(POOH - INFINITI NOI)