⭐⭐⭐⭐⭐
(AUTOPRODOTTO- 2025)
E' un piacevole ritorno quello dell'amico Luca Di Martino che, giunto al suo sesto lavoro solista, celebra la sua bellissima terra natia, la Sicilia, con un album concepito e cantato nello splendido dialetto dell'isola.
U PISU DI NENTI è una raccolta di brani che celebra la "sicilianità" come modo di intendere le cose della vita.
Segue, Di Martino, una strada stupenda che ha avuto nei conterranei Franco Battiato e Pippo Pollina i suoi più celebri precursori.
Cantare le ballate di questa terra, nel suo dialetto proprio, riporta dentro le singole strofe dei ricordi vividi che si fanno immagini dalle parole, profumi, odori e sanno di una terra unica, umori che si mischiano dentro le note di queste dieci canzoni che compongono, per davvero, una sorta di "bignami" dell'isola.
Di Martino ha composto tutti i testi di questi dieci brani e poi li ha musicati con l'aiuto di Aldo Giordano che ha curato gli arrangiamenti e che, nei brani interviene con piano, fisarmonica e quanto altro necessario a santificare queste splendide liriche.
L'avevo già scritto, nella mia recensione del precedente lavoro di Luca, NON IMPORTA LA META, che questo ragazzo, classe 1987, è entrato dentro la lista dei miei preferiti, perché propone testi e musiche di qualità davvero eccelsa.
A confermare la bontà di tale lavoro vi è la lista degli amici che hanno accompagnato Luca in questi brani e che rispondono ai nomi di Carlo Muratori, celebre cantautore siciliano che presta la sua voce in TESTA O CRUCI, o di Patrizia Capizzi che duetta alla voce con Luca nel brano VINNUTU AMURI o ancora di Daniele Guastella che presta la sua voce ai brani ACCUSSI E' e SPAESATI.
Da citare anche l'ottimo il lavoro di Mauro Cottone al violoncello nei brani TESTA O CRUCI e VINNUTU AMURI.
Di Martino ha, in buona sostanza, creato un lavoro che ha nel proprio dna quella "sicilianità" che costituisce il valore aggiunto di queste canzoni.
Lo splendido lavoro nato dal quel "niente" del titolo, che è poi quel modo di dire siciliano "Chistu nenti è!" dove il niente nasconde, come ci dice Luca, tutto quello che dentro si muove nell'animo umano, tra preoccupazioni che non possono essere rivelate, perché "non è niente" che si vuol sentire rispondere chi ci chiede se c'è qualche problema. E dentro questi testi, questi brani c'è spazio per mille riflessioni e mille sensazioni.
Vi sono i NOVI MISI che rappresentano la più bella attesa dell'esistenza, e vi sono le sensazioni di PACI DI SIRA che riportano visi, momenti e gioie di un tempo lontano e passato fino a quegli SPAESATI che narrano dei movimenti demografici che pian piano spopolano i paesi del sud lasciando sempre dentro chi parte una nostalgia che nasce al momento dell'addio e non cessa mai.
E se U ME RIPARU è in sostanza la dichiarazione di amore dell'autore per la musica, in ACCUSSI E' vi sono versi di rassegnazione per gli eventi della vita che si susseguono e che in ANTURA (poco fa) si fanno riflessioni profonde sulla temporaneità che ci accompagna in ogni momento della nostra vita.
In SITI viene ripreso, da Luca, un canto popolare cantato da Rosa Balistreri "Signuruzzu chiuviti chiuviti" che è una invocazione alla pioggia e che rappresenta il problema della crisi idrica che attanaglia diverse località dell'isola.
In buona sostanza con U PISU DI NENTI Luca Di Martino ci riporta dentro i suoi ricordi personali, dentro la sua vita passata in Sicilia, dentro un altro tempo, dentro valori che sono sacri come lo è la vita.
Album di grande spessore, culturale e storico.
Strepitoso.
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