Visualizzazioni totali

sabato 16 dicembre 2023

MARCO CANTINI - ZERO MOLTIPLICA TUTTO

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(RADICI MUSIC  - 2023)


Questo album, ZERO MOLTIPLICA TUTTO  è il quarto della discografia del Cantautore fiorentino Marco Cantini.

Io ho avuto la fortuna, l'onore e il grande piacere di ascoltare i due lavori precedenti di Cantini e così l'attesa per l'ascolto di questo nuovo album era davvero tanta.

E questa attesa non è stata vana.

Cantini con ZERO MOLTIPLICA TUTTO ha chiuso una sorta di "trilogia" che era iniziata nel 2016 con SIAMO NOI QUELLI CHE ASPETTAVAMO proseguita poi nel 2018 con LA FEBBRE INCENDIARIA.

Il titolo di questo nuovo album prende lo spunto da un verso della canzone IN PARTENZA che chiudeva l'album del 2016 e, nelle intenzioni di Cantini, quel verso, quella canzone, erano l'esortazione a reagire al "sistema", a riprendersi ogni cosa sentiamo ci possa appartenere in un mondo che tende all'esclusione.

Ma quel monito, quell'esortazione sembrano trovare, in queste nuove storie una sepoltura, un azzeramento come se, da tutto quell'affannarsi per riemergere, non fosse sopravvissuto più nulla. Ma Cantini, nonostante tutto, continua nella sua ricerca di Storie e di Valori, e mette ancora una volta al centro di tutto loro, i "vinti", i "fragili" coloro che, oppressi, sono il realtà il centro dei Valori che ancora oggi sono fondamentali per il futuro di questo "povero" genere umano.

Ecco, ciò che più ammiro in questo ragazzo e nel suo mondo cantautorale  è proprio questa stupenda capacità di prendere l'ascoltatore per mano e portarlo dentro un altro mondo. Le storie che racconta Cantini, tra rimandi a personaggi storici e storici eventi  colgono sempre nel segno e, soprattutto, inducono a prendere in mano carta e penna e a segnarsi nomi di personaggi ed eventi, per andare poi ad approfondire, a cercare di capire, a conoscere. Sono canzoni, ma sono anche piccoli  trattati dai quali si imparano o si riportano alla memoria storie dimenticate ma da non dimenticare e questa è, a parere mio,  una grande, grandissima cosa. 

Delle undici canzoni che compongono ZERO MOLTIPLICA TUTTO  dieci portano la firma di Cantini per testi e musiche mentre c'è una cover di valore assoluto: CAMMINANDO E CANTANDO versione italiana della canzone brasiliana  PRA NAO DIZER QUE NAO FALEI DAS FLORES di Geraldo Vandrè, canzone scritta nel 1968 contro le brutalità della dittatura militare  che in Italia venne tradotta da Sergio Endrigo e Sergio Bardotti e che lo stesso Endrigo  cantò a Canzonissima sempre nel corso del 1968. Cantini, quando non produce in "proprio" cerca, come un moderno Diogene, canzoni che sono lì, dimenticate, nell'oblio: e rende così omaggio al padre brasiliano della canzone ma, certamente, anche ad un grande Maestro come Sergio Endrigo.

E proprio a proposito di Maestri, ad aiutare Cantini a trovare i suoni giusti per queste storie, con i suoi preziosi suggerimenti, viene nominato il "Maestro" Gianfilippo Boni, un altro ragazzo straordinario per attività artistiche, conoscenze e gusti musicali.

Nascono così le canzoni di questo disco, partendo dall'iniziale IL DECLINO che è la prima canzone del disco e, ne è anche l'ultima essendo divisa in due "suite"  diverse e che è un  omaggio allo scrittore Stefano Tassinari.

Segue la poetica MODIGLIANI nella quale Cantini immagina una lettera di commiato dello stesso Amedeo scritta all'amico Maurice Utrillo e all'amata Jeanne Hèbuterne. Il tappeto sonoro è splendido e la canzone è uno dei pezzi da 90 dell'album.

BALLON D'ESSAI  tratta il tema, sempre attuale,  degli odiatori di culture, delle prevaricazioni dei forti sui deboli, dell'ingiustizia in senso generale. 

QUELLO CHE SEGUE è un pezzo che parte lento ma dove poi,  forte,  interviene la chitarra elettrica di Riccardo Galardini a sottolineare l'allontanamento da quel senso di appartenenza che porta all'addio.

FLORA TRISTAN narra le vicende della nonna di Paul Gauguin autrice del libro MEMORIE E PEREGRINAZIONI DI UNA PARIA del 1838, e della sua lotta per la riorganizzazione pacifica della società, l'emancipazione della donna, alla ricerca di una società più giusta. Altra storia dall'importante valore etico tutta dentro una  gentile ballata con le chitarre di Galardini ancora sugli scudi.

Nel brano FIORI  c'è una riflessione sulla vita, sugli accadimenti, sulle cose che girano intorno e poi si chiudono apparentemente senza riscatto. 

MILIONARI DI LACRIME è una canzone per Pablo Neruda. Qui Cantini si misura con la Grande Poesia che, necessariamente, si scontra, ad un certo punto con la dura realtà  del mondo circostante.  E se il Poeta è stato un viaggiatore, il suo merito più grande, senza dubbio, è stato quello di spargere semi ovunque sia stato. E da quei semi è nata qualche radice e il mondo, a volte, è stato (anche se per breve tempo) un posto migliore. Ottimo Roberto Beneventi alla fisarmonica.

AVENTINO narra  la triste vicenda di un lontano passato che Cantini mette in parallelo con alcuni accadimenti del mondo odierno, dove ad ogni angolo la guerra è lì ad attenderci.

Dopo la già citata cover della canzone di Geraldo Vandrè   il disco volge al termine con il brano MADRE che è una toccante descrizione degli ultimi giorni di vita della madre del cantautore. E' una poesia di intima riflessione e di struggente bellezza che si dipana tra le gentili chitarre di Galardini e il dolce violoncello di Andrea Beninati.

La seconda e conclusiva  parte del brano IL DECLINO mette la parola fine a questo entusiasmante lavoro di Marco Cantini.

Dietro alla perfetta riuscita del disco oltre ai già citati Gianfilippo Boni  (che al disco presta anche  la sua perizia al piano), Riccardo Gilardini alle chitarre, Andrea Beninati al violoncello, Roberto Beneventi alla fisarmonica, vi è la sezione ritmica "storica" di Cantini composta da  Fabrizio Morganti alla batteria e percussioni e Lorenzo Forti al basso, quindi  Lele Fontana all'organo hammond, rhodes, piano  e altri ospiti importanti come Francesco "Fry" Moneti al violino,  Claudio Giovagnoli al sax,  Carlotta Vettori al flauto traverso, e infine  Priscilla Helena Boaretti, Silvia Conti e Serebe Benvenuti ai cori. Insomma un "parterre de Rois"  che in questo caso moltiplica per cento il valore sonoro di queste registrazioni.

Le registrazioni del disco sono tate curate da Fabrizio Simoncini presso lo studio DPoT Recording Arts di Prato e l'album è stato poi mixato da Fabrizio Morganti e Gianfilippo Boni presso lo "storico" Paso Doble Studio di Bagno a Ripoli.

Vanno citate le splendide immagini  di Gianni Dorigo che costituiscono la copertina e il retro dell'album e un plauso (sempre) a quelli di Radici Music per il packaging del disco che è in assoluto uno dei migliori in circolazione. Lavoro splendido.

Ho cercato per tempo di capire, infin, come definire Marco Cantini e il suo modo di intendere l'Arte del Cantautore. Ho trovato una definizione sola che si può ben accostare a questo ragazzo, alle sue storie, al modo sublime che ha di sceglierle, di farle proprie, di raccontarle e farle diventare così "nostre". Parti che ascolti il disco e finisci che sei più ricco, dentro, di storie, di ideali, di valori.

Per me, qui, ora e sempre, Marco Cantini sarà quel Cantautore che appellerò con l'unica definizione che ho trovato possibile: "Il Professore."

Ma attenzione: non un personaggio che si mette sul piedistallo e ti fa la lezione, bensì un uomo che si pone come un ponte verso la conoscenza, un vero insegnante.

Una persona di splendida umiltà. 

Grazie Marco.




(MARCO CANTINI - MODIGLIANI)




(MARCO CANTINI - FLORA TRISTAN)



(MARCO CANTINI - FIORI)














giovedì 7 dicembre 2023

JEFFREY MARTIN - THANK GOD WE LEFT THE GARDEN

 



⭐⭐⭐⭐⭐

(LOOSE MUSIC / FLUFF & GRAVY RECORDS - 2023)


Jeffrey Martin, da Portland, in Oregon, insegnava nelle scuole fino a qualche anno fa, ma covava dentro di sé una grande passione: la musica.
E così un giorno ha salutato con le lacrime agli occhi i suoi studenti e ha deciso di seguire la sua passione, il suo Sogno.
Nasce così, dentro un capanno costruito nel giardino di casa sua, questo splendente album dal titolo THANK GOD WE LEFT THE GARDEN.
Con una laurea in lettere e tante storie nell'anima e nella penna da raccontare a Jeffrey Martin è bastato davvero poco per mettere insieme 11 canzoni e 38 minuti  pressoché perfetti registrati volutamente come demo e divenuti poi materia prima di adamantica bellezza.
Partendo dal riferimento biblico del Giardino dell'Eden  Martin compone canzoni che indagano nel profondo l'animo umano e lasciano ad ognuno uno spazio di riflessione personale nel quale misurarsi.
Un uomo solo e la sua chitarra, i suoi pensieri a voce alta che diventano poesia allo stato puro. 
Un disco d'altri tempi, che sfugge ad ogni regola commerciale e ci regala una bellezza "pura", figlia diretta dei grandi singer-songwriter del passato: una razza in via di estinzione. 
Al progetto presta la sua chitarra elettrica in alcune tracce  Jon Neufeld che ha poi prodotto l'album con Martin occupandosi poi di mixare e masterizzare il tutto.
Canzoni da pelle d'oca come  THERE IS A TREASURE, SCULPTOR, GARDEN, RED STATION WAGON,  I DIDN'T KNOW e la conclusiva WALKING per citare le mie preferite  sono tra le cose più belle che io abbia mai sentito e, nel tempo, di canzoni ne ho sentite tante. 
Jeffrey Martin porta dentro queste canzoni e dentro le sue interpretazioni la storia della Musica D'Autore Made in U.S.A.  e pertanto scomodare paragoni con i grandi del passato può avere un senso, ma in fondo il gioco del "somiglia a ... "  è qui fine a sé stesso. 
Le canzoni di questo ragazzo sono state una meravigliosa sorpresa, un dono per il quale devo ringraziare quelli di "The Rocking Magpie" che hanno recensito l'album sul finire del novembre scorso facendomi così entrare in contatto con tanta bellezza.
Jeffrey Martin, le sue canzoni, la sua chitarra, così tanta bellezza in un disco è rara.
Semplicemente ... Grande !




(JEFFREY MARTIN - THERE IS A TREASURE)





(JEFFREY MARTIN - SCULPTOR)












sabato 11 novembre 2023

MASSIMILIANO LAROCCA - DAIMON

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(SANTERIA - LA CHUTE DISCHI / AUDIOGLOBE - 2023)


Massimiliano Larocca è, sin dai tempi del suo primo album, IL RITORNO DELLE PASSIONI, il mio "preferito". L'ho già scritto diverse volte e lo riscrivo ora.
L'amico Max, un giorno,  correva l'anno di grazia 2007, prese la macchina e da Firenze venne a Cabiate per quello che fu il nostro primo Tonnuto House Concert. 
Erano altri tempi. Chi c'era, a quel primo "artigianale" evento, ancora se lo ricorderà.
Fu il primo vero impatto con un cantautore che, si percepiva già chiaramente, aveva un talento fuori dal comune.
Ora, passati 16 anni, Max Larocca manda alle stampe il suo settimo disco.
Teneteli a mente questi numeri: 16 anni e 7 dischi.
Come nel precedente episodio, EXIT ENFER, la produzione artistica dell'album è affidata alle sapienti mani del musicista e produttore australiano Hugo Race (già membro deella band di Nick Cave and the Bad Seeds) ed il risultato è a dir poco strepitoso.
Dieci canzoni che ci portano dentro un viaggio alla ricerca del "codice dell'anima", alla ricerca del Daimon, quel "demone" che ognuno riceve come compagno di viaggio, prima della nascita secondo il mito di Er narrato da Platone. Un disco dal contenuto "profondo", un disco che viaggia a livello di spirito, di sacralità, di anima, appunto e che lascia trasparire appieno la maturità artistica di Max Larocca qui, senza ombra di dubbio, alla sua migliore opera.
Il viaggio in cerca di questo DAIMON parte con la canzone NON SAREMO PIU' GLI STESSI  che mette da subito in mostra un altro "must" di queste registrazioni, ossia la splendida voce di Federica Ottombrino al controcanto. Un valore aggiunto di notevole spessore artistico.
LA BANLIEUE è una preghiera  laica che parte con un cantato-recitato a doppia voce citando Leo Ferré per passare all'affilata chitarra che apre FATALE dove il cantato alterna versi tra italiano e inglese  sempre con il controcanto a rendere il tutto più "sacro". Questo brano è stato composto a quattro mani con la splendida Giulia Millanta, che ha molta strada percorsa in comune con Max partendo, mi sembra di ricordare dall'esterno dell'ex zoo di Firenze, ma, non vorrei sbagliare.
I GIORNI DI ALCIONE  si dipana su di un superbo  tappeto sonoro fatto di chitarra e violino rimanda al mito di Alcione figlia di Eolo e che Larocca, ha spiegato in una intervista, associa ai giorni di sole dentro l'inverno per passare a LEVIATANO che è forse il momento più "cupo" dell'album, con il rimando al terribile drago marino di biblica memoria che veste i panni di quella pandemia che ci ha fatto tanto soffrire.
Decisamente più rilassata è THE LOVE OF THE SENSES che ha un sound davvero strepitoso, aprendosi con chitarre che,  in suoni distorti,  accompagnano verso un tappeto di archi che tengono il ritmo di un pezzo cantato da Max in inglese con testo e musica scritti a quattro mani con Hugo Race.
L'ABBANDONO è un altro pezzo che Max declama quasi religiosamente recitandolo più che cantandolo, con inserti di distorsione nella voce che creano un'atmosfera densa per passare a tutt'altro genere nel samba di  NESSUN PERDUTO AMORE anche questa arricchita da canto della Ottombrino e da versi declamati in inglese che rendono intrigante l'ascolto.
La dolce e malinconica ballata L'ORA INVISIBILE, che ha anche il credito della Ottombrino nei testi,   e la delicata CUL-DE-SAC portano a compimento un viaggio che ci mostra un Max Larocca al massimo del suo splendore.
Cito lo splendido lavoro di Nicola Baronti agli arrangimenti in duo con Race  e citazione doverosa per i mucisti che suonano nel disco, partendo dalle chitarre di "Don" Antonio  Gramentieri  hanno suonato in DAIMON Roberto Villa al basso, Diego Sapignoli alla batteria, Giacomo Toni al pianoforte, Ermia Pia Castrota al violino e archi, Alice Chiari al violoncello, Matteo Sodini alle percussioni, Franco Naddei al synth.
L'album è uscito con tre diverse copertine tutte ad opera dell'artista Enrico Pantani già collaboratore di Max Larocca nel precedente lavoro EXIT ENFER. Le immagini riprodotte da Pantani si rifanno alle icone russe e alle immagini sacre della cultura toscana riprendendo la Madonna con il Bambino nel vinile e il demone alato e l'angelo custode nella versione in cd.
In conclusione di questa parte di recensione non resta che alzarsi in piedi e levare tanto di cappello di fronte a quest'opera "Musicale" così sofisticata e sorprendente.
Un tempo era "Massimiliano Massimo" ora è "Massimiliano 4.0" interconnesso con l'Universo Intero in una Musica che passa i confini del tempo.
Complimenti amico Max.



RIFLESSIONE SULLA NUMEROLOGIA ESOTERICA IN  "DAIMON"



Quando ho inserito il cd di DAIMON nel mio lettore e mi è apparsa la durata dell'album ho avuto un sobbalzo.
Pubblico qui sopra la foto.
L'album in formato cd che mi è arrivato è quello con la copertina dedicata al Demone Alato. Mentre scrivo non so se quello con l'Angelo Custode e il vinile con la Madonna e il Bambino abbiano durata differente.
Per un "ragioniere" come me, amante della numerologia, del lotto, e degli aspetti esoterici connessi e applicati a  queste vicende si è spalancata la porta di un altro DAIMON.
Non ci sono più il cantautore Massimiliano Larocca e il musicista australiano Hugo Race ma mi appaiono, ora, una sorta di Dante Alighieri che, con il suo aiutante Virgilio, dopo averci portato fuori dall'Inferno (EXIT ENFER) ci stanno portando dentro ad un altro mondo del quale alcuni persino ignorano l'esistenza.
Per chi non lo sapesse, Dante, nella Divina Commedia ha compiuto un'opera matematica unica al mondo. 33 canti per 3 cantiche e una introduzione. 9 cieli 9 come i 9 fondatori dell'ordine dei Templari.
La struttura della Commedia  è fatta da strofe composte da 3 versi. Ogni verso ha 11 sillabe sicché ogni strofa ha 33 sillabe, e ritorna il 33. Aggiungiamo poi che tutte le profezie della Divina Commedia distano tra loro 666 versi o 515 e 515 è un numero che Dante richiama come Messo inviato da Dio.
I versi totali dell'intero poema sono 14.233 la cui somma teosofica ancora riporta al 4. Numero della concretezza, dell'ordine. E tante altre sono le vicende numerologiche legate alla Commedia...
Ma tant'è.  Dante era Dante, un Genio.
Ma torniamo a Larocca e Race.
L'album dura 44 minuti e 44 secondi.
44 è il numero angelico, il numero che indica la capacità e induce la volontà di superare ogni ostacolo.
Quando lo stesso si ripete due volte, nel 4444 che ne esce,  il messaggio che l'autore (o gli autori in questo caso) ti vogliono mandare appare subito chiaro: questi angeli vogliono entrare in contatto con te.
Insomma, a mio parere  Larocca e Race, hanno mandato un messaggio cifrato attraverso la  durata del disco e pochi, forse nessuno, se n'è accorto.
Ciò che in assoluto è affascinante è che nella somma teosofica del 4444  (4+4+4+4  uguale 16  1+6 uguale 7)  ritorna quel 7 che è esattamente il numero che DAIMON ha nella discografia di Larocca come sopra ho già scritto. E se gli anni che ci separano dal nostro House Concert del 2007  (ancora un sette) sono 16 ritorna nella somma teosofica questo 7 che in numerologia rappresenta la ricerca della verità e la scoperta del reale.
Siccome nella numerologia esoterica nulla è casuale faccio nota, a chi sarà arrivato fin qui a leggere, che il giorno 20 ottobre 2023, allorché Massimiliano Larocca ha presentato il disco in quel di Firenze, nell'estrazione del lotto di quella stessa sera, sulla ruota di Firenze, in quarta posizione, è stato estratto il numero  44. Una casualità che nella logica "massonico-numerologico-esoterica"  ha una sua precisa valenza. Un discorso di Fratellanza ad alto "Livello".
Nella numerologia astrologica, poi, il numero 44 è particolarmente indicato come numero da mettere in gioco nel lotto nel periodo che intercorre tra l'11 aprile e il  19 aprile, sarà un caso ma il nostro Max Larocca è nato proprio in aprile e proprio in quei giorni (il 12 per la precisione).
Infine, non sarà un caso nemmeno questo,  sia Larocca che Race hanno in comune il risultato teosofico della somma della loro data di nascita: per entrambi un 30 che identifica la "creatività" ed è propria di persone che hanno un forte flusso energetico.
Di Hugo Race mi è rimasto impresso un passaggio letto sulla sua pagina Facebook dove raccontava della melatonina, della ghiandola pineale in un intervento  "illuminante" che sarà passato inosservato a tanti, molti, quasi tutti, ma che ho colto al volo in quello spirito con cui Giancarlo Rosati definì la melatonina "l'ormone degli dei". 
Chiudo qui, nella (quasi) certezza che Massimiliano Larocca e Hugo Race siano, oggi, due "moderni" Templari. 
Gente una spanna sopra. 
Tutti.



(MASSIMILIANO LAROCCA PRESENTA "DAIMON")
Tratto dalla pagina YOUTUBE di INTOSCANA.IT



(MASSIMILIANO LAROCCA - THE LOVE OF THE SENSES)















martedì 31 ottobre 2023

JESSE DENATALE - THE HANDS OF TIME

 



⭐⭐⭐⭐⭐

(Blue Arrow Records - 2023)



«Ho sempre voluto scrivere un disco dove tutto accade d’estate e credo che questo lo sia.Per quanto posso ricordare, per la più parte della mia infanzia mi sono sentito un orfano. Non che lo fossi, ma mi sembrava proprio di esserlo. Eravamo solo io e la radio. La radio era tutto ciò di cui avevo bisogno. Mi ha insegnato praticamente tutto quello che mi serviva sapere: come pensare, come sentire, come ballare, lavorare e amare.».

Jesse DeNatale


Questa dichiarazione di intenti rappresenta il motto al quale il cantautore americano Jesse DeNatale si è ispirato per comporre le dieci splendide canzoni che compongono il suo ultimo disco THE HANDS OF TIME.
Un disco di strabordante bellezza.
Un disco solare.
Un disco stellare.
Non conoscevo DeNatale e devo ringraziare, col cuore, la mia amica Irene Sparacello che mi ha introdotto alla musica di Jesse. 
Sono bastati pochi ascolti per farlo entrare, di diritto, nella lista  dei miei preferiti.
DeNatale è un Cantautore  davvero strepitoso, un essere umano "speciale", un Illuminato,  in grado di tratteggiare, nel giro di pochi versi e qualche nota,  un mondo decisamente migliore che si apre a tutti quelli che, avranno la fortuna di avvicinarsi al suo verbo.
Ispirato dalla bello e dal brutto  che ci circonda in ogni attimo della nostra vita Jesse DeNatale, con una semplicità disarmante,  tratteggia nei suoi versi il "senso della vita",  molto profondo, molto umano, molto "nostro" che,  si può capire,  sia stato affinato  con lo scorrere del tempo.
Di questo album è splendido tutto,  partendo dalla solare  copertina, con quella giostra, "le catene" anche detta (più volgarmente) "calci-in-culo" che in un contesto assolato richiama proprio quel tempo della nostra gioventù, l'estate, quel tempo che da sempre è stato deputato a momento in cui "...se deve accadere ... accadrà in estate" .
Sin dall'iniziale RIGHT BEFORE MY EYES la poetica visione di DeNatale si apre come un fiore ai nostri occhi, la voce dolce e pacata di Jesse si accompagna alla sua chitarra e al suo  piano con l'ottimo lavoro di Nino Moschella (che ha co-prodotto il disco con Jesse) alle percussioni e di Alise Rose al violino.
Molto bello il viaggio metaforico che Jesse ha tratteggiato in SWEET ARRIVAL,  mentre in WHERE I AM  ci sono ricordi di diversi momenti del passato con la radio (molto amata da Jesse)  che in sottofondo segna anch'essa lo scorrere del tempo, con l'ottimo lavoro di Tom Heyman alla chitarra elettrica e Paul Olguin al basso.
In THE HAT SHOP  c'è il ricordo di un vecchio amico scomparso ma è in LOVE IS  che ho trovato una perfetta coincidenza "astrale" tra quanto cantato da DeNatale e la mia personale vicenda umana là dove  andai a suggellare la mia vita sentimentale con quella ragazza che oggi è mia moglie nel lontano luglio 1994, sì, proprio in estate ... "And out of everything that you ever do / This is what will make you shine / Finding the one who undestrands / There in the summertime".  Così quando ho udito questi versi, nel contesto di questa canzone, di questo disco, ho capito che Jesse DeNatale è un mio "fratello" nel senso più letterale del termine. Un Uomo illuminato che riesce a illuminare con i suoi versi la nostra via.
STREETS OF SORROWS  tratteggia a tinte fosche un mondo, il nostro, quello contemporaneo dove il dolore ci accompagna in ogni dove, ma anche lì, in fondo alla disperazione e alle lacrime c'è un orizzonte d'estate, di sole.
DeNatale prende posizione contro il proliferare delle armi e delle conseguenti frequenti stragi che sono un autentico flagello negli Usa con la canzone STOP THIS WORLD.
Il rapporto con il tempo che passa e quello che lascia, e quello che porta via, i ricordi, il potere della memoria, è tutto dentro THE HANDS OF TIME, una canzone che, letteralmente, si lascia "stringere tra le mani". Magica Poesia.
Nel dolore del trovarsi al capezzale di un familiare giunto alla fine del suo cammino terreno Jesse DeNatale ha tratto ispirazione per  la canzone STATION  MASTER  pura  "Poesia" messa in musica nella quale l'allegoria del treno che passa e del saluto al capostazione mettono la parola fine al viaggio terreno ma lasciano aperta la via per la destinazione finale.
La chiusura dell'album è affidata alla splendida LATE SEPTEMBER che si avvale del  maiuscolo contributo dei The Zemlinsky Quartet per creare un tappeto sonoro  strepitoso. DeNatale arrivato alla fine del "viaggio" estivo raccoglie tutti i ricordi del "bel tempo passato" e salendo sulla "collina" della vita arriva a contemplare una grande luce e la abbraccia diventandone parte e fluttuando nel cielo come una cosa sola come quell'atto che descrisse bene John Gillespie Magee Jr. nella sua poesia IL VOLO  "(...) e percorrendo spazi inviolati di paradiso / la mano ho messo fuori / e di Dio ho sfiorato il viso".
Così, giunto  alla fine di questo disco,  lo si può a ragion veduta, e senza tema di smentita, definire un autentico capolavoro.
Jesse DeNatale è sicuramente dotato di una sensibilità superiore alla norma e tale da renderlo un vero e proprio Dottore dell'Anima. 
Una persona che narra le cose della vita, in maniera semplice, ma mai banale.
Abbiamo bisogno di questa musica, di questo uomo, di questa luce perché davvero ci dona una prospettiva diversa, migliore, ci riporta in ogni istante a quel tempo lì,  essenziale per ognuno di noi: il tempo dell'estate.
Che Dio ti benedica Jesse DeNatale. 



(JESSE DENATALE - RIGHT BEFORE MY EYES)




(JESSE DENATALE - THE HANDS OF TIME)




(JESSE DENATALE - LATE SEPTEMBER)















 

sabato 21 ottobre 2023

DAVIDE VAN DE SFROOS - MANOGLIA

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(BMG- 2023)

C'era un tempo, si era alla fine degli anni novanta, in cui correvamo dietro le ballate di Davide Van De Sfroos con tutta la spensieratezza che la vita ci riservava in quell'età lì.
Si ballava e si cantava sulle note de LA CURRIERA, CYBERFOLK, LA BALERA e ci si fermava a contemplare la bellezza della poesia del nostro che letteralmente esplodeva all'ascolto di pezzi come NINNA  NANNA DEL CONTRABBANDIERE,   BREVA E TIVAN, EL VEENT fino al ricordo di quelle note tratte da IL FIGLIO DEL GUGLIELMO TELL che il "nostro" Paolino suonò con l'organo della chiesa vecchia qui a Cabiate a chiusura della celebrazione del nostro matrimonio.
A distanza di quasi un quarto di secolo da quel tempo lì,  quando  Davide Van De Sfroos ci portava a spasso per i luoghi a lui più cari facendoci guidare da  EL FANTASMA DEL LAAGH il cantautore laghee mette insieme in queste canzoni che compongono il suo nuovo album, MANOGLIA, alcuni dei suoi ricordi più cari, alcuni dei suo "fantasmi".
Le undici canzoni del disco, nei suoi 43 minuti e rotti di durata,  propongono tematiche che sono sempre state care a Davide, dai ricordi dei personaggi del suo passato, al mistero della vita e l'intreccio con la natura, i luoghi sul lago, il tempo che passa e le foglie che cadono diventano tutti temi per appassionate riflessioni sulla vita.
Ha sempre avuto uno straordinario e visionario potere poetico lo stile di scrittura di De Sfroos ma si percepisce chiaro, all'attento ascolto di queste nuove canzoni,  che  questo potere si è fatto maggiormente raffinato. 
Alcune di queste "gemme" che sono presenti nel disco, e cito  ANKAINKOO, CRISALIDE (LE ALI DEL FALCO), EL MEKANIK, FOGLIE AL VENTO,  arrivano a toccare nel profondo la nostra anima. 
Sono poesie contemporanee, sono opere letterarie che, musicate in maniera sublime, elevano l'anima di chi le ascolta. 
In questo passaggio della sua vita trovo Davide Van De Sfroos molto vicino, per scrittura e sentimento, ad un altro straordinario "Cantautore-Poeta" contemporaneo,  il friulano Luigi "Gigi" Maieron: questi due autentici "Maestri" sono partiti entrambi dai loro dialetti, dalle storie dei loro paesi, delle loro genti, della loro vita quotidiana e là dove qualcuno avrebbe lasciato perdere perché nel cantare in dialetto ci potrebbe essere un "limite" di comprensione (e anche di mercato)  loro hanno continuato per la loro via regalando poesia e luce in un mondo volgare, rozzo e in tempi decisamente scuri.
Ho letto bellissime interviste e recensioni di questo MANOGLIA e cito quelle della mia amica Laura Bianchi che ha (da sempre) maggiormente sostenuto  De Sfroos e le sue canzoni invitandovi ad andare a leggerle al seguente link:
Io, da par mio, mi fermo sotto la MANOGLIA e ne contemplo la bellezza.
Cadranno le "altre foglie",  mentre questa resterà sempre verde.
Viva De Sfroos.



(DAVIDE VAN DE SFROOS - MANOGLIA)






 




sabato 30 settembre 2023

MASSIMILIANO CRANCHI - UN POSTO DOVE STARE

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(HAPPENSTANCE  RECORDS NEW MODEL LABEL  - 2023)


Un Disco da Premio Tenco.
UN POSTO DOVE STARE è  un disco Strepitoso. 
Si tratta del sesto disco del cantautore mantovano Massimiliano Cranchi e io, non so come, mi sono perso tutta la sua storia fino a qui. 
L'ho scoperto la scorsa settimana, questo Cantautore,  ed è stato subito "Amore".
Cranchi, classe 1982, è un Cantautore di quelli Veri, degno eredi dei più Grandi.
Nella sua biografia ho letto che, nel 2013, Cranchi e la sua banda  furono  ospiti al Tenco per la serata finale con l'album allora appena pubblicato VOLEVAMO UCCIDERE IL RE ed è evidente che, allora, il DNA da fuoriclasse di Massimiliano avesse già fatto colpo su qualche "eminenza grigia" del festival canoro.
Ora, a distanza di 11 anni, sarebbe il caso che qualcuno si prendesse la briga di riportarlo al Tenco questo Artista e la sua Band con questo album, altrimenti, amici del Premio,   "rottamatelo"  questo  Tenco se ignora  prodotti "culturali" di questo specifico spessore.
UN POSTO DOVE STARE  si compone di undici tracce spalmante su quasi 33 minuti di musica. Due tracce sono strumentali, l'iniziale ESTIA e NE HO VISTI TROPPI COME VOI,  e il filo conduttore dell'album, registrato nella primavera 2020 (quella del lockdown che nessuno di noi potrà mai dimenticare) è un viaggio che, partendo da PLAZA DORREGO a Buenos Aires, ci porta in giro per il mondo partendo da un campo di calcio impolverato a Rosario, sempre in Argentina, nei pressi del quale Cranchi ci narra nel brano LA LEGGENDA DEL TRINCHE  delle gesta sportive e non di  Tomas Felipe Carlovich calciatore che se non fosse realmente esistito sarebbe sicuramente uscito fuori da un libro del grande Osvaldo Soriano.
In CONIGLI ispirata da  "Uomini e topi" di John Steinbeck il viaggio di Cranchi fa tappa nei luoghi familiari al nostro che mischia ai riferimenti letterari ricordi della sua infanzia. Poetica.
NETTUNO è una canzone di forte impegno sociale sul tema dell'immigrazione: in questo brano Cranchi trae spunto dai pensieri di Billy Pilgrim da "Mattatoio n. 5" di Kurt Vonnegut  dimostrando di avere, oltre ad   un penna ispirata,  una conoscenza letteraria di ottima levatura.
E questo patrimonio di conoscenza,  che fa di Cranchi un Cantautore altamente ispirato,  la si ritrova nel brano  LA CASA DI BORGES, che rimanda al  racconto  "La casa di Asterione" dell'argentino Jorge Luis Borges. La storia del  Minotauro diventa, per Cranchi, un'indagine sul caso della sindrome di Hikikomori e della condizione di "solitudine" per scelta che affligge una moltitudine di ragazzi dell'epoca moderna.
In STARI MOST e nella successiva UOVA AL TEGAMINO / GIOVEDI'  si narra della guerra, dei Balcani con l'abbattimento dell'omonimo ponte a Mostar nel primo brano e della seconda guerra mondiale vista con gli occhi dei nonni nel secondo.
E' assolutamente ipnotica la canzone OGNI GIORNO che ha in quel mantra "Ti amo ogni giorno di meno / ti amo ogni giorno di meno" uno di quei "refrain" che l'ascolti e tre secondi dopo ce l'hai già nella mente e lo ripeti, a tua volta, vinto più che mai dal geniale e ipnotico cantato del Cranchi. Spettacolare.
A chiudere l'album  in maniera più che degna è la "bucolica"  FELONICA, ossia la cittadina dove Massimilano Cranchi vive e che, grazie ai versi di questo Cantautore, avrà  per sempre un proprio spazio nel Mondo della Musica d'Autore made in Italy.
Detto che di questo disco è splendido tutto, a partire dalla copertina, con la Fotografia "Anemica" ad opera di Stefano Tassi, non resta che alzarsi in piedi e tributare una dovuta standing ovation a Massimiliano Cranchi e  Marco Degli Esposti (che con Cranchi ha prodotto il disco) per la realizzazione di questo album.
UN POSTO DOVE STARE è un disco prezioso  che,  ascolto dopo ascolto, cresce in maniera esponenziale mettendo in luce tutta la straordinaria abilità di Massimiliano Cranchi. Un Grande. Vero.



(MASSIMILIANO CRANCHI - FELONICA)



(MASSIMILIANO CRANCHI - OGNI GIORNO)




(MASSIMILIANO CRANCHI - LA CASA DI BORGES)







 










sabato 16 settembre 2023

JOHN MELLENCAMP - ORPHEUS DESCENDING

 



⭐⭐⭐⭐⭐

(REPUBLIC RECORDS  - 2023)


Avrebbe potuto godere della stessa fama di Bruce Springsteen,   John "Cougar" Mellencamp, estroso cantautore nativo di Seymour nell'Indiana, ed invece è sempre rimasto, per popolarità e vendite,  un passo indietro al "Boss".
Giunto alla soglia delle 72 primavere Mellencamp  manda alle stampe, con questo ORPHEUS DESCENDING, il suo  ventinovesimo album in studio.
Un disco bello, a tratti bellissimo, nel quale il rocker dell'Indiana ritorna ad atmosfere in gran parte acustiche e che, grazie al ritorno dello splendido violino di Lisa Germano, si fa ascoltare più volte sempre con grande piacere.
Mellencamp trae ispirazione dal Mito di Orfeo e ci porta dentro la sua visione dell'America.
Punta il dito contro i produttori e distributori di armi nell'invettiva dell'inziale HEY GOD  quindi molla uno schiaffo in faccia al "Sogno Americano" nella successiva THE EYES OF PORTLAND dove i protagonisti sono quei senzatetto, diseredati del mondo, in favore dei quali il nostro spende parole che inducono a una sempre utile riflessione.
Il punto più alto del disco, a mio giudizio si tocca con il brano UNDERSTATED REVERENCE, splendida ballata per piano e voce,  che ci porta con riverenza al "giorno del giudizio"    ma subito prima, nella canzone che titola l'album, Mellencamp traccia le coordinate della sua esistenza e la canzone si chiude con versi  come "Se c'è una volontà / ci deve essere il modo /  Se c'è una volontà / C'è sempre un fottuto modo "  che lasciano intendere una  chiara determinazione.
Mellencamp canta tutta l'ingiustizia del mondo in AMEN dove i versi "Ci sono donne che hanno sofferto / per mani di molti uomini /  Ci sono persone che si sono disonorate / Tenendo la testa sotto la sabbia"  suonano come un atto di accusa al quale la parola "amen" appare un atto di resa che riappare nella canzone THE SO-CALLED FREE.
Si parla di amore e di amare in  THE KINDNESS OF LOVERS, di un mondo (quasi) perfetto in PERFECT WORLD e sono valide canzoni anche ONE MORE TRICK e LIGHTNINH AND LUCK ... ma è il  gran finale uno dei pezzi forti di questo album: il brano BACKBONE  rappresenta una sorta di dichiarazione di intento per quel tempo che resta da vivere, per il cammino che resta da fare. Mellencamp ragiona sull'invecchiare e sul tempo che resta ... e conclude con versi splendenti: "Quindi cercherò di essere migliore / nel tempo che mi resta".
Mellencamp rappresenta, oggi, uno dei più degni cantori della storia americana, una penna straordinaria prestata alla causa ...  
Uno tutto di Un Pezzo.



(JOHN MELLENCAMP - UNDERSTATED REVERENCE)














 

sabato 9 settembre 2023

GOV'T MULE - PEACE ... LIKE A RIVER

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(FANTASY RECORDS  - 2023)

Metro della vita alla  mano, più si allungano gli anni e più si accorcia la lista degli ascolti "graditi", così che la selezione degli ascolti diventa naturale.
Nella lista dei favoriti restano sempre questi  MULI GOVERNATIVI  capitanati da Warren Haynes che poi, per il sottoscritto, rappresentano il rock più "duro" che riesca a tollerare.
In questo nuovo episodio della loro prolifica discografia Haynes & soci mettono sul piatto dodici nuove canzoni, settantasei minuti di ottima musica.
Formazione consolidata con Haynes chitarra e voce, Matt Abts alla batteria, Danny Louis alle tastiere e Jorgen Carlsson al basso.
La miscela che compone il corpo di questo nuovo disco parte dal "classico rock-blues"  dei Muli per poi spaziare a tutto campo dal jazz al soul, con inserimenti e contributi di ospiti di primo ordine come   Billy F. Gibbons degli ZZ -TOP che presta il suo contributo al brano SHAKE  OUR WAY OUT,  poi ancora Ivan Neville  e  Ruthie Foster alle voci in DREAMING OUT LOUD rendono merito ad un testo che Warren Haynes ha steso ispirandosi a temi universali e senza tempo e citando, tra gli altri, Gandhi, Martin Luther King  Jr.  tanto per ribadire che il rock, declinato nella visione dei MULI GOVERNATIVI è un linguaggio universale.
Cito ancora la collaborazione di Celisse che presta la sua splendida voce al brano JUST ACROSS THE RIVER  e Billy Bob Thornton che presta la voce al brano THE RIVER ONLY FLOWS ONE WAY.
Vi sono poi molteplici contributi ai fiati, sax, tromba e trombone che contribuiscono alle resa finale di un disco che è davvero molto bello, musicalmente variegato e suonato come Dio comanda.
Segnalo,  in conclusione, nel brano YOUR ONLY FRIEND  il mio brano preferito e consiglio all'amico Claudio (che ho incontrato un giorno fuori da una tabaccheria del paese)  l'ascolto di questo disco ... non saranno i LED ZEPPELIN o i GRATEFUL DEAD di Jerry Garcia ma, i MULI GOVERNATIVI  sono, oggi come oggi, una delle migliori band in circolazione. 
Ascoltare per credere.



(GOV'T MULE - YUOR ONLY FRIEND)









sabato 24 giugno 2023

CHANNING WILSON - DEAD MAN

 




 ⭐⭐⭐⭐⭐

(OL'DOG RECORDS  - 2023)


Ad eleggere questo album di (splendente) country rock a disco dell'anno 2023  basterebbe , a titolo puramente personale, la traccia numero 3  dall'inequivocabile titolo  BEER  FOR BREAKFAST:  una sorta di "manifesto elettorale" che mi trova pienamente concorde con l'autore, Channing Wilson.
Arriva dalla Georgia Channing Wilson e, come pienamente testimoniato dalla foto di copertina, i suoi stivali di strada ne hanno fatta  davvero tanta per arrivare fino a qui, a questo anno di Grazia 2023 che ci consegna questo suo secondo album in studi: DEAD MAN.
Il suo primo album CHANNING WILSON uscito ormai parecchi anni fa l'aveva fatto conoscere nell'ambiente della country music in quel di Nashville e gli aveva consentito di  vedere le sue canzoni cantate da altri cantanti. Ma si era fermato lì, senza varcare i confini dell'America.
Il salto di qualità arriva ora, con l'incontro con Dave Cobb, uno dei più importanti e influenti produttori musicali degli interi Stati Uniti.
Nasce così questo secondo album di Channing Wilson, con lo stesso Dave Cobb a suonare le chitarre con lui nel disco, con Chris Powell alle percussioni,  Brian Allen al basso, Leroy Powell alla chitarra elettrica, armonica e pedal steel, Mike Webb e Philip Towns al piano e Kristen Rogers ai cori.
Dieci canzoni, 33 minuti di puro e incontaminato Country-Rock contemporaneo.
Canzoni da mandare a memoria come l'inziale DRINK THAT SONG, la già citata BEER FOR BREAKFAST,  DEAD MAN WALKING e via lungo una serie di canzoni che conquistano al primo ascolto.
L'anima  romantica di Channing Wilson trapela in una delle più belle canzoni del disco, TRYING TO WRITE A SONG che è anche la traccia finale di un album che lascerà un segno indelebile nel mio percorso di ascolto di questo 2023  e che segna un primo importante traguardo per questo stupendo cantautore.
Uno che di strada e di gavetta ne ha fatta davvero tanta ma che, adesso, si gode la pace di un buon sigaro e di un sano bicchierino di whiskey ...  alla salute del Mondo intero.



(BEER FOR BREAKFAST - CHANNING WILSON)




(TRYING TO WRITE A SONG - CHANNING WILSON)










sabato 3 giugno 2023

CESARE CREMONINI - CREMONINI 2C2C THE BEST OF

 


 ⭐⭐⭐⭐⭐

(UNIVERSAL  RECORDS  - 2019)


Ammetto, in premessa, di non essere mai stato un grande fan di Cremonini del quale, devo dire, conoscevo il "minimo sindacale" appreso in uscita dal furore dell'epoca "Lunapop".
Per noia e, devo dire, colpevole trascuratezza, non ho mai approfondito l'artista e le sue canzoni nel periodo successivo a quell'exploit di fine millennio con Squérez.
Devo dire allora grazie al caso che mi ha portato all'ascolto (prolungato)  di questo corposo cofanetto contenente ben sei  dischetti che, devo confessare, mi hanno fatto piacere assai.
Questa mole di materiale sonoro (seppur con alcune ovvie duplicazioni)  mi ha consentito di recuperare gran parte del percorso artistico di Cremonini mettendomi in condizione di poter godere assai  delle poetiche ballate di questo Artista.
La forza di Cremonini mi è apparsa in tutta la sua maestosa potenza durante i ripetuti ascolti del dischetto n.3, quello solo piano e voce.
Nella solitudine del rapporto strumento-liriche-voce senza altri edulcoranti è apparsa chiara la visione musicale di questo Ragazzo che ha messo insieme liriche davvero potenti che, accompagnate da un tappeto sonoro essenziale e delicato  sussurrano al cuore dell'ascoltatore attento.
Io, come un moderno Diogene  con la Lanterna sempre alla ricerca di Buona Musica a volte,  dico a me stesso, ho forse cercato anche troppo a fondo ...
Bastava ascoltare VIENI A VEDERE PERCHE'  per solo piano a voce per capire quanto di bello vi era dentro la penna e la musica di questo Ragazzo.
Ma il bello della mia "Vita Musicale" è che sono sempre curioso e così puoi ignorare il bello "musicale"  che ti circonda per un paio di decenni buoni salvo poi poter trovare un cofanetto come "2C2C"  che, in qualche ora di attento ascolto, ti porta a pareggiare i conti con passato.
Viva Cremonini ... anche se è vero che, nel frattempo,  "... Baggio non gioca più."



(VIENI A VEDERE PERCHE'  - LIVE - UNA NOTTE A SAN SIRO 2018)











domenica 30 aprile 2023

FRANCESCO BACCINI - ARCHI E FRECCE

 



 ⭐⭐⭐⭐⭐

(INCIPIT  RECORDS  - 2023)


Francesco Baccini di frecce al suo arco ne ha una miriade.
Tante, almeno quante, sono le sue canzoni, composte in  questi trentaquattro anni di carriera.
In questo anno di Grazia 2023, a distanza di sei anni dal suo ultimo lavoro in studio,  CHEWING GUM BLUES  registrato con Sergio Caputo sul finire del 2017 sotto la "bandiera" di "The Swing Brothers", Baccini ritorna in studio di registrazione e, piano e voce,  manda alle stampe questo ARCHI E FRECCE che è uno di quei dischi da 5 stelle, confermato 5,  che  per brevità puoi chiamare CAPOLAVORO.
Baccini  ha colto dal suo song-book  15 canzoni tra le più belle, le ha spogliate della loro veste originaria e, grazie allo splendido lavoro in fase di arrangiamento a cura di Michele Cusato, unitamente al quartetto d'archi tutto al femminile  "ALTER ECHO STRING QUARTET", le ha rivestite di nuovo  donando, così, ad esse una nuova vita.
Seguo Francesco Baccini da quel lontano 1990 nel corso del quale il cantautore diede alle stampe  quel magistrale album dal titolo IL PIANOFORTE  NON E' IL MIO FORTE.
Andai,  a quel punto,  a recuperare anche il suo primo lavoro, datato 1989, CARTOONS e subito nacque questo amore sincero per le canzoni "dolci-amare" di Baccini.
Canzoni dal forte impatto emotivo e che, anche negli episodi più scanzonati, regalano sempre più di uno spunto di riflessione.
E poi, particolare di primaria importanza ...  Baccini era, in quel tempo lì, il portiere della Nazionale dei Cantanti, e mai spirito più affine al mio si potrebbe trovare nelle parole canzoni e portiere.
Anni addietro ho dedicato un post al "Baccini - Portiere" che potete andare a leggere qui, se avete voglia: http://allafinedelprimotempo.blogspot.com/2015/05/francesco-baccini-il-portiere-cantautore.html e l'ho segnalato al mio grande amico spagnolo Javier Sanz che, da quel di Madrid,  ha inserito Francesco nel suo libro ELOGIO  DEL GUARDAMETA che il quotidiano  El Pais, dalle sue pagine nel luglio del 2021,  ha osannato come libro capolavoro dedicato ai portieri di tutto il mondo e di ogni epoca.
Dopo l'esordio del 1989 con la Targa Tenco vinta come miglior opera prima per l'album CARTOONS arrivarono per Baccini anni d'oro: quelli delle copertine su Sorrisi e Canzoni Tv tra le quali, memorabili, in particolare,  quelle in occasione  dell'uscita di NOMI E COGNOMI della primavera 1992 o, ancor più quella dell'autunno 1999 in tandem con Bobo Vieri all'epoca del video di BALLATA DI UN RAGAZZO QUALUNQUE dall'album NOSTRA SIGNORA DEGLI AUTOGRILL.
Vi è sempre stata coerenza nella penna di Baccini e, se da un lato ciò ne ha sempre decretato l'assoluta onestà intellettuale, dall'altro lato, ne ha fatto un personaggio scomodo, come quello che, additando i difetti di molti, si crea molti nemici.
E così, col tempo, una sorta di "ostracismo" nostrano, l'ha sempre più relegato nel "limbo" di quelli "scomodi", che, proprio perché non le mandano a dire, beh. è meglio non starli ad ascoltare.
Sono passati gli anni e, oggi, nel pieno della primavera 2023 le canzoni del nostro "SuperBacc" sono  rifiorite in queste spettacolari registrazioni e aspettano solo che orecchie attente e cuori pronti le lascino scorrere dentro di sé,
ARCHI E FRECCE si compone di 19 tracce: oltre alle 15 canzoni delle quali accennavo sopra, ci sono due strumentali, a cura delle ALTER ECHO, INTRO e OUTRO,  in apertura e chiusura del disco e due inediti assoluti composti da Baccini per l'occasione, L'EQUILIBRISTA e IL SIGNORE DELLA NOTTE.
La Track-list completa dell'album è la seguente:  

1.Intro
2.Navigante di te
3.L'equilibrista
4.Il signore della notte
5.Senza gravità
6.Berenice
7.Una notte di neve
8.Genova Blues
9.In fuga
10.Fotomodelle
11.Magnetico
12.Mani di forbice
13.Ho voglia di innamorarmi
14.Ottocento
15.Ti amo e non lo sai
16.Le donne di Modena
17.Shrek alleluia
18.Sotto questo sole
19.Outro


Per chi, come il sottoscritto, ha tutti quanti gli album di Baccini nel proprio "bagaglio musicale"  di base, non serve dire che queste canzoni, (tra le migliori del "nostro") vestite di nuovo, suonano oggi ancora meglio che nella versione originale dell'allora, cioè di quel  Bel Tempo che Fu, ivi comprese quelle super-hit, come LE DONNE DI MODENA (per dirne una)  che nella nuova versione suonano splendenti come mai.
Sarebbe bello trovare queste canzoni nelle playlist  di qualche giovane e nuovo fans, perché, davvero, queste canzoni suonano "senza tempo", trattando di argomenti che,  per mezzo delle righe vergate dalla penna di Baccini raccontano della vita, di tutti noi, di Genova e del Maestro Faber,  degli Eroi  (Pantani ne LA FUGA) e così via facendosi voce di un modo di "sentire" le cose della vita che è proprio del Cantautore.
Nota di merito assoluto per queste registrazioni vanno accreditate  a Michele Cusato che oltre a curare gli arrangiamenti del disco ne ha,  in proprio,  suonato le chitarre.
Di Marta Taddei (primo violino), Noemi Kamaras (secondo violino), Roberta Ardito (viola), e Rachele Rebaudengo (violoncello) ossia le splendide componenti dell'ALTER ECHO STRING QUARTET  valga, come biglietto da visita, la lista di "celebri" collaborazioni che partendo dai Pooh, proseguono con Bocelli, Sting, De Gregori, Baustelle, PFM e via via molti altri in una lista che è giusto lì per intendere che  queste ragazze hanno perizia e capacità ben oltre la norma e delle quali potete trovare ogni informazioni sul loro sito https://www.alterecho.net/.
In conclusione devo ammettere di aver ascoltato le canzoni, oggetto di questa recensione,  dalla piattaforma di Spotify, nel mentre sono  in attesa di vedermi consegnato il mio amato supporto fisico che è in arrivo nei prossimi giorni  perché per me, personalmente, vale sempre, anche in questo caso, quella regola d'oro per cui, per certe opere  occorre dire ...  "BUY, DON'T SPOTIFY".
L'ascolto di ARCHI E FRECCE, per me, è  stata una sorta di reunion con un pezzo di quello che Chris Claremont,  nell'ormai lontanissimo 1981,  (sceneggiando il fumetto americano degli X-MEN) definì "giorni di un futuro passato" per intendere che sì, sono  canzoni che arrivano da un lontano passato,  ma che erano già "futuro" in quei giorni di  allora ...
Grande Bacc. 
Un Gigante della Musica D'Autore Made in Italy.
Sempre.



(FRANCESCO BACCINI - L'EQUILIBRISTA)

(FRANCESCO BACCINI - UNA NOTTE DI NEVE)

(FRANCESCO BACCINI - IN FUGA)