⭐⭐⭐⭐⭐
(BMG- 2023)
C'era un tempo, si era alla fine degli anni novanta, in cui correvamo dietro le ballate di Davide Van De Sfroos con tutta la spensieratezza che la vita ci riservava in quell'età lì.
Si ballava e si cantava sulle note de LA CURRIERA, CYBERFOLK, LA BALERA e ci si fermava a contemplare la bellezza della poesia del nostro che letteralmente esplodeva all'ascolto di pezzi come NINNA NANNA DEL CONTRABBANDIERE, BREVA E TIVAN, EL VEENT fino al ricordo di quelle note tratte da IL FIGLIO DEL GUGLIELMO TELL che il "nostro" Paolino suonò con l'organo della chiesa vecchia qui a Cabiate a chiusura della celebrazione del nostro matrimonio.
A distanza di quasi un quarto di secolo da quel tempo lì, quando Davide Van De Sfroos ci portava a spasso per i luoghi a lui più cari facendoci guidare da EL FANTASMA DEL LAAGH il cantautore laghee mette insieme in queste canzoni che compongono il suo nuovo album, MANOGLIA, alcuni dei suoi ricordi più cari, alcuni dei suo "fantasmi".
Le undici canzoni del disco, nei suoi 43 minuti e rotti di durata, propongono tematiche che sono sempre state care a Davide, dai ricordi dei personaggi del suo passato, al mistero della vita e l'intreccio con la natura, i luoghi sul lago, il tempo che passa e le foglie che cadono diventano tutti temi per appassionate riflessioni sulla vita.
Ha sempre avuto uno straordinario e visionario potere poetico lo stile di scrittura di De Sfroos ma si percepisce chiaro, all'attento ascolto di queste nuove canzoni, che questo potere si è fatto maggiormente raffinato.
Alcune di queste "gemme" che sono presenti nel disco, e cito ANKAINKOO, CRISALIDE (LE ALI DEL FALCO), EL MEKANIK, FOGLIE AL VENTO, arrivano a toccare nel profondo la nostra anima.
Sono poesie contemporanee, sono opere letterarie che, musicate in maniera sublime, elevano l'anima di chi le ascolta.
In questo passaggio della sua vita trovo Davide Van De Sfroos molto vicino, per scrittura e sentimento, ad un altro straordinario "Cantautore-Poeta" contemporaneo, il friulano Luigi "Gigi" Maieron: questi due autentici "Maestri" sono partiti entrambi dai loro dialetti, dalle storie dei loro paesi, delle loro genti, della loro vita quotidiana e là dove qualcuno avrebbe lasciato perdere perché nel cantare in dialetto ci potrebbe essere un "limite" di comprensione (e anche di mercato) loro hanno continuato per la loro via regalando poesia e luce in un mondo volgare, rozzo e in tempi decisamente scuri.
Ho letto bellissime interviste e recensioni di questo MANOGLIA e cito quelle della mia amica Laura Bianchi che ha (da sempre) maggiormente sostenuto De Sfroos e le sue canzoni invitandovi ad andare a leggerle al seguente link:
Io, da par mio, mi fermo sotto la MANOGLIA e ne contemplo la bellezza.
Cadranno le "altre foglie", mentre questa resterà sempre verde.
Viva De Sfroos.
(DAVIDE VAN DE SFROOS - MANOGLIA)
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