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domenica 19 dicembre 2021

VASCO ROSSI - SIAMO QUI


(UNIVERSAL MUSIC - 2021)


SIAMO QUI ... e non solo per modo di dire ...  siamo veramente qui,  sul finire del 2021,   ancora  legati a doppio  filo con  il "nostro" Vasco che, passano gli anni,  ma  resta  una delle  poche certezze della nostra "esistenza musicale".
Giunto al diciottesimo capitolo di inediti della sua  Storia Musicale  il Blasco mette insieme  dieci  canzoni che sprizzano uno splendente "rock"   a tutto tondo.
Pezzi portanti del disco sono la canzone che titola il disco  SIAMO QUI  che  ha,  nel testo,  uno splendido retaggio del Vasco-Pensiero con il quale siamo cresciuti  e che ritroviamo integro dentro una canzone disegnata per chitarre elettriche e acustiche , viola, violoncelli e violini,  con quella spolverata finale al pianoforte e tastiere a cura di Celso Valli che varrebbe da sola la spesa dell'album  con lo stesso Valli che con Vasco è anche il produttore del disco. Canzone di forte e diretta presa; una delle ballate che entra di diritto nel gotha della Storia Musicale del Blasco.
Quindi  nella scaletta di gradimento metto UNA CANZONE D'AMORE BUTTATA VIA che è stata la prima canzone del disco ad essere svelata lo scorso anno e che chiude il disco  fungendo un po' da "ultimo tango". E' un'altra canzone da  annotare tra quelle che lasceranno il segno, con quel ritornello che resta subito in mente e che è trascinato da un tappeto  sonoro di forte presa e nota di merito a parte merita ancora Celso Valli che ha  arrangiato gran parte dei brani del disco,  che qui è alle prese con pianoforte acustico e tastiere, così come ottime sono le chitarre di Mattia Tedesco, il basso di Cesare Chiodo, violino e viola di di Valentino Corvino, Violoncello di Vittorio Piombo. Canzone Memorabile.
Si fanno amare anche LA PIOGGIA ALLA DOMENICA, UN RESPIRO IN PIU',  PATTO CON RISCATTO,  L'AMORE  L'AMORE  nel  complesso di un lavoro che  si lascia ascoltare e riascoltare con quel "piacere antico" che  si prova a riascoltare la voce di un vecchio amico  che non sentivamo da tempo.
Nelle classifiche FIMI dei  cd  più venduti, al momento in cui scrivo,   dopo 5 settimane di presenza SIAMO QUI  è in quarta posizione nelle vendite della settimana tra il  10/12 e il  16/12 : un segno dei tempi che passano. 
Tra il "primo"  Vasco che raggiunse per la prima volta  il primo posto nelle vendite  (nel  1987 con C'E' CHI DICE NO  che  restò in testa per dodici settimane di  fila)  e questo  Vasco  2021 (che ha  raggiunto e tenuto il primo posto per una settimana  tra il 12/11 e il 18/11)  sono  passati   ben  34  anni    ...  come dire che per metà della sua vita il Rocker di  Zocca è stato al vertice, facendo presa su più generazioni con le sue liriche e le sue musiche che hanno raccontato, negli anni, un po' anche la  Nostra Storia.
Viva Vasco.
Uno dei Nostri. 
Uno dei Miei più amati.



(VASCO ROSSI - SIAMO QUI) 










 

sabato 30 ottobre 2021

TIM GRIMM - GONE

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(APPALOOSA RECORDS - 2021)


A certificare le 5 stelle che accompagnano le mie note su questo ultimo disco del cantautore dell'Indiana Tim Grimm basterebbero anche solo due delle nove canzoni che lo compongono.
GONE,  canzone che ha lanciato il disco e che  titola anche la raccolta,  è stata nominata canzone dell'anno agli "International Folk Alliance Awards", ed è una toccante e deliziosa canzone che narra della "perdita"; dedicata alla memoria di John Prine,  porta dentro tutta la poesia e la straordinaria empatia e umanità che questo cantautore riesce a trasmettere in pochi versi con la sua voce calda e avvolgente che presto diventa familiare e ammalia senza via di scampo.
Ma è con il brano JOSEPH CROSS che Grimm ha attirato la mia attenzione e ha guadagnato  tutta  la mia stima: canzone del compianto cantautore texano  Eric Taylor che qui in zona abbiamo avuto la fortuna di vedere all'opera in diverse occasioni,  Tim Grimm coinvolge nella sua versione la vedova di Taylor, Susan ai cori, e chiama alla chitarra elettrica  Marco Python Fecchio che, con Taylor,  ha condiviso palco e registrazioni in passato e che contribuisce a rendere "prezioso" il tappeto sonoro di questa ballata.
Basterebbero queste due canzoni a consacrare questo disco che, per dirla tutta, ha dentro sin dall'inziale DREAM, passando per l'ecologica 25 TREES, sonorità splendide che ben si adattano alle liriche che Grimm compone narrando storie di vita dell'uomo comune osservandolo da un punto di vista privilegiato: quello del cuore.
Passano gli anni e, sempre meno, mi sembra di poter capire, avrò la fortuna di imbattermi in cantautori di questa "stoffa".
Gente che sa ancora andare a toccare le corde dell'anima e scaldando il cuore, magari ricordando amici che non ci sono più, con una classe ed una eleganza che (anche quella) è merce rara.
Ode a Grimm. 
Cantautore nel senso Puro del termine.



(TIM GRIMM - JOSEPH CROSS)







PAOLO ERCOLI - WHY NOT

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(APPALOOSA RECORDS - 2021)

La prima volta che sentii nominare  Paolo Ercoli  fu una sera di molti, moltissimi, anni addietro.
Prima ancora che Paolo iniziasse la sua lunga serie di  collaborazioni con gli amici di Pomodori Music & Andrea Parodi.
A farmi il suo nome ed a decantare le lodi sulla sua "arte" con il dobro fu l'amico Enrico.
E se è vero, come è vero,  che l'amico Enrico è certamente di parte, essendo cognato dello stesso Ercoli, è anche vero che Enrico è sempre stato un fine intenditore di musica e, pertanto, la sua parola per me non è mai stata in discussione.
Ricordo anche, per certo, di aver consigliato a Enrico di mandare Paolo qualche sera da Carlo, all'Una&trentacinquecirca a Cantù,  per portarlo ad incontrare tutto quel mondo di musicisti e cantanti che facevano capo alla Pomodori Music di  Parodi.
Ora, a distanza di anni, da quella sera in cui lo sentii nominare per la prima volta, il nome di Paolo Ercoli è in bella evidenza sulla copertina del primo disco uscito a suo nome.
WHY NOT è un disco italiano ma, a sentirlo senza aver visto confezione e booklet,  si potrebbe per certo intenderlo come un disco di Musica Americana al cento per cento, a partire dalla dedica che apre il booklet vergata dalla mano dell'americano Jerry Douglas che è una leggenda vivente del dobro e che, proprio in questo anno di grazia 2021 ha messo in piedi un grande progetto musicale con  John Hiatt, uno tra i più amati tra i  "nostri tonnuti".
Il buon viatico indicato da Douglas, che fu colui che iniziò Ercoli al dobro,  e che in WHY NOT presta la sua arte nel brano NARDIS   ci porta dentro un mondo musicale  veramente straordinario e avvincente nel quale oltre ai fidi compagni di viaggio del "Paolo Ercoli Trio" ossia Rino Garzia al basso e Gino Carravieri alla batteria troviamo collaborazioni di tutto rispetto, da Scarlett Rivera al violino in THE BALLAD OF TOMMY DIXON a Luke  Bulla al violino in WRONG SIDE OF THE OCEAN a Billy Cardine, altro virtuoso del dobro che è ospite in un paio di canzoni del disco...  e  l'elenco degli ospiti venuti a festeggiare questi primi 30 anni di attività musicale di Ercoli è ancora lungo per un totale di ben 32 artisti ... con la chicca di una canzoni a più voci, SOMEDAY WE WILL che raccoglie gran parte di questi amici ... 
Alla fine dei conti, terminato l'ascolto di questo album, è chiaro che gli amici che hanno contribuito alla realizzazione artistica di WHY NOT hanno tributato un giusto omaggio a Paolo Ercoli che, con coraggio, ha portato avanti un discorso musicale coerente con le sue idee che, in Italia, è davvero un "pezzo unico".
Un disco Raro.





(Paolo Ercoli - SOMEDAY WE WILL)








domenica 19 settembre 2021

DAVIDE VAN DE SFROOS - MAADER FOLK

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(BMG - 2021)


A distanza di sette anni dall'uscita di GOGA E MAGOGA  Davide Van De Sfroos  ritorna con un nuovo album di inediti dall'evocativo titolo di MAADER FOLK.
Resa nota già da tempo,  la copertina del disco fa apparire in tutto il suo splendore la "Madonna del Folk" che tende la mano a De Sfroos  circondata da un'aurea solare che squarcia  nuvole di tempesta che si stagliano all'orizzonte.
Quale sia stato l'effetto che ha fatto al Nostro l'apparizione di questa Madre del Folk è  concentrato tutto dentro questi 59 minuti di musica che ci consegnano un De Sfroos ispirato all'ennesima potenza e sempre in grado di mettere sul piatto canzoni che mischiano tradizione e modernità, suoni e visioni, come da sempre è nelle sue corde.
E se il piatto forte del disco è senza dubbio il duetto  con Zucchero "Sugar" Fornaciari che canta con Davide in OH LORD, VAARDA GIO  in una commistione tra dialetto comasco ed emiliano che ha una forte presa emotiva e, il cui video ha avuto come protagonista un personaggio "di Parola" come Mauro Corona,  in MAADER  FOLK  si ascoltano e riascoltano con piacere pezzi come L'ISOLA (dedicata all'isola Comacina), AGATA (dedicata alle donne, alle madri), IL MITICO THOR (dedicata ai muratori o comunque a quelli che lavorano "sodo"), GLI SPAESATI (dedicata agli abitanti "storici" di ogni paese), STELLA BUGIARDA (che traccia una cartina geografica tra i luoghi cari alla storia dell'autore) solo per citare quelle che più mi hanno colpito che riportano a noi in quel dialetto,  che poi è il nostro,  le storie del lago, dei suoi paesaggi e dei suoi abitanti, le storie allampanate ma allo stesso tempo affascinanti che hanno fatto di De Sfroos il "Cantautore del Lago di Como" in grado di sdoganare un dialetto in tutto quanto l'italico stivale.
Detto che tra i compagni di viaggio in questo MAADER FOLK si trova il sempre fido Angapiemage Galiano Persico con il suo violino  a regalare buone vibrazioni, devo annotare che,  a mio parere,  i 3 minuti e 20 secondi della canzone che chiude il disco, LA VALL (IL VENTO E I FIAMMIFERI), rappresentano davvero uno dei momenti più intensi tra  quanto Davide Van De Sfroos abbia composto  e registrato per questo nuovo disco: una ballata che definire splendida è poco, con un tappeto sonoro davvero fantastico, un vero capolavoro.
MAADER FOLK  è Davide Van De Sfroos.



(DAVIDE VAN DE SFROOS - LA VALL  - IL VENTO E I FIAMMIFERI)






domenica 25 luglio 2021

JOHN HIATT with THE JERRY DOUGLAS BAND - LEFTOVER FEELINGS

 



⭐⭐⭐⭐⭐

(NEW WEST RECORDS - 2021)


Quando  nel  novembre 2018 John Hiatt mandò alle stampe THE ECLIPSE SESSIONS scrissi che il "Rocker dell'Indiana" per le tematiche "dolorosamente umane" che trasparivano dalle liriche dell'album stesse mettendo a punto il tuo testamento artistico e che era, probabilmente,  giunto al crepuscolo della sua vena creativa, arrivando a fare  un bilancio complessivo della sua vita.
Quel disco era straordinario e potete leggerne qui le mie sensazioni  JOHN HIATT - THE ECLIPSE SESSIONS
Ora, a distanza di tre anni,  Hiatt ritorna con un nuovo disco e, dopo svariati ascolti, posso dire che mi sono sbagliato alla grande.
Altro che crepuscolo ...
Hiatt si mette in "combutta" con Jerry Douglas & la sua Band  e quello che viene fuori è un disco davvero sorprendente.
LEFTOVER FEELINGS ha un suono splendete, con chitarre acustiche, dobro, lap steel, violini ...  un suono che riporta indietro John Hiatt di vent'anni almeno, al periodo cioè in cui mandò alle stampe quel CROSSING MUDDY WATERS che era un disco dal suono acustico altrettanto splendido.
In queste dieci nuove canzoni e la riproposizione di ALL THE LILACS  IN OHIO (era su THE TIKI BAR IS OPEN  album del 2001) Hiatt mi ha riportato nel suo fantastico mondo.
Una canzone come I'M IN ASHVEVILLE è in grado di strapparti ancora il cuore così come LIGHT OF THE BURNING SUN che si può già da ora annoverare tra le migliori ballate di John.
Detto che la lap steel e il dobro sono a cura di Jerry Douglas, che presta al disco anche la sua voce e la sua band con Daniel Kimbro al contrabbasso, Mike Seal alle chitarre, Christian Sedelmyer al violino,  e Carmella Ramsey alle voci, non resta che togliersi il cappello ed eleggere LEFTOVER FEELINGS tra le cose migliori della carriera di Hiatt e certamente di questo 2021.
Re John è tornato. Viva Re John. 



(LIGHT OF THE BURNING SUN)



sabato 29 maggio 2021

ANDREA PARODI - ZABALA

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(APPALOOSA  RECORDS - 2021)


Ode all'Amico Andrea  Parodi.
La presente non è una "recensione" del disco dell'Amico Andrea, Lavoro che, nella sua Splendente e Adamantica Bellezza, non ha la minima necessità di vedere aggiungere altre righe a quelle  (altrettanto splendide) che in questi giorni ho potuto leggere sulla stampa più diversa (BUSCADERO in testa): piuttosto,  quella che vado a recensire,  è la storia del legame di amicizia tra il  TONNUTO e Parodi.
La lunga strada che è immortalata sulla copertina di ZABALA  parte, nella mia visione delle cose, una sera del dicembre dell'anno 2001  quando,  nello storico  negozio di dischi Music Maker di Cantù, comprai la mia copia de LE PISCINE DI FECCHIO, disco di esordio di Parodi.
La ricordo bene quella sera. 
Partendo da lì entrai in contatto con il "Mondo Musicale" di questo ragazzo di Cantù.
Passarono alcuni anni e poi, finalmente, in una sera di luglio dell'estate 2004,  al Parco del Bersagliere a Cantù incontrai per la prima volta di persona Andrea e mi feci autografare il suo primo album.
Da quella sera in poi Parodi è diventato una sorta di "bussola musicale" per noi de IL TONNUTO. 
Grazie alla sua passione per la musica e alla sua straordinaria empatia il ragazzo di Cantù ci portò dentro un mondo di musicisti fantastici che non conoscevamo ma che, col tempo, abbiamo imparato ad amare. 
La lista dei concerti organizzati da Andrea e che abbiamo seguito negli anni è talmente lunga che occorrerebbe una guida telefonica.
Con l'amico Faz lo portammo anche a Cabiate nell'ambito di uno dei nostri tre TONNUTO HOUSE CONCERT che, a pensarci bene, senza di lui non avremmo neanche immaginato di poter organizzare dato che anche i protagonisti degli altri due concerti,  Max Larocca e Stefano Barotti, entrarono nel "mondo" Tonnuto  introdotti da Andrea.
Con lo scorrere degli anni e delle cose della vita ho visto questo ragazzo crescere come persona e come artista, come promoter e come agitatore culturale.
Ho sempre in mente quando una amica che venne a vederlo suonare qui da noi all'Oratorio a Cabiate nell'House Concert che organizzammo mi disse che veniva a sentirlo perché aveva avuto occasione di conoscerne il padre, Elio, nell'ambito del lavoro a scuola e, mi disse, avendo una grandissima considerazione del padre, voleva conoscere il figlio: quella frase mi colpì molto ma rendeva esattamente il merito ad un uomo che aveva evidentemente cresciuto il ragazzo a sua immagine e somiglianza.
E ora che il padre è lui, Andrea, penso che saprà trasmettere, ai suoi bambini, gli insegnamenti di nonno Elio.
La lunga strada partita da Cantù, dicembre 2001, è passata per questo 6 maggio 2021, data del compleanno mio e di Andrea nati entrambi lo stesso giorno, e data di uscita di questo  ZABALA, disco che ha dentro splendide canzoni e altrettanto splendide collaborazioni, frutto di un lavoro durato anni e risultato chiaro di una profonda stima che lega tutti i vari artisti presenti ad Andrea: una stima che il nostro amico si è guadagnato nel tempo con la forza della coerenza e con l'ostinazione di chi sa esattamente quale è  la sua via nel percorso della vita.
Quando nel tuo disco hai l'onore di avere come ospiti un Premio Oscar  (Ryan Bingham) e una donna leggendaria che ha fatto da spalla a Bob Dylan nell'epoca d'oro del Rolling Thunder Revue (la violista Scarlet Rivera)  significa che il tuo "discorso artistico" ha un senso preciso ma, prima ancora, significa che, queste persone ti stimano  che poi,  a bene vedere,  è forse la cosa più importante.
Sempre Viva l'amico  Andrea Parodi ... e che la lunga strada di Zabala ci porti ancora e sempre tanta Musica, tanta Gioia, e tanti amici sopra e sotto il palco.
Sempre.


(Un giovane Parodi con i Tonnuti)



(ANDREA PARODI - I PIANI DEL SIGNORE)







 

mercoledì 31 marzo 2021

ROCCO ROSIGNOLI - UOMINI E BESTIE

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(AUTOPRODOTTO - 2011)



Dieci anni or sono,  nell'aprile 2011,  sul numero 116 del "nostro" TONNUTO   ospitavamo Rocco Rosignoli  con il suo primo disco: UOMINI E BESTIE.
Un disco da 5 Stelle che, 10 anni dopo,  non ha perso un milligrammo della sua  splendente bellezza.
Da scoprire o riscoprire ... 





Recensione tratta da:  IL TONNUTO numero 116 - APRILE 2011 

di Rho Mauro

Rocco Rosignoli, classe 1982, arriva da Parma ed è già stato sulle pagine del TONNUTO nel 2009 in qualità di membro del gruppo Mè, PèK & Barba. A dispetto della giovanissima età Rosignoli ha già alle spalle una notevole attività artistica, svolta sempre in collaborazione con altri artisti nell’ambito di progetti musicali di gruppo.

Ora con UOMINI E BESTIE – UNA SINFONIA DELL’ORRORE Rocco ha messo a punto e dato alle stampe la sua prima opera da “solista”.

UOMINI E BESTIE è un disco veramente sorprendente che mi ha conquistato fin dal primo ascolto sul sito dell’artista emiliano e che, per prendermi in parola, potete ascoltare anche voi qui:

http://www.roccorosignoli.altervista.org/video.html

L’opera prima di Rosignoli si compone di nove tracce “ufficiali” e da una decima traccia nascosta che, come ogni ghost-track ha la sua particola suggestione … se poi è intitolata IL FANTASMA capite bene che è più di una semplice suggestione. Il tutto è diluito in 31 minuti di musica. Questo è quello che si dice fare un disco, farlo bene, mettere le canzoni giuste, al posto giusto, con le giuste note. Non un minuto in più, non un minuto di stanca.

La bravura di un’artista è anche questa: saper condensare la sua arte in maniera sublime.

Rosignoli che con i Mè, PèK & Barba  suonava soprattutto violino e mandolino è anche un fine chitarrista e nelle canzoni di questo disco traspare tutta la sua perizia.

Il progetto  che sta dietro a UOMINI E BESTIE è quello di un concept album sui canoni classici dell’orrore. La paura è la via da seguire per entrare in questo mondo musicale.

L’album si apre con LA BETE DU GEVAUDAN  che racconta, in francese, la  storia di un  gigantesco lupo che terrorizzava  la popolazione francese uccidendo e ferendo diverse persone. Ovviamente è il lupo che rappresenta l’orrore che si po’ riscattare solo con la purezza.

JACK LO SQUARTATORE è un altro dei classici che non può mancare in una raccolta dell’orrore.

L’UOMO LUPO è la prima canzone di Rosignoli che ho ascoltato  in assoluto  ed è anche quella che mi ha fatto innamorare di questo disco e (musicalmente parlando) del suo autore. L’UOMO LUPO è una canzone cantautorale di stampo classico, un pezzo stupendo dove Rosignoli crea un tappeto sonoro semplicemente fantastico. Un pezzo che, ascoltato e riascoltato si apprezza in tutto il suo splendore.

Nei classici horror non poteva mancare un rimando al maestro Edgar Allan Poe. In questo caso Rosignoli attinge ai versi della stupenda “THE RAVEN” nella traduzione italiana ad opera di Ernesto Ragazzoni. La canzone viene suddivisa in due strofe.

Tra queste due parti de IL CORVO trovano spazio LA STREGA e FRANKESTEIN. La prima è dedicata ad una delle sempre classiche figure che la storia dell’orrore ha fatto propria facendone un’icona classica della paura.  FRANKESTEIN si apre con un intro splendido in stile tarantella. La canzone è una conversazione fra Victor e la sua creatura, che diventa spunto per una splendida riflessione del rapporto tra padre e figlio, cioè tra il creatore e la sua creatura.  

IL LEVIATANO si apre con uno splendido  intro di pianoforte a cura di Alice Avanzi per lasciare poi spazio ad un tappeto sonoro molto suggestivo. Il racconto della tradizione ebraica e dello scontro tra il mostro marino, il leviatano, appunto e il behemot, il mostro terrestre,  è una storia epica e una  delle canzoni più ispirate del disco. 

IL MIO FUNERALE è la canzone che chiude (ufficialmente) il disco ed è  tratta da una poesia di Ernesto Ragazzoni che Rocco Rosignoli ha musicato e lievemente ritoccato in una parte del testo.

IL FANTASMA  non è ufficialmente inserita nella tack list … è la ghost track del disco … la traccia numero dieci. La  scelta di una ghost-tack in un concept albun dedicato all’horror è semplicemente fantastica perché  mai altro  fantasma potrebbe essere stato al posto giusto. Bellissima questa ballata ha, come tutto il disco, pezzi di alta poesia musicati in modo superbo.

In sintesi, UOMINI E BESTIE è un lavoro molto ben fatto e molto raffinato. Rocco Rosignoli attraverso la  sua sensibilità di cantautore di stampo classico (non per niente arriva dalle terre di Guccini – per dirne uno) ha composto e musicato un concept album di spessore assoluto, un’opera prima  che, da queste pagine, mi permetto  di candidare all’attenzione degli amici del Club Tenco. 




(ROCCO ROSIGNOLI - L'UOMO LUPO)


 




sabato 27 marzo 2021

IVAN FRANCESCO BALLERINI - ANCORA LIBERO

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(RADICI MUSIC RECORDS - 2021)


Due anni dopo lo splendido album d'esordio, CAVALLO PAZZO,  ritorna nel mio lettore CD l'amico toscano Ivan Francesco Ballerini con questo suo nuovo (e altrettanto scintillante) album ANCORA LIBERO.
Mentre CAVALLO PAZZO era un concept album incentrato sulle vicende dei "nativi" americani, questo nuovo lavoro cambia totalmente registro e, sempre tenendo alta la qualità della scrittura e della stesura musicale,  si concentra maggiormente sulle "sensazioni di vita" di questo ragazzo che, a 55 anni, ha messo insieme una raccolta di canzoni dal tono intimo e confidenziale.
ANCORA LIBERO è, per certi versi, un concept album: e mentre il primo disco narrava delle vicissitudini  degli indiani d'America questo lavoro è un "concept dell'animo umano",  un insieme di sentimenti ed emozioni, una ricerca di verità profonde che si srotolano nella quotidianità.
Nel corso dell'ultimo anno ho avuto il piacere  di stringere un buon legame "umano" con Ivan e ho trovato,  dietro all'artista,  un Uomo di validi principi e profondamente "ispirato" dalle cose della vita che gli scorrono intorno e che lui riesce a fissare in liriche  profonde che, certamente, richiedono attenzione  nell'ascolto ma che poi, in fondo, fanno parte della vita quotidiana di tutti noi e che quindi si riescono a far proprie attraverso l'ascolto del disco.
A dar manforte ad Ivan in questo nuovo viaggio musicale c'è ancora Alberto Checcacci  che già aveva "vestito" le canzoni di CAVALLO PAZZO e che in questo nuovo album ritroviamo agli arrangiamenti, alle chitarre e al basso: a rendere il viaggio musicale ancora più suggestivo vi sono poi i preziosi contributi di Alessandro Golini con il suo splendido violino,  Alessandro Melani alla batteria e Monica Barghini che presta la sua voce alla canzone NON SONO UNA STELLA e ai cori.
L'album di apre con VOLARE LIBERO che già regala la visione di  orizzonti aperti e al contempo, traccia subito le coordinate del viaggio in cerca della libertà che caratterizza la sensibilità umana di Ballerini che emerge in tutta la sua splendida essenza nel successivo pezzo, HO IMPARATO,  che riassume quanto maturato in termini di umanità nei suoi primi 54 anni di vita.
DA MONDI LONTANI  è una canzone d'amore, mi verrebbe da definire, "cosmico", un sentimento che passa attraverso le stelle, viaggia per mondi lontani e si spalanca attraverso gli occhi della donna amata.
GUARDO DALLA FINESTRA  è la descrizione di una donna, un'insegnante, che si prende cura dei propri fiori così come dei bambini ai quali insegna come  crescere e sbocciare, il riferimento che guida Ivan in questa canzone è il ricordo di sua madre, insegnante per tutta le vita, scomparsa prematuramente. Un brano di toccante umanità e, proprio alla madre, Ivan dedica l'intero album.
PER ME SEMPRE SARAI  nasce dai versi di una poesia scritta da Romano Ballerini, padre di Ivan. I versi, di struggente bellezza, narrano dell'amore visto con gli occhi di un nonno per la nipote. Questa è senza dubbio tra le più "preziose" gemme dell'album con il violino di Golini che ricama intorno ai versi una delicata melodia. Splendida.
SE SEI TRISTE  che l'autore ha estrapolato da una filastrocca racconta dell'amore di una nonna che, alla nipote triste, consegna un segreto per scacciare via i brutti pensieri: legare  i capelli così da  intrappolare nelle trecce la tristezza. Toccante poesia.
In  DIO C'E'   Ivan  celebra "l'ordinaria  straordinarietà" della vita quotidiana: dalla voce della madre che ti sveglia alla mattina, senza dare mai nulla per scontato ma restando sempre affascinati dalla "vita" che ci passa intorno nelle cose piccole e grandi, nelle canzoni che ci fanno emozionare, nel volto di Dio che, sempre, c'è. Canzone dalla forza emotiva straordinaria. 
IO NON TI VIZIO  che si apre con il violino di Golini in evidenza e ricama uno splendido tappeto sonoro intorno ai versi di Ivan che narra come, da padre, si vive il distacco dalla propria figlia  che prende la propria via per il mondo. 
In  CUORE DI METALLO  le riflessioni del cantautore toscano si spostano sulla "tecnologia" che sempre più prende piede nella nostra quotidianità: e così parte la storia, dal sogno di un bambino che, diventato ingegnere,  può costruire quel robot che fargli compagnia.
Quindi è il turno della canzone che titola il disco, ANCORA LIBERO,  che rappresenta il messaggio che Ivan vuole far arrivare ai giovani di oggi: una sorta di esortazione a vivere più a fondo, "in strada", la vita staccandosi dai social network per tuffarsi a capofitto nella vita reale.
CAMBIARE VITA narra della storia di un professore universitario che, stanco di tutto, desideroso di cambiare vita, affida all'alcool il suo fato salvo poi rendersi conto che la redenzione sta proprio in ciò che in fondo era sempre stato il suo sogno: insegnare.
Chiude il disco il brano NON SONO UNA STELLA  che Ivan ha affidato, come sopra già detto, all'interpretazione di Monica Barghini che la fa sua e narra delle vicende umane di una donna che, giunta alla mezza età  invita il suo uomo a non lasciarla  perchè "Non sono più così bella, non sono una stella, che splende oramai."
Grazie alla collaborazione di Nedo Baglioni da due canzoni del disco, PER ME SEMPRE SARAI e DA MONDI LONTANI   sono stati girati due video, molto ben fatti,  che rendono perfettamente onore alle liriche di Ivan. 
Questo disco mette un sigillo definitivo sulla vicenda artistica di Ivan Francesco Ballerini, Cantautore per definizione, certo, ma prima ancora Uomo di Grande Spessore che  essendo semplicemente se stesso  è capace di raccontare le cose della vita con il cuore in mano.
Grande.





(IVAN FRANCESCO BALLERINI - PER ME SEMPRE SARAI)




(IVAN FRANCESCO BALLERINI - DA MONDI LONTANI)





(IVAN FRANCESCO BALLERINI - HO IMPARATO)






















domenica 21 marzo 2021

GIUNI RUSSO - SE FOSSI PIU' SIMPATICA SAREI MENO ANTIPATICA

 



⭐⭐⭐⭐⭐

(EMI - 1994)


"Dove pensate che mi debba far seppellire ?" ci chiedeva Giuni serena, sbriciolando un grissino. 
"In Sicilia no, non ho più niente a che fare laggù. (...) Quasi quasi chiedo a madre Emanuela se mi prendono al cimitero delle Carmelitane Scalze..."
E noi, con la stessa tranquillità divertita (...) "Ma  và ! Non sei mica una suora."
Invece  dopo un anno, dovevamo scoprire che le monache l'avevano accolta a braccia aperte, come una loro conosorella, perchè, come dirà madre Emanuela durante il funerale, richiamando una etimologia alternativa della parola, Giuni in realtà era stata una vera carmelitana  ossia una persona che col canto (carmen) aveva rallegrato (laetato) gli animi di tuti i fratelli."

(Brano tratto dal libro di Bianca Pitzorno GIUNI RUSSO - DA UN'ESTATE AL MARE AL CARMELO DI ECHT)


La parabola artistica di Giuno Russo, dopo il grande successo ottenuto con i "classici estivi", da UN'ESTATE AL MARE ad  ALGHERO, ad un certo punto  si  incrocia, a cavallo tra il 1993 e il 1994, con storie  di santi come Sant'Ignazio di Loyla,  e via via altri che ne accesero la curiosità per il mondo delle Sacre Scritture.
Proprio dalla lettura di un brano tratto dal libro conosciuto come   Eclesiastico (o Siracide)  nacque il testo della canzone  LA SPOSA che è tra le più belle liriche composte dal duo  Giuni Russo - Maria Antonietta Sisini in collaborazione con Davide Tortorella.
In questo album del 1994 titolato SE FOSSI PIU' SIMPATICA SAREI MENO ANTIPATICA e che contiene il brano  LA SPOSA  vi è un altro brano che, ispirato dalla storia di San Giovanni della Croce , collaboratore di Teresa d'Avila sarà il "sigillo" dell'esistenza di Giuni: LA SUA FIGURA.
E proprio le due canzoni sopra citate sono la forza di questo album che ha inoltre la particolarità di presentare  l'unico brano cantato da Giuni nel dialetto della sua natia Sicilia: STRADE PARALLELE canzone che  la vede duettare con l'amico "siciliano" che,  da sempre, ne  segue  (a più riprese partecipe) la vicenda artistica, il Maestro Franco Battiato. 
La canzone che titola il disco e che lo apre, è una divertente filastrocca incentrata su una poesia di Ettore Petrolini dal titolo FORTUNELLO.
In NIENTE SENZA DI TE  i riferimenti autobiografici rimandano all'infanzia trascorsa sullo scenario di una Sicilia che è, per molti versi, la stessa che ha nel cuore e nei versi  il Maestro Battiato mentre nella canzone IL VENTO FOLLE vi sono versi tratti da "Prima dell'alba" dello scrittore francese Henri Thomasson.
In DIO IN ESILIO Giuni  Russo  riflette sulla fragilità della  virtù dell'esistenza mentre in ONDE LEGGERE  il richiamo è forte al mare elemento che, tra la natia Sicilia e l'adottiva Sardegna, ha da sempre "delimitato" il mondo dell'artista.
OCEANO D'AMORE è una sorta di "preghiera" laica che è stata ispirata da una xilografia di Gabriele Mandel.
La forza di questo album,  che ristampato in vinile nel corso del 2019 ha fatto registrare un ottimo volume di vendite,  sta nella potenza "mistica" delle liriche che unite alla ben nota virtuosità vocale dell'artista siciliana traccia un percorso d'ascolto estremamente emozionante.


(GIUNI RUSSO - LA SUA FIGURA)





(GIUNI RUSSO - LA SPOSA)




(GIUNI RUSSO feat FRANCO BATTIATO - STRADE PARALLELE)



(GIUNI RUSSO - OCEANO D'AMORE)









sabato 13 marzo 2021

ANTONIO DI MARTINO - UN PAESE CI VUOLE

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(PICICCA  DISCHI - 2015)



Antonio Di Martino  è uno dei cantanti del "momento".
Grazie al brano "sanremese" MUSICA LEGGERISSIMA  cantata in duetto con Colapesce l'artista palermitano ha visto accrescere, e di parecchio, la sua visibilità: il brano, bello ma non bellissimo (se paragonato ad alcune chicche di questo album del 2015 di cui vado raccontando), ha l'indiscutibile pregio di essere molto orecchiabile e, nel breve volgere di qualche giorno, ha già invaso le radio di tutto l'italico stivale.
Un pop "lieve" ma funzionale, soprattutto oggigiorno, in questa pandemia che appiattisce, della nostra vita, tutto il senso delle cose.
Quando le prime indiscrezioni da Sanremo hanno iniziato ad indicare il duo Colapesce-Di Martino tra i favoriti nella vittoria finale del Festival la cosa non mi ha sorpreso più di tanto: poi non hanno vinto ma, di fatto, i passaggi radiofonici che il duo fa registrare oggi è come una vittoria.
Facendo qualche passo indietro nel tempo ... era il maggio del 2015 quando, per il mio compleanno, mi giunse quello che era (allora) il terzo disco di Antonio Di Martino: UN PAESE CI VUOLE.
Di questo disco a colpirmi subito fu lo splendido disegno di copertina ad opera di Manuela Di Pisa.
UN PAESE CI VUOLE venne registrato nel gennaio di quell'anno 2015 in "una casa dispersa nelle campagne di Missilmeri (Palermo)" e con Di Martino (voci, basso e chitarre) c'erano  Angelo Trabace (cori, pianoforte e synth) e Giusto Correnti (batterie, percussioni, cori): questo fu l'impasto di "base" del disco a cui poi si aggiunsero diverse collaborazioni  alcune delle quali  celebri, come Francesco Bianconi (Baustelle) ospite con la sua voce  in UNA STORIA DEL MARE (scritta a quattro mani tra i due) e Cristina Donà ospite alla voce in   I CALENDARI.
I quaranta minuti di UN PAESE CI VUOLE allineano canzoni che fanno chiaramente trasparire una classe e un'eleganza, nei testi e nella musica,  molto raffinata: Antonio Di Martino è un Cantautore puro e, la declinazione a "Musica Leggerissima" della canzone sanremese non deve minimamente trarre in inganno l'ascoltatore "di passaggio", quello distratto che, all'ascolto,  non aggiunge (quasi) mai un approfondimento sui testi, sul significato delle canzoni ... 
Di Martino in UN PAESE CI VUOLE allinea canzoni di splendente cantautorato come  NIENTE DA DICHIARARE, DA CIELO A CIELO,  COME UNA GUERRA LA PRIMAVERA, L'ISOLA CHE C'E', CASE STREGATE canzone che, con quello splendido intro al piano, è una di quelle che fissa direttamente al cuore la musica di Di Martino, oppure ancora A PASSO D'UOMO dove ad introdurre il brano vi è un recitato del nonno dell'artista.
Di Martino "rubò" il titolo del disco da un brano di Cesare Pavese, LA LUNA E I FALO'" : 

 "Un paese ci vuole, non fosse che il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti." 

... versi che vibrano forte solo là dove vi è la capacità di comprenderli nel loro senso più pieno, cosa che è evidentemente nelle corde di Antonio Di Martino, del quale avevo perso le tracce e per il quale ho nutrito un senso di innamoramento musicale grazie a questo disco ...
Un posto tra i miei "siciliani" preferiti c'è anche per lui ... anche per aver fatto risuonare la Musica del Vate di tutti i Musicisti Siciliani, Franco Battiato, sul palco dell'Ariston in una delle serate sanremesi.
Canzone D'Autore che merita di essere (ri)scoperta ... Di Martino ... "Di Qualità" ... 



(Antonio Di Martino - CASE STREGATE)





(Antonio Di Martino - NIENTE DA DICHIARARE)






sabato 27 febbraio 2021

THOM CHACON - MARIGOLDS AND GHOSTS

 



⭐⭐⭐⭐⭐

(PIE RECORDS - 2021 )


Quando ho incontrato per la prima volta di persona  il cantautore americano Thom Chacon, in una serata organizzata dall'amico Andrea Paordi presso la Biblioteca di Verano Brianza, nell'ormai lontano gennaio  del 2018,  ho subito  percepito la straordinaria "umanità" che lo rende un Grande Uomo  prima ancora che un Grande Cantautore. 
Un Autentico Signore, un Grande Singer-Songwriter. 
Un Artista capace di tinteggiare con la sua penna  ispirata,  in  brevi giri di chitarra acustica e fisarmonica,  quadretti di vita quotidiana, uno spaccato del vissuto dell'America  di oggigiorno, filtrata con tutta le sensibilità che gli è propria.
Questo nuovo album, MARIGOLDS AND GHOSTS  arriva, per la nostra gioia,  preceduto dalla sua immagine a tutta pagina sulla copertina  dell'ultimo  numero de il  BUSCADERO  ora in edicola.
E' la seconda volta che il mensile musicale italiano promuove Chacon in copertina: era già accaduto sempre in quel gennaio  2018 in occasione del suo primo tour italiano e della contemporanea uscita dell'album BLOOD IN  THE  USA .


Per la produzione di  MANIGOLDS AND GHOSTS  Thom Cachon si affida nuovamente a Perry Margouleff con il quale il sodalizio artistico dura sin dal  2003 dai tempi del primo album di Thom, MATCHES & GASOLINE.
Il nuovo disco si compone di nove canzoni che vedono la splendida e roca voce di Thom Chacon virare intorno alla sua chitarra acustica con un solo compagno di viaggio: Tony Garnier al basso.
Garnier, già con Bob Dylan per gran parte della sua carriera artistica, contribuisce in maniera determinanate allo sviluppo del tappeto sonoro sul quale si adagiano e prendono forma le liriche di Chacon.
Splendono così ballate come quella iniziale, che titola il disco, MARIGOLDS AND GHOSTS  che narra le vicende di un amico del cantautore detenuto in carcere per cinque lunghi anni, mentre in MONSOON RAIN prendono forma visioni della natura che, in Colorado, d'estate vive delle forti piogge.
Vi sono poi canzoni come BORDERLINE che si allineano contro la politica americana dell'era Trump che, di fatto,  ha separato sotto il muro del confine con il Messico tanti bambini dai loro genitori. In canzoni come questa si intravede la splendidà umanità di Chacon che, essendo cresciuto al confine con il Messico, e quindi ben conoscendo le città di confine, rende ben chiara la sua testimonianza di questo dramma.
A BETTER LIFE è una canzone di speranza che Chacon dedica agli immigrati di tutto il mondo affidando alle note di una ballata una dichiarazione di intento, d'Amore Universale.
FLORENCE JOHN è un'altra densa ballata che Chacon dedica alla nonna materna, mentre in KENNETH AVENUE  la riflessione del cantautore si concentra sul periodo della sua adolescenza nel corso del quale ha vissuto la sepazione dei genitori. E dentro queste note di "condivisione" delle cose "proprie" della vita si può inserire anche SORROW una delle canzoni più belle del disco che narra della profonda fede cattolica di quegli stessi genitori così come  CHURCH OF THE GREAT OUTDOORS che è una vera e propria "preghiera laica".
A chiudere l'album ANGEL EYES che, dedicata all'attore Lee Van Cleef per i suoi celebri ruoli da "cattivo", è una dichiarazione d'amore di Chacon per i   film western all'italiana, i famosi "Spaghetti-Western".
Nove Canzoni,  ventisette minuti di Musica,  MANIGOLDS AND GHOSTS  è un disco che conquista nel breve volgere di pochi ascolti e che ribadisce tutta la Classe e l'Arte di Chacon. 
Un Maestro.




(THOM CHACON feat BOCEPHUS KING - MARIGOLDS AND GOSTHS - live)









sabato 20 febbraio 2021

LUCA CARBONI - LUCA CARBONI

 



⭐⭐⭐⭐⭐

(RCA -  1987)


Canzoni come  fotografie.
E in quelle strofe, in quelle immagini, vi è dentro tutta la poesia della vita  vista dagli occhi di un ragazzo nel pieno di quei "magici" anni ottanta.
Al terzo disco della sua carriera il bolognese Luca Carboni spiccò il salto definitivo verso la gloria musicale che, peraltro, si  era  intravista nelle splendide composizioni dei primi due dischi, con il benestare e il supporto di un autentico parterre de Roi che vedeva Luca collaborare con artisti del calibro di Lucio Dalla, Ron e Gaetano Curreri.
Gli iniziali versi della prima canzone di questo disco  "La maglia del Bologna sette giorni su sette / pochi passaggi, molti dribbling molti vetri spaccati "  costituiscono uno degli incipit  "classici" della Canzone d'Autore Made in Italy e quella SILVIA LO SAI   è ancora oggi la fotografia di una storia  d'amore problematica vissuta nel contesto di una Bologna che Carboni descrive con una partecipazione emotiva e una carica poetica che ne determinarono il consenso consentendogli di accostarsi ad una gioventù che lo vedeva esattamente come uno "dei loro", descrivendone ansie, insicurezze e speranze.
Un successo di vendite e di consensi  con i due singoli SILVIA LO SAI e  FARFALLINA  che, all'epoca, le radio mandarono in onda a ripetizione e che contribuirono a far conoscere in modo esponenziale la musica di Carboni in lungo e in largo  per l'italico stivale.
Straordinarie riflessioni sull'esistenza e una chiara e pratica visione delle "cose della vita" si trovano espresse in canzoni come GLI AUTOBUS DI NOTTE, VOGLIA DI VIVERE, CARO GESU', LUNGOMARE, CONTINUATE COSI',  CHICCHI DI GRANO insieme a  più maliziose vicende narrate in  un pezzo come VIENI A VIVERE CON ME.
Un disco che, per immagini evocate,  come ad esempio la classica  "... che profumo Bologna di sera le sere di maggio"  è  da  considerare quale testimonianza di un epoca, di un tempo, che è certo ormai perduto per sempre ma che, per sempre, scorre dentro queste note e si lascia ancora trovare ed accarezzare ... e come una novella  lampada di Aladino ancora riesce a far venir fuori gli umori, l'aria e i profumi di quello spaccato bolognese, italiano,  degli anni ottanta che è ancora oggi una Poesia Pura  ed è come una carezza della Vita.



(LUCA  CARBONI  - SILVIA LA SAI)



(LUCA  CARBONI - GLI AUTOBUS DI NOTTE)









domenica 31 gennaio 2021

GIUNI RUSSO - ALIENA (GIUNI DOPO GIUNI)

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(WARNER MUSIC ITALY -  2021)



ALIENA  ... da dizionario Treccani  ... abitante di un altro pianeta, di un altro sistema, di un altra galassia.
E Aliena è Giuni Russo:  da  dove è mai arrivata questa meravigliosa artista e la sua splendida voce? 
A diciassette anni dalla sua scomparsa,  questa nuova uscita discografica,  curata da  Maria Antonietta Sisini,  che di Giuni Russo è stata compagna di vita prima ancora che collaboratrice artistica e della quale è custode e curatrice della Memoria, riporta alla luce alcune splendide composizioni della Russo che erano rimaste incomplete e che, ora,  arrivano alle nostre orecchie splendenti come tante piccole gemme.
La raccolta  mette insieme undici canzoni delle quali quattro sono inedite.
Si tratta dell'iniziale GLI UOMINI DI HAMMAMET, LA FORMA DELL'AMORE presente in due diverse versioni la seconda delle quali  è una demo version ed è la ghost tack del disco  e SONG OF NAPLES (O SENTIERO D' 'O MARE).
Unitamente ad altre canzoni meno note dell'artista siciliana come PARA SIEMPRE,  SHARAZAD, NON VOGLIO ANDARE VIA, CERCATI IN ME, LA SUA VOCE (COME SEI BELLA), TU CHE NE SAI, e PEKINO che in queste registrazioni vengono "rivestite di nuovo" e si fanno apprezzare per lo straordinario valore artistico dei testi oltre che per la  "classica" immensa interpretazione vocale,  le nuove canzoni  sono senza dubbio "Gemme" di valore inestimabile che  fanno risplendere di luce nuova la figura di Giuni cantautrice dalla voce davvero unica e indimenticabile.
A queste nuove canzoni  il compito di mantenere sempre viva la memoria di questa Grande Cantautrice che andrebbe riscoperta anche dalle nuove generazioni che, probabilmente, ne ignorano l'immensa Classe e la Straordinaria e Unica Vocalità ... una Cantante Lirica prestata alla Musica d'Autore ...  e mai  restituita.
Sempre viva Giuni.



(GIUNI RUSSO - LA FORMA DELL'AMORE)





(GIUNI RUSSO - TU CHE NE SAI)






domenica 24 gennaio 2021

LITFIBA - TERREMOTO

 



⭐⭐⭐⭐⭐

(CGD - 1993)


Comprai questo disco  esattamente nel giorno della sua uscita:  venerdì 8 gennaio  1993.
Era appena passato uno dei più  famosi "contrattempi" del tempo della "Bella Compagnia":  il memorabile ultimo dell'anno con la festa "Why Not ?" nel capannone del papà dell'amico Peo in quel di Mariano Comense dove capitò che, chiusa in faccia la porta all'ispettore della SIAE, il nostro buon uomo, ligio al suo dovere, andò a chiamare i carabinieri, come ci aveva peraltro preannunciato (prendendosi improperi di ogni tipo)  ma, non trovando nessuno in tenenza a Mariano, fece scomodare (addirittura) i colleghi della tenenza di Erba che evidentemente non presero molto bene la trasferta "fuori paese". 
Finì come finì  ...   e con la rabbia che si poteva avere ai nostri vent'anni o giù di lì  attesi come una sorta di "Medicina contro il Sistema" che ci opprimeva come "Giovani Pensatori" questo quinto album della discografia dei LITFIBA.
TERREMOTO per me non fu "soltanto"  un disco, bensì una sorta di "Bignami della Protesta", una serie di invettive contro il Sistema, quel Sistema che appariva il  Nemico Numero 1 di quell'epoca.
Un disco che additava con astio e rabbia la schifosa e diffusa ipocrisia imperante nel mondo in quei primi anni novanta  con una forte presa di coscienza che scaturiva da  testi molto forti e si rifletteva  in  una musica che mai  i "nostri" avevano mostrato dura  come in queste nove canzoni.
L'inserimento della chitarra di  Federico Poggipollini sin dal precedente album (EL DIABLO - 
1990)  contribuì ad una decisa virata del suono della Band che in questo secondo episodio con l'etichetta CGD  si fece decisamente più solido al limite del  "metallico" .
Alla resa dei conti questo album risultò tra i più venduti del gruppo e le canzoni in esso contenuto divennero, nel breve volgere di un attimo,  tra le  cose  migliori dell loro "viaggio" musicale.
Dall'iniziale "scacciapensieri" che, a cura di Ghigo Renzulli,  apriva il disco nel brano DIMMI IL NOME al cantato di Piero Pelù che, a tratti,  diventava un "ululato di pura Rabbia"  questo album mettava sul piatto canzoni di spessore e assoluta classe come PRIMA GUARDIA, FATA MORGANA, SOLDI, FIRENZE SOGNA, MAUDIT, DINOSAURO, IL MISTERO DI GIULIA, sino alla conclusiva  SOTTO IL VULCANO.
Ascoltavo queste canzoni a ripetizioni e mi rendevo conto, già allora, che versi come  " E ho tanta tanta voglia di credere / Che il mostro è il cittadino normale"  che in FIRENZE SOGNA  raccontava  in due righe il complesso disegno massonico che stava dietro i "delitti del Mostro di Firenze",  o ancora il testo interamente al "vetriolo" di Maudit  "E le stragi senza nome  / Tutte passano da Roma" , mi  stavano  raccontando in Musica  la  Triste Storia di un Paese "Corrotto".
Nove Canzoni.
Nove Capolavori.
Disco Prezioso  che,  dopo quasi trent'anni,   suona ancora assolutamente attuale.




(LITFIBA - DIMMI IL  NOME)



(LITFIBA - PRIMA GUARDIA)






domenica 17 gennaio 2021

BEN BEDFORD - THE PILOT AND THE FLYING MACHINE

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(C.S.C. 2016)


Il "volo" con il quale il cantautore dell'Illinois Ben Bedford ci porta dentro le storie di questa sua quarta prova discografica, titolata THE PILOT AND THE FLYING MACHINE e uscita nella primavera del  2016,  parte da Springfield, dalle sculture dell'artista Michael  Dunbar, e finisce per abbracciare l'eternità.
Sospesi sopra un tappeto sonoro che, mai come in questa occasione, possiamo definire unico Bedford ci regala la sua visione delle "dinamiche celesti" e, vi posso assicurare, queste riflessioni del cantautore americano sono un concentrato di spendente e poetica "filosofia" della vita.
Undici canzoni, cinquanta minuti, di Musica Pura e di una Classe Superiore.
Bedford ha registrato questo disco in quattro giorni, tra il 4 e l'8 di gennaio del 2016 all'interno della chiesa metodista di Douglas Avenue sempre in quel di Springfield, Illinois: questo luogo, e le dinamiche celesti che si muovono dentro il suono amplificato dagli spazi infiniti di questa chiesa rende il suono di questo album molto particolare.
Con Bedford impegnato con sempre grande maestria alla chitarra e alla voce ci sono Diedrick van Wassenear al violino, Ethan Jodziewicz al contrabbasso e la moglie, Kari Bedford ai cori.
Questa particolare formazione, unitamente all'insolita location, regalano al tappeto sonoro di tutto il disco un suono che, come detto, è molto particolare, un suono di "Puro Folk & Americana" che lascia spazio a echi lontani di Musica da Camera, un suono che posso definire travolgente.
E poi ci sono le liriche, le storie, quelle stupende riflessioni tra il poetico e il filosofico che la penna di Ben Bedford ha dentro nel suo dna e che fanno di lui uno dei più grandi  Singer-songwriter di questa epoca.
Splendono così di luce propria le canzoni che poi  costituicono cuore pulsante del viaggio dentro il quale ci si trova mettendosi all'ascolto di questo disco, sin dall'iniziale  THE PILOT AND THE FLYING MACHINE (PART 1) canzone che titola il disco e che, divisa in due parti, ha dentro proprio le "regole delle dinamiche del volo ... le dinamiche celesti",  per passare alla narrazione di viaggi veri e propri, come quello narrato in THE VOYAGE  OF JOHN AND EMMA, la storia  dei bis bisnonni del cantautore che lasciarono l'Inghilterra per gli Stati Uniti, oppure del viaggio interiore proposto in HIGH AND LOW, nella traversata tra Nebraska, partendo da Omaha fino in  Iowa citando la malinconica melodia di Rex's Blues del Grande Towens Van Zandt che è poi una delle stelle polari che muove queste dinamiche celesti narrata in LETTERS FROM THE HEART, oppure ancora nel pezzo strumentale ORRERY che rimanda ad un modello di meccanica di volo  legata al sistema solare, o nella "dolorosa" BLOOD ON MISSOURI  che rivisita tragici fatti di cronaca che ripropongono il tema dell'odio razziale, o ancora in canzoni come SCIOTO che è una ricognizione in volo sopra l'ominimo fiume in un viaggio in Ohio con la tribù degli Shawnee come testimone del tempo sino alla conclusiva LONG BLUE HILLS dove il viaggio si declina nell'amore sospeso tra le parole non dette e queste bellissimi colline blu.
Alla fine di  questo viaggio che Ben Bedford mi ha fatto fare sulla sua "macchina volante"  mi rendo conto davvero della fortuna che ho avuto ad incrociare la mia "strada musicale" con quella di questo fantastico Cantautore, che, andandolo a  paragonare ad un personaggio "storico", avvicinerei in mariera totale a quello Splendido "Astronomo" di cui narrò un giorno  Gibran Kahlil Gibran ... un personaggio in grado di leggere nell'animo delle persone e di raccontare quello che ha visto.
Straordinario.







(BEN BEDFORD - THE PILOT AND THE FLYING MACHINE)