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martedì 28 marzo 2017

PIANO PIANO - MIMMO LOCASCIULLI


⭐⭐⭐⭐⭐

(HOBO - 2004)


Un disco di Pura Musica D'Autore. 
Mimmo Locasciulli compone dieci canzoni che sono dieci piccole meraviglie che riveste con lo splendido suono del suo  pianoforte completando  il lavoro prendendo in prestito TU NO da Piero Ciampi per farne una sentitissima e splendente cover.
Ci sono gli amici di sempre a celebrare questo disco. 
Così Francesco De Gregori ed Enrico Ruggeri prestano la loro penna per comporre a sei mani la splendida  OLIO SULL'ACQUA mentre RANDAGIO è scritta da Locasciulli  in collaborazione con Ruggeri e HOTELSONG in collaborazione con il tedesco Bune Huber che canta anche il pezzo con l'artista abruzzese.
Magnifiche sono PIANO PIANO, L'INVERNO, LETTERE DALLA RISERVA e la ballata in dialetto VOLA VOLA VOLA.
Ospite d'onore in diversi pezzi del disco è il bassista americano Greg Cohen che presta la sua Arte in diverse canzoni del disco.
PIANO PIANO è un disco di rara bellezza. 
Una Perla Assoluta.




(MIMMO LOCASCIULLI - L'INVERNO)




venerdì 24 marzo 2017

AMERICAN V: A HUNDRED HIGHWAYS - JOHNNY CASH


⭐⭐⭐⭐⭐

(AMERICAN RECORDINGS - 2006)

Registrato tra il settembre del 2002 e l'agosto del 2003 questo quinto episodio della serie AMERICAN RECORDINGS vede l'"Uomo in Nero" Johnny Cash duramente provato dagli acciacchi di salute che che lo affliggono e forse ancor più dal dolore della scomparsa, nel maggio dello stesso 2003, dell'adorata moglie June Carter.
La voce, da sempre un marchio inconfondibile dell'artista, è a tratti incerta. Ma Cash è indomito e, tra mille sofferenze, riesce a registrare quelle canzoni che ancora gli mancavano a completare questo splendido A HUNDRED HIGHWAYS.  Il 12 settembre del 2003 raggiungerà l'amata June in Cielo.
Produce il disco  Rick Rubin che assiste fino all'ultimo Cash in queste splendide registrazioni. Canzoni come HELP ME di Larry Gatlin, LOVE'S BEEN GOOD TO ME di Rod McKuen, IF YOU COULD READ MY MIND di Gordon Lightfoot, FURTHER ON UN THE ROAD del Boss Bruce Springsteen, sono cantate da Cash come fossero da sempre "Sue".
Album Leggendario.



Recensione tratta da IL TONNUTO 64 - Luglio/Agosto 2006

di Rho Mauro

Esce postumo, il 30giugno 2006, AMERICAN V – A HUNDRED HIGHWAYS  l’ultima fatica di Johnny Cash scomparso nel settembre del 2003.
Era atteso, dopo anni che se ne parlava.
Finalmente è arrivato e non ha minimamente deluso. Anzi.
E’ un disco splendido che consiglio a chi ha nel cuore la passione che arde per la buona musica.
Pur gravemente malato e a pochi giorni dalla scomparsa della sua adorata moglie June Carter, Cash ha raccolto le sue ultime forze per mettere insieme i pezzi che mancavo a completare l’album in questione. Si avverte, a tratti, la voce malferma, ma è sempre la sua unica, inimitabile, inconfondibile voce. E’ un disco emozionante e che emoziona.
Rick Rubin che ha curato tutta la serie degli AMERICAN RECORDINGS ha tenuto in serbo per questo album le preziose registrazioni che Johnny ha (in parte) eseguito proprio pochi giorni prima della sua morte, e ce le porge ora in questo ultimo capitolo della saga, una grande saga, forse una delle migliori serie di album di ogni tempo.
Dodici canzoni, dodici gemme. Due inediti assoluti I COME TO BELIVE e LIKE THE 309 che è anche l’ultima canzone composta da Cash oltre ad una serie di riletture di brani di altri autori, come nelle precedenti uscite della serie.
E come nelle altre registrazioni, anche per questo AMERICAN V Johnny Cash coglie a piene mani tra le canzoni di autori notissimi, come Bruce Springsteen  (di cui rilegge FURTHER ON UP THE ROAD) del grande canadese Gordon Lightfoot (IF YOU COULD READ MY MIND) della leggenda Hank Williams (ON THE EVENING TRAIN) ma anche di autori meno noti (alle nostre latitudini), come Rod MCKuen, Hugh Moffatt, Don Gibson.
Alla fine il risultato è, come sempre, ottimo e prosegue così la leggenda dell’uomo in nero. Parlando con altri appassionati di “american-music” è impossibile non passare almeno una volta nelle strade dove l’ombra dell’uomo in nero non ne abbia mosso la polvere,  almeno una volta. Perché questa serie di dischi è veramente superba, al di là delle scelte proprie dell’autore, che  nel corso dell’intera serie ha osato misurarsi con musica di ogni spazio e tempo. Memorabili, tanto per citarne alcune, ONE degli U2 in AMERICA III, BIRD ON A WIRE di Mr. Leonard Cohen in AMERICAN I, BRIDGE OVER TROUBLED WATER del suo Simon & Garfunkel in AMERICAN IV.
Tra queste nuove canzoni merita di essere citata, senza il minimo dubbio LOVE’S BEEN GOOD TO ME canzone di Rod McKuen (poeta, scrittore e cantante  ai più sconosciuto alle nostre latitudini) che merita la palma di miglior interpretazione dell’album e che, almeno a parere di chi scrive, passa a condurre la classifica di miglior canzone del 2006. E’ un’interpretazione veramente stupenda e, se già l’originale (scoperta ora, e grazie proprio a questo disco) era una grande canzone, questa versione di Cash la rende ancora più stupenda.
Tra l’altro, il sottotitolo dell’album,  A HUNFRED HIGHWAYS è la citazione di una strofa della canzone di McKuen… e, come attestato di valore…  non è poco.
Suggestiva anche la ballata di Hank Williams ON  THE EVENING TRAIN.
Se il congedo dell’uomo in nero doveva essere segnato, questo album fa in modo che, per sempre, ci resterà il suo ricordo musicale migliore: il ricordo della sua voce, unica, allo stesso tempo dura e dolce, nera eppure così pacificamente rassicurante.
E’ questo il miglior disco che ho ascoltato in questo 2006. Ancor più del pur bellissimo SEEGER SESSIONS di Springsteen… se potessimo sapere cosa pensa il buon Bruce credo che, dopo aver ascoltato la versione di Cash della sua  FURTHER ON UP THE ROAD, sarebbe pienamente d’accordo con noi.
Johnny Cash rimane una figura mitica della canzone d’autore americana. La serie AMERICAN ne ha sancito il rilancio della carriera nel nuovo secolo e l’ha reso, per sempre e più di prima l’unico e vero MAN IN BLACK.



(JOHNNY CASH - LOVE'S BEEN GOOD TO ME)


LE CHAT BLEU - MINK DEVILLE


⭐⭐⭐⭐⭐

(CAPITOL - 1980)

Willy DeVille, straordinario Zingaro della Musica, al terzo disco con i  MINK DEVILLE decide di produrre l'album  in proprio avvalendosi della collaborazione dell'esperto Steve Douglas.
Nasce così a Parigi, nel 1980, LE CHAT BLEU un disco Spettacolare dove le atmosfere romantiche delle canzoni di DeVille si mischiano con gli umori decadenti tipici della capitale francese.
Aggregati alle registrazioni del disco musicisti di spessore come il bassista Jerry Scheff e il batterista Ron Tutt (ovvero la sezione ritmica già al servizio del Re Elvis Presley), con l'unico "superstite" degli originali Mink DeVille  Louis Erlanger alle chitarre, Kenny Margolis alle tastiere, lo stesso co-produttore Steve Douglas al sassofono e il leggendario arrangiatore di Archi Jean Claude Petit (già con Edith Piaf) Willy DeVille  compone per questo disco delle liriche straordinarie. In alcuni episodi è aiutato nella scrittura dall'altrettanto leggendario Doc Pomus.
Il disco, che viene pubblicato prima in Europa  e solo in un secondo tempo negli States, ottiene ottimi riscontri commerciali e consacra il suo Autore nell'Olimpo dei Grandi di ogni tempo.
Canzoni senza tempo come HEAVEN STOOD STILL, THIS MUST BE THE NIGHT, SAVOIR FAIRE, THAT WORLD OUTSIDE, LIPSTICK TRACES rappresentano dei Capisaldi assoluti dell'Arte senza Confini del più Grande Zingaro della Musica D'Autore.
Nella foto di copertina del disco la spalla con tatuata una "pantera nera" è quella di Toots, la prima moglie di DeVille.
Nel 2003 l'austrialiana Raven Record ristampa l'album su CD in versione rimasterizzata e con l'aggiunta di alcune registrazioni "live".
Un disco, LE CHAT BLEU, che testimonia nei suoi suoni  un certo modo romantico di intendere le cose della Vita.
Imperdibile.



(MINK DEVILLE - HEAVEN STOOD STILL)






martedì 21 marzo 2017

LIVE AT THE OLD QUARTER, HOUSTON, TEXAS - TOWNES VAN ZANDT


⭐⭐⭐⭐⭐

(TOMATO RECORDS - 1977)


Di Towens Van Zandt si disse che "(...) era un vagabondo, uno scalmanato, e  grossomodo il miglior songwriter d'America".
Ed è così. 
Tra i più grandi Singer-Songwriter di ogni tempo, il texano Van Zandt, non ha ricevuto in vita gli onori che meritava e che, postumi, gli sono ora giustamente tributati in ogni angolo del pianeta.
La poetica che pervade i suoi testi è propria di un'anima che, perennemente in subbuglio, va ad indagare i meccanismi che  regolano le vicende umane. Un indagatore dell'animo umano.
In questo doppio album LIVE AT THE OLD QUARTER, HOUSTON, TEXAS (considerato il miglior compendio dal vivo della sua arte) sono raccolte gran parte dei suoi capolavori: canzoni che sono già dei classici come PANCHO & LEFTY, IF I NEEDED YOU, NO PLACE TO FALL, TECUMSEH VALLEY, WAITING 'ROUND TO DIE. Ci sono anche tre cover, WHO DO YOU LOVE (di Ellas Mcdaniel e Bo Diddley), NINE POUND HAMMER (di Merle Travis) e CHAFFEUR'S BLUES (di Lightnin' Hopkins) oltre al traditional COCAINE BLUES.
In questa registrazione, del luglio 1973, Van Zandt si presenta solo con la sua chitarra e, in versione acustica, regala emozioni vere, autentiche. Come vere ed autentiche sono le sue canzoni che, per nulla, erano contaminate dall'Industria Musicale che, all'epoca, chiedeva pezzi "facili" per vendite  facili. Van Zandt non scese mai a compromessi. Nemmeno con sè  stesso. 
Amante di Shakespeare e Robert Frost  Townes Van Zandt confessò, in un'intervista a Paul Zollo che: "Quando scrivo , siamo io e il Cosmo. La sola persona cui devo rispondere delle mie canzoni  sono io."
Un disco di Pura Poesia. 






(TOWNES VAN ZANDT - TECUMSEH VALLEY)







ZU ZU SOIREE - DR. JOHN


⭐⭐⭐⭐

(MUSIC AVENUE EUROPE - 2011)

Questo ZU ZU  SOIREE  raccoglie in un doppio disco e  28 canzoni il meglio delle primi "viaggi musicali" di Malcom John "Mac" Rebennack, in arte Dr. John. 
Mago Assoluto, Unico, Inimitabile di quel suono che è proprio di New Orleans, questo geniale artista mischia le carte in tavola e, con il suo piano e la sua voce crea una commistione tra musica Cajun, Creola, New Orleans Jazz, Zydeco & Rhythm & Blues. 
Il risultato è un viaggio unico in una musica che non ha, nel genere, nessun altro artista al mondo al suo livello. 
Immenso.



Recensione tratta da IL TONNUTO 117 del Maggio 2011

di Rho Mauro


La copertina di questa raccolta (edita in doppio cd) del celeberrimo Dr. John introduce in maniera esemplare le allucinazioni musicali che vi sono contenute. La bambolina voodoo che viene spillettata dalla bella donzelletta nell’ambito del più classico dei sortilegi della tradizione di magia nera  la dice lunga sul “clima” musicale che respirerete allorquando andrete a schiacciare il tasto play del vostro cd-player.
Spalmati sui due dischetti in questione trovate ben 24 canzoni tratte dal classico repertorio di Dr. John, quarantacinque minuti e rotti di musica sul primo cd e quarantasei e rotti sul secondo: l’equivalente di un incontro di calcio (recupero più o meno incluso).
Dr. John (nato  Mac Rebennack – classe 1940) è universalmente considerato come il vero depositario del suono di New Orleans. Già giovanissimo diede alle stampe lavori particolarmente intrisi di suoni che richiamavano  quel misterioso mondo “notturno”  popolato da riti magici, dall’esoterismo più puro, il tutto condito in salse diverse, tra echi di blues, jazz, boogie-woogie & (of course) Rock & Roll. Il tutto impastato con il fango tipico delle paludi della Louisiana dove le vecchie tradizioni delle popolazioni di colore hanno contribuito a creare un alone di mistero che serpeggia sempre lì nei dintorni delle paludi.
Tra le canzoni degne della massima attenzione sono da segnalare la straordinaria “TIPITINA” canzone che viaggia tra un soul e un funky mischiati al più classico jazz. Ma sono veramente canzoni magnifiche anche la celeberrima “MAMA ROUX” (forse una delle sue composizioni più famose di quest’epopea voodoo)  “ZU ZU MAN”, “A LITTLE CLOSER TO MY HOME”, “IN THE NIGHT”, “NEW ORLEANS”, “DANGER ZONE”, “ONE NIGHT LATE” … ma l’elenco, alla fine, sarebbe pari pari alla lista delle 28 canzoni perché non ci sono momenti di stanca in questi dischetti.
Tra le altre cose la voce molto “cavernosa” di Dr. John riporta alla mente, a tratti,  certe tonalità del nostro beniamino Willy Deville
In sintesi vi posso giurare che, se siete stanchi dei “soliti suoni” e delle solite “atmosfere”, beh, questo ZU ZU SOIREE potrebbe benissimo fare al caso vostro. 
Il programma di una serata alternativa potrebbe essere questo: 1) riuscire a trovare il doppio cd  ( per esempio online al sito www.audioglobe.it )  2) inserire il primo cd nel lettore  3) chiudere gli occhi dopo aver ben appoggiato il dito sul tasto play del cd-player  4) far partire la track 01 – YOU’RE JUST TOO SQUARE 5) … ed eccovi lì, tra le paludi della Louisiana … danze tribali con sensuali ballerine dalla pelle d’ebano e … pupazzetti in mano al possente mago voodoo  6) And now … Good Luck!!!!!





(DR. JOHN - MAMA ROUX)


LA DONNA CANNONE - FRANCESCO DE GREGORI


⭐⭐⭐⭐⭐

(RCA - 1983)

Francesco De Gregori  nel 1983 manda alle stampe LA DONNA CANNONE un Q-disc che entrerà nella Leggenda della Musica D'Autore. 
Il Q-Disc, come si chiamava allora, era un LP a 33 giri contenente però solo quattro-cinque canzoni al massimo e con una durata che non superava mai i 20 minuti. 
In quel poco spazio di un disco che  già dalla copertina intrigava parecchio trovarono spazio cinque brani. 
Due di quei brani erano strumentali:  intitolati rispettivamente  FLIRT # 1 e  FLIRT # 2  furono scritti da De Gregori appositamente per la colonna sonora del film FLIRT del regista Roberto Russo che aveva una splendida Monica Vitti come protagonista.
Canzoni splendide sono CANTA CANTA e LA RAGAZZA E LA  MINIERA. 
Ma è il brano che titola il disco, LA DONNA CANNONE,  ad essere entrato, di Diritto, nell'Olimpo della Canzone.
Una ballata splendida, scritta dall'autore ispirandosi alla vicenda della donna che, sparata dal  cannone, era una grande attrazione del Circo, e che un giorno scappò via per amore. 
Una ballata poetica e senza tempo che il dolce piano suonato da  uno straordinario Mimmo Locasciulli contribuisce a rendere ancora più bella.
Disco Leggendario e Indispensabile.









(FRANCESCO DE GREGORI - LA DONNA CANNONE)

lunedì 20 marzo 2017

LA PISTOLA Y EL CORAZON - LOS LOBOS


⭐⭐⭐⭐
(SLASH /WARNER BROS - 1988)

Sull'onda lunga del successo commerciale ottenuto grazie a LA BAMBA  i Los Lobos, nel giugno del 1988, registrano un album completamente in acustico contentente canzoni della più pura tradizione musicale messicana unitamente a pezzi scritti per l'occasione.
Così nella loro formazione classica, con David Hidalgo, Cesar Rosas, Louie Perez, Conrad Lozano e Steve Berlin i Los Lobos incantano l'ascoltatore con pezzi tradizionali come LA GUACAMAYA e LAS AMARILLAS, e con pezzi nuovi scritti per l'occasione come ESTOY SENTADO AQUI'  e LA PISTOLA Y EL CORAZON.
La scelta di registrare in acustico queste canzoni si rivela vincente così, lungo il viale dei ricordi, questa musica della tradizione si rivela un'esperienza di ascolto unica e inimitabile.
Emozioni Autentiche.



(LOS LOBOS - ESTOY SENTADO AQUI')




domenica 19 marzo 2017

BRING THE FAMILY - JOHN HIATT


⭐⭐⭐⭐⭐

(A & M RECORDS - 1987)

Uno dei capolavori della musica rock di ogni tempo.
BRING THE FAMILY è l'ottavo disco di studio del rocker di Indianapolis  John Hiatt, ed  è considerato in maniera unanime il suo miglior album da tutte le guide musicali esistenti.
Registrato in soli quattro giorni tra il 17 e il 20 febbraio del 1987 BRING THE FAMILY vede John Hiatt chitarra e  piano dar voce a canzoni nate in un periodo particolarmente travagliato della sua esistenza. Il dolore per il suicidio della moglie Isabella, dalla quale l'artista si era separato, e il dovere di crescere la loro piccola figlia Lily contribuì a cambiare il suo modo di vedere e intendere i fatti della vita.  Nascono così testi venati di un profondo senso di adesione alle cose della vita come THING CALLED LOVE, ALONE IN THE DARK, HAVE A LITTLE FAITH IN ME, LIPSTICK SUNSET, STOOD UP, canzoni che sono tra i capolavori assoluti del rocker dell'Indiana.
BRING THE FAMILY è prodotto da John Chelew e vede suonare tutti insieme con Hiatt un trio da sogno composto dal Maestro Ry Cooder alle chitarre, da Nick Lowe al basso e dal Leggendario Jim Keltner alla batteria. Insomma una Super-Band che successivamente a questo disco, con il nome Little Village, proseguirà a far buona musica.
Disco di Rara Bellezza.




(JOHN HIATT - LIPSTICK SUNSET





BOBBY CHARLES - BOBBY CHARLES



⭐⭐⭐⭐⭐

(BEARSVILLE RECORDS - 1972)


Bobby Charles nativo di  Abbeville nello stato della Louisiana, per il suo disco d'esordio mette insieme una straordinaria banda: in prima battuta affida la produzione a John Simon (sopraffino produttore tra gli altri di The Band) quindi porta  Rick Danko a suonare il basso nel disco e affida il pianoforte alle mani sapienti e alla vena musicale di una Leggenda come Mr. Malcoml John "Mac" Rebbenack meglio noto come Dr. John.
Con la chitarra affidata ad Amor Garrett  e la sezione ritmica a cura di Jim Colgrove al basso e Norman D. Smart nasce così nel 1972 il disco BOBBY CHARLES. 
Capolavoro assoluto di quello che è stato definito "swamp rock" il disco propone canzoni di grande spessore. La vena compositiva di Bobby Charles si amalgama alla perfezione con il suono "proprio" della sua terra. 
Così canzoni come  STREET PEOPLE, LONG FACE, SAVE ME JESUS, SMALL TOWN TALK, LET YOURSELF GO, ci portano a respirare l'aria della Louisiana semplicemente mettendoci in ascolto.  Il piano suonato, impeccabilmente,  da Dr. John  regala quelle venature di southern Rhythm & blues e di voodoo flair che consacrano il disco come un Classico del Genere.



(BOBBY CHARLES - I MUST BE IN A GOOD PLACE NOW)







domenica 12 marzo 2017

STILL BILL - BILL WHITERS


⭐⭐⭐⭐⭐

(SUSSEX RECORDS - 1972)


Un anno dopo il buon esordio con l'album JUST AS I AM  il talentuoso Bill Whiters, nel maggio del 1972, manda alle stampe il suo secondo disco ben consapevole delle ottime recensioni e degli elogi che già avevano accompagnato il primo lavoro
Le previsioni della vigilia vengono rispettate in pieno e, con il singolo LEAN ON ME, Whiters raggiunge la vetta delle classifica di vendita U.S.A. di Billboard  con un doppio n.ro 1 nelle classifiche pop e R&B. Nel settembre del 1972 un altro singolo estratto dal disco, USE ME, vola alto nelle classifiche raggiungendo un doppio secondo posto sia nel pop che nel R&B.
Ma non solo queste due canzoni risplendono in STILL BILL: degne di nota sono anche LET ME IN YOUR LIFE, KISSING MY LOVE, I DON'T KNOW, WHO IS HE (AND WHAT IS HE TO YOU).
Il disco conferma Whiters come uno dei più raffinati artisti nel campo del soul e rhythm and blues e  di fatto gli regala un posto d'onore nella Musica del genere,
STILL BILL è prodotto da Bill Whiters in collaborazione con Ray Jackson che nel disco suona anche il piano, alle chitarre (oltre allo stesso Bill) c'è Benorce Blackmon, al basso Melvin Dunlap  e alla batteria e percussioni James Gadson.
Bill Whiters nel brano LEAN ON ME suona in "proprio" il piano.
Splendido esempio di commistione tra soul e R&B  STILL BILL è il disco da Mille e Una Notte.
Magico.



(BILL WHITERS - LEAN ON)


EVERYTHING IS EVERYTHING - DONNY HATHAWAY



⭐⭐⭐⭐⭐

(ATCO RECORDS - 1970)


EVERYTHING IS EVERYTHING  è uno straordinario album di soul. Tra accenti rhythm & blues e qualche spruzzata di funky,  questo disco del 1970,  è un magnifico viaggio onirico che celebra l’arte  di fare una musica che ormai non esiste più.
Donny Hathaway già a tre anni d’età cantava i gospel  in chiesa assieme alla nonna.
Possiamo dire, a ragione, che  sia stato il più giovane cantante gospel degli interi Stati Uniti D’America.
La morte se lo porta via,  a soli trentatré anni,  nel gennaio del 1979: una morte strana. Perché Donny viene ritrovato privo di vita sul selciato davanti ad un Hotel  di New York dove aveva alloggiato. Ufficialmente il caso venne archiviato come suicidio. Donny si sarebbe buttato dal quindicesimo piano. Ma pochi, tra quelli che lo conoscevano,  hanno mai creduto sino in fondo a questa tesi. Cosa sia successo veramente in quella notte del 13 gennaio 1979 non lo saprà mai nessuno.
“EVERYTHING IS EVERYTHING”  fu il suo disco d’esordio.  Prodotto dall’Atlantic Records nel 1970 è uno dei dischi di soul più belli di ogni epoca. Un disco nel quale con arte cristallina Hathaway svaria dal funky al blues, dal soul puro ai ritmi proprio della tradizione  afro-americana.
Un disco che, purtroppo, conoscono i pochi cultori di un genere che, ai nostri tempi, pare essere finito nel dimenticatoio.
Ed è un peccato.
Perché  le canzoni da lui scritte per questo  disco, come VOICES INSIDE (EVERYTHING IS EVERYTHING),  SUGAR LEE, THANK YOU TO THE MASTER (FOR MY SOUL), THE GHETTO, TRYIN’ TIMES,   sono  autentici gioielli di una purezza e bellezza incomparabile. Sono canzoni che mandate a tutto volume riempiono le nostre stanze di splendidi suoni e  creano atmosfere uniche.
Basterebbe chiudere gli occhi e in men che non si dica saremmo anche noi a ballare, lì in quel cerchio che c’è sulla copertina del disco, lì nel GHETTO di St. Louis, in Missouri,  lì con Donny & i suoi ragazzi  … nel cerchio della vita vista con gli occhi del soul. Dell’anima.


(DONNY HATHAWAY - THANK YOU MASTER - FOR MY SOUL-)



MUDDY WATERS AT NEWPORT 1960 - MUDDY WATERS


⭐⭐⭐⭐⭐

(M.C.A. - CHESS RECORDS - 1960)


Il miglior "Live album" di Blues di tutti i tempi fu registrato il 3 luglio 1960 al festival Jazz di Newport nel Rhode Island.
Titolare di quella Maestosa esibizione fu il celebre Muddy Waters forte della sua potente ed inconfondibile voce con la chitarra sempre spinta al massimo e  accompagnato, nell'occasione, da una super-band formata da James Cotton all'armonica, Otis Spann al piano, Pat Hare alla chitarra, Andrew Stephenson al basso e  France Clay alla batteria.
Muddy Waters (vero nome McKinley Morganfield)  quel giorno a Newport presentò alcuni dei suoi "cavalli di battaglia": canzoni "classiche" di quello che venne definito  "Chicago Blues".
Brani composti da lui stesso come BABY, PLEASE DON'T GO e pezzi composti dall'altrettanto leggendario  Willie Dixon come (I'AM YOUR) HOOCHIE COOCHIE MAN, I GOT MY BRAND ON YOU, TIGER IN YOUR TANK o ancora da Preston Foster come I'VE GOT MY MOJO WORKING e poi ancora I FEEL SO GOOD scritta da Bill Broozy e SOON FORGOTTEN di James Oden.
A chiudere il disco il pezzo GOODBYE NEWPORT BLUES che venne scritto a tempo di record proprio per l'occasione da Langston Hughes con Muddy Waterse e venne cantanto da Otis Spann.
Un disco Leggendario.
Il Blues nella sua essenza.



MUDDY WATERS AT NEWPORT 3/7/1960 -  (I'AM YOUR) HOOCHIE COOCHIE MAN




sabato 11 marzo 2017

NOSTRA SIGNORA DEGLI AUTOGRILL - FRANCESCO BACCINI


⭐⭐⭐⭐⭐
(RTI MUSIC - 1999)

Nell'ottobre del 1999 le facce sorridenti di Francesco Baccini e del celebre calciatore Bobo Vieri entrano nelle case di milioni di italiani grazie alla copertina che il settimanale SORRISI TV E CANZONI dedica al video della canzone di Baccini BALLATA DI UN RAGAZZO QUALUNQUE. Nel video il fortissimo attacante interpreta un agente di polizia che arresta il "Ragazzo Qualunque" (Baccini).  La canzone in oggetto è solo una delle "Perle" contenute nell'album NOSTRA SIGNORA DEGLI AUTOGRILL. 
Prodotto artisticamene da Baccini  stesso in collaborazione con Andrea Braido (la produzione esecutiva è a cura di Gianmarco Mazzi) questo disco, uscito nella primavera del 1999, contiene canzoni che sono da annoverare tra le più belle di Baccini: MIO FRATELLO, LA FRETTA E L'AMORE, BALLATA DI UN RAGAZZO QUALUNQUE, DEVO ANDARE VIA, IL PRIMO OMINO CLONATO. Tutte canzoni che tra ironia, pop,  e soul regalano momenti di grande musica.
Sono della "partita" lo stesso Andrea Braido alle chitarre, Lele Melotti alla batteria e l'orchestra "I Filarmonici dell'Arena di Verona". 
Nella canzone FRATELLI DI BLUES canta l'attore Alessandro Haber.
Splendido il brano strumentale LUNATIKA che chiude il disco.
NOSTRA SIGNORA DEGLI AUTOGRILL, che esce in cd con la copertina in 3D, è uno dei dischi più belli e sottovalutati dell'intera discografia di Baccini.
Magistrale.








(Francesco Baccini - LA FRETTA E L'AMORE)


giovedì 9 marzo 2017

FAI COL CUORE - ROBY FACCHINETTI


⭐⭐⭐⭐⭐

(CGD - 1993)


Roby Facchinetti, nove anni dopo l'esordio da solista con un album ROBY FACCHINETTI,  pubblica nel 1993 il suo secondo lavoro personale: FAI COL CUORE.
A differenza del primo lavoro, nel quale la produzione era affidata ad un altro dei Pooh, Stefano D'Orazio, questa volta Facchinetti produce il disco in proprio. 
I testi  sono ad opera dall'immenso Valerio Negrini mentre gli arrangiamenti e la direzione dell'orchestra sinfonica sono affidati a Fio Zanotti. 
Il risultato è semplicemente meraviglioso. Le dinamiche delle vicende umane si muovono, nei testi di Negrini, all'unisono con l'orchestra sinfonica Nova Amadeus che macina musica in maniera perfetta. Un tappeto sonoro che ospita viole, violini, oboe, flauti e che rende il suono del disco splendente.
Nascono così canzoni di altissimo valore come quella che titola il disco, FAI COL CUORE, o VIVRO' o ancora DI' LA VERITA', o AIUTAMI  per chiudere con la perla del disco PERCHE' NON SI VIVE PER SEMPRE che è un pezzo struggente con un testo che dona emozioni davvero speciali.
Meraviglioso.




(ROBY FACCHINETTI - PERCHE' NON SI VIVE PER SEMPRE)













mercoledì 8 marzo 2017

PERSONE SILENZIOSE - LUCA CARBONI


⭐⭐⭐⭐⭐

(RCA - 1989)

Due anni dopo aver fatto il "pieno" di consensi con l'album LUCA CARBONI (che conteneva le hit SILVIA LO SAI, FARFALLINA, CARO GESU', VOGLIA DI VIVERE) il bolognese Luca Carboni decidere di condividere produzione e arrangiamenti del nuovo disco con quello che, sin dall'inizio della sua carriera solista, è stato il suo chitarrista di fiducia: Bruno Mariani. Nasce così PERSONE SILENZIOSE album che, seppur accolto freddamente dalla critica, contiene alcune delle sue composizioni più belle e ispirate.
A partire dalla canzone che apre il disco, PRIMAVERA, con i suoi versi senza tempo "Mi emoziono vedendo passare di nuovo / i motorini truccati e le autoradio veloci il profumo / dei tigli mischiato ad un altro più strano / mi fa ricordare che da bambino sognavo di fare il benzinaio ".
Le canzoni scritte e interpretate da Carboni per questo disco abbracciano scene di vita quotidiana che la penna "magica" del cantautore tramuta in piccoli quadretti dai toni idilliaci: così LE CASE DI INVERNO, ESTRANEI, QUANTE VERITA' scorrono piacevoli e si lasciano ricordare proprio per il tono estremamente intimo che le caratterizza. Carboni canta storie di una normale quotidianità come fosse un fratello maggiore che riflette e fa riflettere su attimi di vita così come a tutti è familiare. 
Non manca un omaggio all'amore (ringraziando Jacques Prévert) nell'episodio I RAGAZZI CHE SI AMANO.
Bruno Mariani, che appare nella doppia veste di produttore e chitarrista,  intervallando l'attività di musicista con quella di arrangiatore grazie alle collaborazioni con artisti del calibro di Ron e Lucio Dalla è il "valore aggiunto" di questo PERSONE SILENZIOSE.
Disco sottovalutato. Prezioso.





(LUCA CARBONI - LE CASE DI INVERNO)





(LUCA CARBONI - PRIMAVERA)



domenica 5 marzo 2017

BRYTER LAYTER - NICK DRAKE


⭐⭐⭐⭐⭐

(ISLAND - 1970)

Disco Leggendario e di Culto, questo BRYTER LAYTER, è il secondo lavoro del cantautore inglese Nick Drake. Il disco è Leggendario sin dalla scelta del titolo: pare infatti che nell'indecisione sul da farsi Nick Drake fosse stato colpito del termine "brighter later" che è la formula con cui si concludono le previsioni del tempo che annuciano pioggia e temporali e (appunto) "schiarite più tardi"   così nacque BRYTER LAYTER che è la storpiatura onomatopeica di tale termine.
Sulla Magia che si sprigiona lungo  tutta la durata del disco attraverso le sue 10 canzoni sono stati scritti fiumi di inchiostro e spesi anche capitoli interi di libri. 
La Forza del suono, a cura del produttore Joe Boyd e del direttore dell'orchestra Robert Kirby, unitamente alla straordinaria valenza poetica delle liriche di Nick Drake hanno di fatto regalato l'Eternità a questo disco.
Collaboratori di valore assoluto in questo lavoro sono il chitarrista Richard Thompson, la sezione ritmica dei Fairport Convention nelle persone del bassista Dave Pegg e del batterista  Dave Mattacks e le  tastiere, viola e clavicembalo del Grande John Cale.
Nascono così capolavori come NORTHERN SKY, FLY, HAZE JANE II, POOR BOY. 
Di NORTHERN SKY nei primi anni 2000 la rivista musicale inglese NME scrisse che "(...) è la miglior canzone d'amore inglese dei tempi moderni."
Nella magica FLY l'intro dove si accompagnano prendendosi per mano la viola (John Cale) e la chitarra suonata da Drake è un "momento Musicale Imperdibile".
La malinconia che, di fondo, traspare in questa canzone è quella che porterà il suo autore sul viale della depressione che un successivo disco (l'altrettanto strepitoso PINK MOON) non riuscirà a guarire.
BRYTER LAYTER è un disco Speciale, scritto, suonato e cantato da un'artista Speciale.
Un Disco per definizione destinato a persone Speciali.



(NICK DRAKE - FLY)

















IL PIANOFORTE NON E' IL MIO FORTE - FRANCESCO BACCINI


⭐⭐⭐⭐⭐

(CGD - 1990)

Dopo l'esordio con CARTOONS che, nel 1989, gli valse il Premio Tenco come Opera Prima il cantautore genovese Francesco Baccini, sempre  accompagnato alla produzione da Giorgio Conte, conquista definitivamente il grande pubblico con IL PIANOFORTE NON E' IL MIO FORTE.
La straordinaria vena compositiva di Baccini traspare tutta in questo disco ed in pezzi ormai entrati di diritto nell'Elite della Musica D'Autore Made in Italy come LE DONNE DI MODENA, IL PIANOFORTE NON E' IL MIO FORTE, GENOVA BLUES, SOTTO QUESTO SOLE.
In GENOVA BLUES c'è ospite il Maestro Fabrizio De Andrè co-autore del pezzo mentre nella calvalcata allegra di SOTTO QUESTO SOLE partecipano i Ladri Di Biciclette di Paolo Belli.
Canzoni di grande spessore nascono in collaborazione con  Giorgio Conte: è il caso di RAGAZZA DA MARITO o di QUA QUA QUANDO o infine della straordinaria ballata de LA GIOSTRA DI BASTIAN composta dal solo Conte.
Collaborano al disco musicisti di valore assoluto come il chitarrista Andrea Braido, il batterista Gabriele "Lele" Meloti (già storici compagni delle scorribande del Blasco) e il fisarmonicista Fio Zanotti.
Disco molto Ispirato e Piacevole.



(FRANCESCO BACCINI - LA GIOSTRA DI BASTIAN)











THESE 23 DAYS IN SEPTEMBER - DAVID BLUE


⭐⭐⭐⭐

(REPRISE - 1968)

Figlio dell'epopea Folk del Greenwich Village David Blue (vero nome David Cohen) era un cantautore dotato di una visione poetica delle cose della vita che lo accomuna ai grandi dell'epoca: Dylan, su tutti, ne influenzò le prime opere discografiche. In questo suo secondo album THESE 23 DAYS IN SEPTEMBER trovano posto alcuni gioielli assoluti come la canzone che titola l'album, la toccante THE SAILOR'S LAMENT, la filastrocca SLOW AN EASY,  la poetica YOU WILL COME BACK AGAIN e quella THE GRAND HOTEL che, apparsa già nel suo primo disco, viene qui riproposta in tutta altra veste.
Un'artista, David Blue, che morto giovanissimo vive nella poesia di queste sue canzoni che sono perle senza tempo.



Recensione tratta da IL TONNUTO 78 - Novembre 2007

di Rho Mauro

Venticinque anni fa esatti, il 2 dicembre del 1982, mentre consuma la sua oretta quotidiana di jogging in Central Park a New York un attacco cardiaco stronca la vita di David Cohen. La morte si porta così via, a soli 41 anni, uno dei più ispirati (e purtroppo meno noti)  cantautori americani. David Cohen, meglio noto come David Blue è stato, infatti, uno dei grandi protagonisti dell’epoca del folk statunitense. L’epoca d’oro della musica folk, quella del Greenwich Village, quella che ha avuto come portabandiera Bob Dylan e che ha influenzato, negli anni, un numero incredibile di artisti. Newyorkese di nascita David Cohen potè  così facilmente entrare in contatto con tutto il sottobosco di cantautori che, all’epoca, animavano le serate nel Village. Le frequentazioni di artisti del calibro del già citato Dylan, ma anche di Eric Andersen, Tom Paxton, Fred Neil e altri, contribuì alla formazione musicale di Cohen il quale intraprese il cammino del singersongwriter con un album, l’omonimo DAVID BLUE. Era l’anno 1966 e l’album ottenne subito positivi riscontri facendo intravedere le notevoli qualità artistiche proprie del nostro.  Nel 1968 la seconda prova discografica con l’album THESE 23 DAYS IN SEPTEMBER. Un disco magnifico, con nove canzoni che sono delle autentiche perle. Tra queste l’emozionante THE SAILOR’S LAMENT, una composizione struggente, malinconica, dalla quale traspare tutta quanta l’essenza dell’arte tipica del cantautore. David Cohen “Blue” è uno di quegli artisti che vale veramente la pena scoprire (o riscoprire).



(DAVID BLUE - THESE 23 DAYS IN SEPTEMBER)


FRONTE DEL PALCO LIVE - VASCO ROSSI


⭐⭐⭐⭐⭐

(EMI - 1990)

Basterebbero le tre canzoni che, in sequenza, aprono il secondo disco di questo doppio  album live FRONTE DEL PALCO a testimoniare la immane potenza che muove la "macchina musicale"  del Vasco Nazionale allorché riempie stadi e palazzetti in una sorta di Rito di Adorazione Collettivo.
VIVERE UNA FAVOLA, VITA SPERICOLATA, LIBERI ... LIBERI, vivono, in questa veste elettrificata al massimo e tirata con chitarre che ululano nella notte, di una nuova vita.
In FRONTE DEL PALCO, che si può a ragione definire il miglior album live di Vasco,  trovano spazio diciotto canzoni tra le quali l'inedita GUARDA DOVE VAI che chiude l'album.
A far compagnia al Blasco vi sono Danile Tedeschi alla batteria, Paul Martinez al basso, Alberto Rocchetti alle tastiere, Davide Devoti alla chitarra ritmica, Andrea Innesto al sax e lo straordinario Andrea Braido alle chitarre. Ospite al sax in  DILLO ALLA LUNA e LIBERI ... LIBERI c'è Rudy Trevisi. Uno schieramento di musicisti di straordinario livello con le chitarre di Braido che incendiano l'aria e mandano in visibilio i fans del Blasco.
Testimonianza del tour 1989-1990, che segue la pubblicazione dell'album LIBERI ... LIBERI , questo è sicuramente il disco "manifesto" della Combriccola del Blasco.
Unico & Indispensabile.



(VASCO ROSSI - VIVERE UNA FAVOLA)



sabato 4 marzo 2017

PACIFICO - PACIFICO


⭐⭐⭐⭐⭐

(CAROSELLO - 2001)



Opera prima del cantautore milanese Gino De Crescenzo, in arte Pacifico, questo disco che porta il nome d'arte del suo autore è una "miniera di gioielli".
Già all'epoca della sua uscita, nel 2001,  destò buonissime impressioni tra gli addetti ai lavori tanto da aggiudicarsi la TARGA TENCO come MIGLIOR OPERA PRIMA.
Sempre un brano di questo disco, LE MIE PAROLE, valse a Pacifico la vittoria nel premio Grinzane Cavour per il valore del testo.
Seguì il premio della critica del  P.I.M. (Premio Italiano Musica)  nell'anno 2002.
Quindi fu la volta del cinema che scoprì la "miniera"  di Pacifico: nel suo film RICORDATI DI ME, infatti, il regista Muccino inserì ben due brani, cioè IL FARAONE e una nuova composizione originale del nostro intitolata proprio RICORDATI DI ME.
Le successive collaborazioni con artisti del calibro di Celentano e Fossati, per citarne confermarono la bontà del lavoro di questo eclettico cantautore.
Un disco di "spessore" dove l'intelligenza dei testi si accompagna a soluzioni musicali che, per quanto ricercate, sono di facile fruizione.
Canzoni che si mandano a memoria nel breve volgere di pochi ascolti e che sono diventate parti integranti del viaggio. 
Ricordo con particolare affetto GLI OCCHI AL CIELO dentro la quale ritrovo un pezzo di tempo andato e lo riporto indietro.
Magnifico PACIFICO: Pura  musica d'autore made in Italy!!










(PACIFICO - GLI OCCHI AL CIELO)


LUNA PERSA - MAX MANFREDI


⭐⭐⭐⭐⭐

(ALABIANCA - 2008)

Di Max Manfredi ebbe a dire il Maestro Fabrizio De Andrè:  "E' il più bravo" (tra i cantautori italiani). Peccato che per anni il suo nome resterà relegato al culto di pochi eletti. La svolta arriva nel 2009 allorchè il nuovo lavoro di Max, LUNA PERSA, vince il Premio Tenco come album dell'annata 2008 mettendosi alle spalle gente del calibro di Capossela e Fossati.
LUNA PERSA è un disco di bellezza rara. Nel brano LA FIERA DELLA MADDALENA  (che era già stato inciso da Manfredi in uno dei suoi primi dischi) canta proprio Fabrizio De Andrè.
Superbo.



Recensione tratta da IL TONNUTO - SPECIALE LUNA PERSA  (2008) 


“Luna persa” è il capolavoro di un artista, Max Manfredi, che sintetizza in questo
album tutta quanta l’abile arte del cantautore.
In tredici canzoni e 63 minuti di musica si abbracciano una quantità notevole di influenze
musicali. Gli incroci tra la musica mediterranea e quella orientale e tra il pop & il jazz
si ripetono in maniera costante rendendo l’ascolto del disco molto piacevole. E’ sicuramente
uno dei dischi che ritroverò nella mia personale classifica di questo anno 2008
che ci ha offerto veramente dei dischi di livello eccelso in buona quantità.
L’album si apre con un pezzo narrato in francese dal titolo AU CLAIR DE LA LUNE che
spiazza subito l’ascoltatore e lo lascia in attesa del divenire.
L’ORA DEL DILETTANTE parte anch’essa con un pezzo narrato per poi sviluppare un
tema interessante che nell’incedere musicale ha un ritmo quasi “drammatico”. Ma è
con IL REGNO DELLE FATE che il disco decolla in maniera assolutamente spettacolare.
La canzone come una fiaba si dipana tra atmosfere delicate e soffuse. L’orchestrazione
è perfetta e la narrazione veramente accattivante.
TERRALBA TANGO ritorna a ritmi più “impegnati”. Il contrabbasso contribuisce a creare,
da solo, il tappeto sonoro sul quale si dipana la voce di Manfredi.
RETSINA si apre in maniera dolcissima con le chitarre a sussurrare una melodia che
subito è diventata una delle mie preferite. Il mandolino contribuisce a creare un suono
“mediterraneo” il giusto. LIBECCIO segna il passaggio a ritmi “flamenchi”. Sembra una
canzone scritta lì tra il Portogallo e il Brasile. Una canzone “calda” e veramente suggestiva.
QUASI si apre in maniera delicata con un pianoforte a dettare i ritmi. Non potrebbe
essere altrimenti per una canzone che tratta di un tema “universale” chiamato amore:
certamente una delle migliori canzoni del disco.
ZIMBALOM è una canzone etnica nel senso pieno del termine. E le etnie sono più di
una. Ritmi arabi, quelli cari al nostro Battiato, e poi ritmi tipici dei paesi dell’est europeo.
Un piccolo capolavoro del genere.
APRILE è la mia prima scelta assoluta. Un bellissimo pezzo che si apre con il piano in
evidenza a cui poi si unisce uno splendido violino. I mesi e le stagioni che passano sono
il punto di partenza di questa riflessione sullo scorrere della vita. Bellissima. La migliore
del lotto, senza dubbio, per chi scrive. Anzi, vi dirò di più: in capo ad un anno ascolteremo
centinaia di canzoni nuove: ebbene, questa canzone di Manfredi è (insieme a “Il
nome delle cose” dell’altro amico Max che di cognome fa Larocca) la miglior canzone di
questo 2008.
IL MORALE DELLE TRUPPE è un pezzo ben più “serio” ed è aperto da una sorta di
marcia militare che rimane poi di sottofondo in gran parte del pezzo. La riflessione sulla
trincea e sui suoi uomini è ben sviluppata fino ad una conclusione molto suggestiva.
IL TRENO PER KUKUWOK è un’altra favola nata da una segnalazione sbagliata su un
cartello nella stazione ferroviaria di Pavia. Di lì Manfredi raccoglie i pensieri che si
fanno riflessione e poi poesia, autentica poesia. E’ di gran lunga la preferita del mio
piccolo Valentino e questo depone a suo favore. Sempre.
LUNA PERSA è la title track ed è (lasciando a parte le American -jam-band), una delle
canzoni più lunghe che mi sia mai capitato di ascoltare in vita mia. E’ una sorta di
infinita lettera ad una figlia non voluta. Sembra una canzone uscita fuori dal song-book
di Fabrizio De Andrè.
LA FIERA DELLA MADDALENA vede Manfredi duettare proprio con Fabrizio De Andrè in
una canzone che è datata 1994 e che era già contenuta in un vecchio album di Max.
Piccola Gemma.
Alla fine LUNA PERSA si dimostra un grande disco con almeno sei canzoni che lasciano
il segno in maniera indelebile. E questo è quello che si chiede ad un cantautore: comporre
musica che arrivi a toccare le corde giuste dell’ascoltatore. Manfredi ci riesce
appieno, ma questo era fuori dubbio. E’ un grande cantautore Max Manfredi. Ma grande
davvero.




(MAX MANFREDI - APRILE)