⭐⭐⭐⭐⭐
(ALABIANCA - 2008)
Di Max Manfredi ebbe a dire il Maestro Fabrizio De Andrè: "E' il più bravo" (tra i cantautori italiani). Peccato che per anni il suo nome resterà relegato al culto di pochi eletti. La svolta arriva nel 2009 allorchè il nuovo lavoro di Max, LUNA PERSA, vince il Premio Tenco come album dell'annata 2008 mettendosi alle spalle gente del calibro di Capossela e Fossati.
LUNA PERSA è un disco di bellezza rara. Nel brano LA FIERA DELLA MADDALENA (che era già stato inciso da Manfredi in uno dei suoi primi dischi) canta proprio Fabrizio De Andrè.
Superbo.
Recensione tratta da IL TONNUTO - SPECIALE LUNA PERSA (2008)
“Luna persa” è il capolavoro di un
artista, Max Manfredi, che sintetizza in questo
album tutta quanta l’abile arte del
cantautore.
In tredici canzoni e 63 minuti di
musica si abbracciano una quantità notevole di influenze
musicali. Gli incroci tra la musica
mediterranea e quella orientale e tra il pop & il jazz
si ripetono in maniera costante
rendendo l’ascolto del disco molto piacevole. E’ sicuramente
uno dei dischi che ritroverò nella
mia personale classifica di questo anno 2008
che ci ha offerto veramente dei
dischi di livello eccelso in buona quantità.
L’album si apre con un pezzo narrato
in francese dal titolo AU CLAIR DE LA LUNE che
spiazza subito l’ascoltatore e lo
lascia in attesa del divenire.
L’ORA DEL DILETTANTE parte anch’essa
con un pezzo narrato per poi sviluppare un
tema interessante che nell’incedere
musicale ha un ritmo quasi “drammatico”. Ma è
con IL REGNO DELLE FATE che il disco
decolla in maniera assolutamente spettacolare.
La canzone come una fiaba si dipana
tra atmosfere delicate e soffuse. L’orchestrazione
è perfetta e la narrazione veramente
accattivante.
TERRALBA TANGO ritorna a ritmi più
“impegnati”. Il contrabbasso contribuisce a creare,
da solo, il tappeto sonoro sul quale
si dipana la voce di Manfredi.
RETSINA si apre in maniera dolcissima
con le chitarre a sussurrare una melodia che
subito è diventata una delle mie
preferite. Il mandolino contribuisce a creare un suono
“mediterraneo” il giusto. LIBECCIO
segna il passaggio a ritmi “flamenchi”. Sembra una
canzone scritta lì tra il Portogallo
e il Brasile. Una canzone “calda” e veramente suggestiva.
QUASI si apre in maniera delicata con
un pianoforte a dettare i ritmi. Non potrebbe
essere altrimenti per una canzone che
tratta di un tema “universale” chiamato amore:
certamente una delle migliori canzoni
del disco.
ZIMBALOM è una canzone etnica nel
senso pieno del termine. E le etnie sono più di
una. Ritmi arabi, quelli cari al
nostro Battiato, e poi ritmi tipici dei paesi dell’est europeo.
Un piccolo capolavoro del genere.
APRILE è la mia prima scelta
assoluta. Un bellissimo pezzo che si apre con il piano in
evidenza a cui poi si unisce uno
splendido violino. I mesi e le stagioni che passano sono
il punto di partenza di questa
riflessione sullo scorrere della vita. Bellissima. La migliore
del lotto, senza dubbio, per chi
scrive. Anzi, vi dirò di più: in capo ad un anno ascolteremo
centinaia di canzoni nuove: ebbene,
questa canzone di Manfredi è (insieme a “Il
nome delle cose” dell’altro amico Max
che di cognome fa Larocca) la miglior canzone di
questo 2008.
IL MORALE DELLE TRUPPE è un pezzo ben
più “serio” ed è aperto da una sorta di
marcia militare che rimane poi di
sottofondo in gran parte del pezzo. La riflessione sulla
trincea e sui suoi uomini è ben
sviluppata fino ad una conclusione molto suggestiva.
IL TRENO PER KUKUWOK è un’altra
favola nata da una segnalazione sbagliata su un
cartello nella stazione ferroviaria
di Pavia. Di lì Manfredi raccoglie i pensieri che si
fanno riflessione e poi poesia,
autentica poesia. E’ di gran lunga la preferita del mio
piccolo Valentino e questo depone a
suo favore. Sempre.
LUNA PERSA è la title track ed è
(lasciando a parte le American -jam-band), una delle
canzoni più lunghe che mi sia mai
capitato di ascoltare in vita mia. E’ una sorta di
infinita lettera ad una figlia non
voluta. Sembra una canzone uscita fuori dal song-book
di Fabrizio De Andrè.
LA FIERA DELLA MADDALENA vede
Manfredi duettare proprio con Fabrizio De Andrè in
una canzone che è datata 1994 e che
era già contenuta in un vecchio album di Max.
Piccola Gemma.
Alla fine LUNA PERSA si dimostra un
grande disco con almeno sei canzoni che lasciano
il segno in maniera indelebile. E
questo è quello che si chiede ad un cantautore: comporre
musica che arrivi a toccare le corde
giuste dell’ascoltatore. Manfredi ci riesce
appieno, ma questo era fuori dubbio.
E’ un grande cantautore Max Manfredi. Ma grande
davvero.
(MAX MANFREDI - APRILE)
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