⭐⭐⭐⭐⭐
(BLACK & TAN CD- 2004)
In questo COERCION STREET c'è tutta la magia di un Folk-Blues senza confini e senza tempo che sicuramente parte da Robert Johnson e che poi passa l'Africa che era la terra di origine della famiglia di questo straordinario artista : Ernie Payne.
Con una classe e una tecnica chitarristica cristallina Ernie Payne presenta in COERCION STREET undici canzoni che sono una commistione di blues e folk rivisitati in modo del tutto personale. Scomparso nel settembre del 2007 Payne ha lasciato in eredità alla storia della Musica D'Autore un solo disco, proprio questo che, seppur poco noto, ha i tutti crismi dei Grandi Classici. Da Sentire.
Recensione tratta da IL TONNUTO n. 58 - Gennaio 2006
di Rho Mauro
Nativo della Louisiana ma di origini africane Ernie Payne
arriva nel mio lettore cd molto, molto in ritardo rispetto all’uscita del suo
primo album “COERCION STREET”.
L’album è, infatti, datato 2004, ma come spesso capita alle
piccole gemme nascoste, le si scopre sempre più tardi.
Lontano dalle luci della ribalta e prodotto da un’etichetta
indipendente, la BLACK & TAN RECORDS, questo superbo lavoro ci riporta un
po’ indietro nel tempo, perché mischia sapori e umori che spaziano dall’Africa
al blues con un pizzico di cajun proprio delle paludi della Louisiana,
rimarcando un chiaro impianto cantautorale in puro “folk style”.
Può non avere più molto senso parlare di folk, oggigiorno,
perché in effetti di questa definizione musicale si è abusato anche sin troppo;
il folk appartiene ad un epoca, quella del Village di New York, del grande
Woody Guthrie, del primo Dylan, che è
passata per sempre.
Ricondurre il lavoro di Payne ad un disco di chiara matrice
folk serve semmai a far comprendere a chi questo disco non l’ha mai ascoltato,
che lui è il genere di musicista che lavora con le parole che gli frullano
in testa, prima ancora che con gli
accordi che la sua chitarra produce.
Alla fine la giusta amalgama tra testi e suoni è il
risultato di questo lavoro.
Dottatissimo
tecnicamente suona chitarra e dobro in modo del tutto personale.
La sua voce è carica, nera
e ricorda al primo ascolto un certo John Hiatt.
In questo suo primo lavoro Payne assembla undici piccole
gemme.
Si parte con CURSE OF HAMM il cui intro già definisce il
chiaro stile chitarristico del nostro. Accompagnano, quasi sempre, la chitarra
elettrica di Rob Zucca (cooproduttore del disco con Payne), Mark Tabbert al
basso e Joe Romersa alla batteria
Segue MOTHER’S UNCLE nella quale solo un’altra chitarra
(Rob Zucca, elettrico) accompagna quella di Payne unitamente alla sua voce.
Altro intro degno di nota per la canzone che regala il
titolo al disco; COERCION STREET è una grande ballata, ed ascoltare la voce di
Payne all’inizio è veramente come rimembrare il miglior Hiatt di sempre.
LISTEN TO THE BLUES GROW è altra canzone di valore
assoluto.
PISSIN’ IN THE WIND è canzone minimalista, dai toni soffici
e tenui. Solo il nostro alla chitarra e il solito Zucca al dobro, chitarra e
cori. Bell’episodio in un contesto che, definirie suntuoso, è poco.
NOTHING WRONG WITH TEXAS parte ad un ritmo decisamente più
veloce, bella canzone di rock nella quale Payne racconta la storia “metereologica” del Texas di Suzanne.
ONE MORE NIGHT ritorna a toni pacati, e sempre è il duo
Payne/Zucca a menare le danze; canzone riflessiva e dolce.
W.I.P. ripropone tutta la strumentazione di base, per disegnare un’altra canzone dai toni
soffusi che si chiude con un “ i love you” che lascia poco spazio… ad altre
questioni.
FAMILY RELATIONS è la mia preferita di tutto il lotto.
E’ una di quelle canzoni per cui continuerò a dire che
certa gente, (quella che vedete ad MTV tanto per intenderci), prima di
definirsi cantante e/o musicista dovrebbe cospargersi il capo di cenere. Questa
è una canzone amici. Un testo che è poesia, pura (un po’ triste, forse, ma
tant’è); una musica costruita sul testo con solo una chitarra, quella del
nostro e il buon Zucca alla seconda voce.
ANCIENT EYES con i suoi 6 minuti e passa è la più lunga
canzone dell’album e ci porta verso la fine di un disco che è veramente una
piccola gemma.
Il compito di chiudere spetta a JOANNE’S THEME un pezzo
strumentale che vede il solo Payne alla chitarra.
Solo un grande può permettersi di chiudere il suo primo
disco con un pezzo strumentale, e Payne, al suo primo disco, per noi è già un
eroe!!!!
Cercate questo disco amici… forse ci metterete un po’ a
trovarlo, ma merita. Come pochi altri.
(ERNIE PAYNE - FAMILY RELATIONS)
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