⭐⭐⭐⭐
(DUALTONE - 2003)
Quando uscì questo disco di Jeff Black il "Boston Globe" accostò il suo nome a tre leggende che rispondono ai nomi di Steve Goodman, Bruce Springsteen e Townes Van Zandt. Per via della sua visione poetica della vita e la capacità di raccontarne lo scorrere con le storie che compongono questo B-SIDES AND CONFESSIONS Jeff Black è da considerarsi un autentico Outsider tra i Singer-Songwriter made in U.S.A.
Nel disco Black fa quasi tutto in solitudine: suona piano, chitarra e banjo (magica GOLD HEART LOCKET x banjo e voce solo): in un paio di canzoni affiorano collaborazioni al basso e alle percussioni. Disco da toni Intimi. Prezioso come pochi.
Recensione tratta da IL TONNUTO 37 - Dicembre 2003
di Rho Mauro
Iniziava il primo caldo quando, verso la fine di maggio,
andai per la prima volta in cerca di un cd dal titolo curiosissimo.
Cercavo Jeff Black
con il suo terzo album "B-SIDES AND
CONFESSION - VOLUME ONE".
Ogniqualvolta chiedessi di Jeff tutti credevano stessi parlando di BECK... Jeff Beck (famoso
"storico" cantautore) ma no, io cercavo proprio JEFF
BLACK.
Al di là della quasi identica pronuncia, il dato di fatto:
nessuno o quasi conosce ancora Black
in Italia.
Alla disperata, portavo con me una fotocopia della copertina
del cd; unico modo per rendere a Black quello
che era suo.
Fino al marzo scorso Black
distribuiva i suoi cd esclusivamente tramite il suo sito internet. La
distribuzione, dalla natia Nashville, era quindi affidata esclusivamente alla
"E-commerce". Solo in USA i suoi cd hanno avuto regolare
distribuzione.
In quel mese di maggio la recensione più che positiva di Paolo Carù sul BUSCADERO mi spinse alla ricerca del cd.
Era, semplicemente, un cd tra i tanti (troppi!!??) che
escono ogni mese dalle più svariate case discografiche indipendenti USA.
Da allora sono passati circa sei mesi... ma alla fine l'ho
trovato.
A dire il vero l'avevo accarezzato la sera del concerto di
Willy Deville in quel di Chiari. Era sulla bancarella all'esterno del
palazzetto San Berbardino. Ma forse non era ancora il momento.
Fatto è che ora il cd l'ho trovato. Ascoltato mille e già
più volte.
La scoperta della musica di Jeff Black la potrei accostare per la passione che ha acceso a
quella dei grandi "sconosciuti" che abbiamo scoperto; penso al grande
Davide Van De Sfroos, ma anche ai mitici "Sulutumana" e a Pollina.
Dopo tanto ascolto l'album di Black ancora non finisce di
stupirmi.
Il cd è distribuito dalla "DUALTONE" piccola e
indipendente casa discografica.
Il fatto che la distribuzione sia stata curata da questa
piccola realtà ha solo un pochino ritardato l'approdo del cd nel nostro
lettore.
Ma proprio il fatto che una così piccola realtà abbia potuto
far giungere da Nashville a Cabiate questo piccolo capolavoro è il lato
meraviglioso della "macchina musicale indipedente"... significa che,
se vogliamo, possiamo ancora scegliere.
"B-SIDES AND
CONFESSIONS - VOLUME ONE" è il terzo album della "verde" discografia di Black. Segue infatti "BIRMINGHAM
ROAD" del 1998 e "HONEY &
SALT" del 2002.
Dei primi due album non posso proprio raccontarvi alcunché,
dato che non ho proprio mai ascoltato nulla.
Di "B-Sides" potremmo stare a parlare per tutti i
minuti 46:11 che dura.
In realtà è già parecchio curioso il titolo... infatti, di
solito, si pubblica un B-SIDES solo se si hanno parecchi A-SIDES, ossia
successi musicali.
Black, dunque, ironizza sulla sua stessa carriera di
musicista, e pubblica, a digiuno di A-SIDES un album dal titolo B-SIDES.
Tutte quante le 10 tracce dell'album vedono Jeff alla
stesura dei testi e della musica.
E questa è una delle cosa che lo fa preferire, di gran lunga
ad altre opere.
Il suo lavoro è un autentico capolavoro. Altre definizioni
non ne trovo.
Mancano ancora parecchi giorni alla fine dell'anno... e
qualche uscita discografica ancora è là da venire.
Ma ormai non c'è più spazio per altre "storie".
"B - SIDES AND CONFESSIONS - VOLUME ONE" è il
miglior disco straniero uscito nel 2003. Personalmente non ho dubbi.
LA TRACK LIST
"B-sides and confessions - volume one" si compone di undici canzoni. Undici
autentici capolavori. Tutti testi stupendi che trasudano di poesia antica e da
tempo dimenticata... anche quando narrano di momenti di vita semplice e comune.
Apre il disco la melodica "Slip" che Jeff canta strimpellando il pianoforte con
notevole maestria.
Segue "Same old
river" composizione acustica di notevole spessore.
"Holy
roller" è la
canzone con maggior "passaggi rock".
"Sunday
best" è la
mia preferita. Ballata in cui il
pianoforte è assoluto dominatore e, nella quale, vi è un illuminante
definizione della vita di tutti i giorni:
"We'll get up in the morning
and we work old day
we'll come home
in the evening sun
there's nothing more to say"
"To be with
you" è il
momento più lento di tutto il cd. Il piano magistralmente suonato da Black
raccoglie le sue intime considerazioni.
"Gold heart
locket" ci
regala una decisa virata country. Uno stupendo Black impegnato, stavolta, al
banjo ci regala la sua definizione di "acustico". Per tutti i tre
minuti e rotti che dura la canzone si odono la sola voce di Jeff e il suono del
banjo... un must!!
"Cakewalk" è un altro momento di intima
riflessione. Anche qui, come in "To be with you" il pianoforte
disegna armonie e colori.
"Bless my
soul" segna
il ritorno a chitarre sonanti e prepara il gran finale del cd.
"Bastard" rappresenta la sintesi si tutto il cd.
In essa emergono lo spessore della voce di Black, la maestria di un testo di
alta poesia contemporanea e una musica "padrona".
Chiude il cd la splendida "Higher Ground". Sei-minuti-sei di una ballata stupenda
che prende il via da una armonica a bocca che traccia il confine tra un
capolavoro musicale e vocale al contempo.
CONCLUSIONE
Cari amici... mi dice spesso mia moglie: "(…) per te,
ogni nuovo disco, è il più bello che ha mai sentito" e, forse, in parte ha
anche ragione.
Stavolta ho aspettato il periodo "ovvio" della
prima settimana... ne ho lasciate passare anche due... ma ora... fatemelo
ridire...
Questo di Jeff Black è il più bel lavoro che le mie orecchie
abbiano ascoltato tra tutti i nuovi cd in questo 2003.
(JEFF BLACK - SLIP )
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