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mercoledì 1 febbraio 2017

E LO CHIAMERAI GIOVANNI - ARTURO FIESTA CIRCO






⭐⭐⭐⭐⭐

(VIA AUDIO RECORDS - 2010)

Nella buona sostanza delle cose questo disco dell'allora ARTURO FIESTA CIRCO  resta una delle sorprese più gradite che la mia esperienza di ascoltatore possa rimandare a memoria.
Un disco geniale sotto ogni punto di vista  buon frutto di una perizia musicale talmente speciale che di lì in poi il suo deus-ex-machina Sergio Arturo Calonego inizierà un percorso musicale dettatogli probabilmente da qualche sfera celeste richiamata dal risonare delle musiche di Giovanni.
Zenith assoluto della produzione dell'Arturo Fiesta Circo questo disco è una delle perle (nascoste) più preziose della storia della Musica D'Autore Made in Italy. 





(RECENSIONE TRATTA DA  "IL TONNUTO 111 -  NOVEMBRE 2010)

di Rho Mauro 

Un signor disco  …  signori!!!
Lo Zio di tutti i TONNUTI ci “ribalta” la classifica annuale arrivando come un turbine con il suo nuovo disco …
Un disco, per certi versi “folle” …  (e lo Zio non s’offenda – of course -   è un complimento)
Si tratta di un concept album che, come si intuisce sin dalla copertina (illustrazione  di Matteo Pederzini dove io  ho visto il “bambino” che guarda sotto il tendone del Circo)  e dall’emblematico titolo, racconta le storie delle Sacre Scritture rivisitate attraverso un passaggio spazio-temporale in una realtà parallela dove i personaggi sono catapultati in un circo, completo di donna cannone, pagliaccio, ballerina e compagnia bella.
Al primo ascolto, lo ammetto, sono rimasto completamente spiazzato. I ritmi del disco sono ben diversi da DISTRATTO A SUD  esordio dello Zio Fiesta. L’ARTURO FIESTA CIRCO macina sempre un genere musicale che possiamo anche collocare all’incrocio tra le tre vie che sono il blues, il jazz e la pura musica d’autore. Rispetto all’esordio, tuttavia, in questo secondo episodio echi di “effetti speciali”, sintetizzatori spaziali e altri effetti “da circo” regalano un suono più tondo e pieno che fa un gran bene all’anima.
Il Circo è così composto: Sergio Arturo Calonego (alias lo Zio Fiesta) alla voce e chitarra, Fabio Giussani alla batteria e percussioni, Fabio Bianco al basso, Giuseppe Magnelli alla chitarra ed effetti spaziali, Sara Denova al pianoforte, Sara Giolfo seconda voce e cori. Guest sono Armando Ilario alla fisarmonica, Daniele Milione insieme a Luca Camisasca e Elisa Galli ai cori.
Il disco si apre con LE ROYAL … ed è, chiaramente, il principale che deve aprire il tendone del circo. Ed il Gesù (pianista) lo fa, alla grande. Qui accanto ai suoni tradizionali del Circo dello Zio  già ci sono echi di quei sintetizzatori spaziali a cui accennavo sopra.
LA LUNE è un puro, splendido, adamantino esercizio di stile laddove lo Zio rende onore alla sua origine italo-belga (dalle parti francofone di Liegi se la memoria mi assiste) … (ps. Zio, che Leggi … ode a Jean Marie Pfaff, sempre!) ed anche qui echi di ufo robot spaziali ci portano per davvero sulla luna. Un pezzo imperdibile che ha un’atmosfera magica un suono sublime.
LA REGINA, che si avvale di un intro al piano di Sara Denova talmente bello & dolce che sembra arrivare sempre dalla luna (per stare in tema di “alieni & Allevi” … visto che siamo nel numero TONNUTO giusto…) ci racconta la storia & la vita della Donna Cannone  che, l’Idiota che verrà poi, osa anche apostrofare “(…) balena”. Lei è la vera Regina del circo. Invidiabile la poesia con cui lo Zio ne descrive il pensiero e i tormenti dell’anima. Dalle note del cd possiamo accostare la sua figura alla Maddalena.
IL PAGLIACCIO “(…) prendimi, se riesci /  rispetto solo quello che moltiplicava i pesci” è ciò che afferma più volte nel suo ritornello questo pagliaccio che rappresenta il momento di maggior svago della compilation. Questa è una canzone travolgente ragazzi. E’ bella, divertente e, ovviamente, anche un po’ irriverente. Lui potrebbe essere benissimo uno dei ladroni che, in croce con Gesù, ne comprende appieno il mistero Eterno e si pente.
L’IDIOTA è una brano decisamente più “serio” quasi rock. Anzi, diciamo che è decisamente un brano rock che ben si presta ad essere eseguita dal vivo con quel suo refrain finale “(…) pazzo di luce negli occhi” adatto ad aizzare le masse dei fans.
LA BALLERINA ci riporta ad atmosfere meno “rocciose”…  Lei non è certo idiota. Un bel pianoforte (sempre Sara Denova) accompagna il dolce racconto dello Zio sulla vita “circense” della Madonna. Un ritratto delicato che farebbe bene il paio con quei quadretti dolci della Beata Vergine che ogni buona famiglia appende nelle camerette dei propri bambini.
L’ACROBATA è una bella e dolce ballata dai colori pastello-tenui. Ma forse non è poi nemmeno una ballata: è più una poesia. Leggendo il testo senza musica ci si rende conto che la scrittura dello Zio Fiesta è “illuminata” & illuminante al tempo stesso. Questo acrobata che vola senza rete non è certo un pazzo … “(…)se chiude gli occhi l'acrobata vede un quadro di stelle / il luccicare del cielo è un incanto dipinto di blu”. Ovviamente l’Acrobata altri non potrebbe essere che l’Arcangelo Gabriele …  un “volatile” per definizione …
IL DOMATORE dal ritmo decisamente jazzato  questa canzone è un’analisi psicologica del rapporto a “due” tra la tigre domata e il suo domatore, ci si trova di fronte a temi profondi come  il tradimento … e se il Gesù di questo Circo è  il pianista, questo Domatore, altri non potrebbe essere che il  Giuda traditore, ritratto qui nella notte in cui il destino era stato già scritto.
FORSE è una dolce ballata dai toni intimistici, e quasi nostalgici che chiude questo  E LO CHIAMERAI GIOVANNI un disco che lascia veramente senza parole alla fine del suo attento ascolto. Anche questa canzone, letta nel silenzio di una sera qualunque, ha un potenziale esplosivo. Sì: in quei FORSE ognuno degli attenti ascoltatori può ricercare le proprie tracce, le proprie ansie, paure o insicurezze.
Dal suo esordio con il già ricordato DISTRATTO A SUD la perizia musicale e di esecuzione del Circo è salita a mille: le qualità di chansonnier di Sergio Arturo Calonego sono state svelate in maniera totale. L’ho trovato in questo disco al meglio … del meglio.
Tra suoni e testi altamente ispirati lo Zio ha messo insieme un “Circo” perfetto … con i suoi Re, Regina, il Pagliaccio, l’Acrobata, il Domatore e la Ballerina tutti insieme, appassionatamente, sotto una splendida e appassionata “lune” che riflette le sagome di Gesù, della Madonna, della Maddalena, e di tutti gli altri  protagonisti di questa bellissima storia.
Solo un Genio avrebbe potuto concepire un disco del genere … il grande timore è che molti, ascoltandolo di sfuggita, potrebbero anche non comprenderlo appieno ma è il rischio del mestiere, un po’ come l’Acrobata che volteggia senza rete di protezione.
Indubbiamente E LO CHIAMERAI GIOVANNI  è un esercizio di stile più unico che raro …

Disco dell’anno.


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