⭐⭐⭐⭐⭐
(APPALOOSA RECORDS - 2020)
Ricordo, era la primavera del 2004, un concerto dei Mercanti di Liquore presso il Teatro di Santa Valeria a Seregno. In quella serata Lorenzo Monguzzi, vocalist del gruppo, era sul palco con i compagni di ventura, Piero Mucilli alla fisarmonica e Simone Spreafico alla chitarra per presentare il loro secondo disco, quello splendido LA MUSICA DEI POVERI la cui copertina è sempre visibile nell'intestazione di questo blog e la cui scheda è rintracciabile qui: La Musica dei Poveri.
Un "power trio" acustico che macinava una Musica di Semplice e Pura bellezza.
Questi ragazzi avevano stoffa. Da vendere.
Di lì a poco il sodalizio con Marco Paolini avrebbe dato loro la giusta visibilità.
Poi il percorso del gruppo si interruppe e Lorenzo Monguzzi proseguì la sua carriera artistica dando alle stampe l'album PORTAVERTA nel 2013.
Ora, a distanza di sette anni da quel primo album solista, Monguzzi ritorna con ZYNGHER un progetto sicuramente singolare: proporre delle canzoni "classiche" della storia della musica rivisitate nel dialetto brianzolo unitamente ad alcune composizioni proprie del cantautore che ben si accoppiano ai classici rivisitati.
La voce di Lorenzo Monguzzi richiama, a tratti, la voce del Grande Faber e così, questo "Bignami di Storie Brianzole" io lo vedo un po' come una sorta di "Creuza de ma".
Il disco parte con una composizione originale di Monguzzi, "La tusa de Lisùn", ossia "La Ragazza di Lissone" ballata "di ringhiera" che tra cori e violino conquista già al primo ascolto.
"Henry Lee" rivisitazione dell'omonima canzone di Nick Cave cantata da Monguzzi con l'accompagnamento alla voce di Leslie Abbadini è una densa ballata che, con il lavoro prezioso di Nadir Giori al contrabbasso, Raphael Maillet al violino e Andrea Sangineto alle arpe assume toni epici. Grande Canzone.
"Un alter cafè" propone il ritorno dopo tanto tempo in un luogo che, ora, è cambiato, e dove il protagonista si trova ad essere estraneo, avvolto solo dai suoi ricordi.
"I rivoltèi de Brixton" è la rilettura de "The Guns of Brixton" dei Clash e si apre con una chitarra "tanghera". Brano suggestivo.
"Zyngher", canzone che titola il disco, è la rivisitazione di "Gipsy" di Suzanne Vega. Altro brano che convince appieno e che vede, alla fisarmonica, Piero Mucilli in una "sorta" di mini reunion dei Mercanti di Liquore.
"L'è minga vera" è una ballata originale di Monguzzi, una sorta di "love-song di ringhiera". Convince Monguzzi allorchè tratteggia questi ritratti di storie di paese. Convince in pieno.
"San Vitùr Blues" già dai primi secondi di chitarra mette sul piatto il tipico "boom-chicka-boom" del Leggendario Johnny Cash. Ed infatti la canzone è la rivisitazione di "Folsom Prison Blues", brano classico di Cash. Monguzzi lo rivede alla sua maniera e così il celebre verso "I shoot a man in Reno just to watch him die " nella rivisitazione diventa "Ma ho masà un omm a Torino, giust per vedel crepà".
Il disco si chiude con una splendida "preghiera laica" composta da Monguzzi: "Preghiera del làder", "Preghiera del Ladro" un brano di pura e struggente poesia.
Versi di una bellezza davvero unica come quelli che accompagnano il finale:
"Signùr su no se basta dì che me despiàss
su no se sunt in temp ammò a scüsass
Te ghe resòn, ghe vör propri un bel talent
a s’cèppà i finester
e pö lamentass del vent
Ma i tò fioeu ti è fa un po’ cumplicàa
perduna anca quei ch’inn vegnù mà
Quei ch’inn burla föra de la cesta
L’è l’unica manera de salvài
l’è l’unica vittoria che ghe resta."
"Signore, non so se basta dire che mi dispiace
non so se sono ancora in tempo a scusarmi
Hai ragione, ci vuole proprio un bel talento
a rompere le finestre
e poi lamentarsi del vento
Ma i tuoi figli li hai fatti un po’ complicati
perdona anche quelli venuti male
Quelli che sono caduti fuori dalla cesta
È l’unico modo di salvarli
è l’unica vittoria che gli resta."
ZYNGHER è un disco che svela appieno il talento di Lorenzo Monguzzi, cantautore capace di comporre brani di grande valore ma, al tempo stesso, capace di reinventare, in maniera credibile e musicalmente ineccepibile, anche i grandi brani degli altri artisti.
In una parola: Maestro.
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