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venerdì 30 agosto 2024

MARK LANEGAN - SCRAPS AT MIDNIGHT

 




⭐⭐⭐⭐⭐

(SUB POP RECORDS - 1998)


Con SCRAMPS AT MIDNIGHT, anno di grazia 1998, terzo album della sua carriera da solista, il leader degli SCREAMING TREES Mark Lanegan,  esponente della scena grunge americana dei primi anni  90,  porta a compimento una "triade iniziale" di lavori che è davvero qualcosa di strepitoso uscendo tuttavia dal territorio proprio del grunge per proporre, piuttosto,  un solido lavoro di rock venato di folk e blues con suoni talora acustici talora con pesanti contaminazioni elettroniche.

Nell'album del suo debutto solista, THE WINDING SHEET del 1990,  Lanegan, con l'aiuto del membro dei Dinosaur Jr Mike Johnson e il contributo alla voce di Kurt Cobain in due pezzi  mette subito insieme una serie di pezzi da novanta che vengono acclamati da critica e pubblico.

Il successivo WHISKEY FOR THE HOLY GHOST  prosegue sulla scia del primo lavoro, tra canzoni con suoni cupi e interpretate da Lanegan  con voce sofferente e graffiante che conferma, di fatto, la qualità dell'esordio.

SCRAMPS AT MIDNIGHT  riprende le atmosfere scure e spettrali dei precedenti lavori e, se possibile, le amplifica ulteriormente in una sorta di "grande sofferenza spirituale" che tracima in brani dall'impasto folk-blues con forti venature di country il tutto condiviso con suoni che talora vengono distorti al limite come nel caso del brano BECAUSE OF THIS.

Lasciano d'incanto ballate come BELLS BLACK OCEAN, intensa preghiera d'amore. Così come è splendida LAST ONE IN THE WORLD altra immensa ballata che lascia dentro un senso di profonda inquietudine, di cose interrotte, di consapevolezze legate alla perdita di legami. Struggente.

Notevoli anche le liriche di WHEELS, PRAYING GROUND e    WAITING ON A TRAIN.

C'è sempre  Mike Johnson a fianco di Lanegan anche in questo lavoro, sia come co-produttore dello stesso con Lanegan sia come musicista. Ospite al piano in WHEELS anche J. Mascis leader dei Dinosaur Jr.

E' un disco di bellezza disarmante SCRAPS AT MIDNIGHT.

Un disco da amare.




(MARK LANEGAN - BELL BLACK OCEAN)

(MARK LANEGAN - LAST ONE IN THE WORLD)







martedì 27 agosto 2024

MICHELLE SHOCKED - ARKANSAS TRAVELER

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(MERCURY  - 1991)


Quarto album della cantautrice americana  Michelle Shocked  questo ARKANSAS TRAVELER  arrivò ad incrociare la mia strada in un tardo pomeriggio del mese di agosto del  1991 mentre, a Bormio, seduto fuori da casa dei miei zii, in compagnia di mia  nonna Zita stavo sfogliando un giornale che ne riportava una prima breve recensione.

Il disco sarebbe uscito solo con l'inizio dell'autunno ma, in quel pomeriggio bormiense di cara memoria, già avevo deciso che quello sarebbe stato il mio prossimo acquisto musicale che avrebbe segnato il passo della memoria "musicale"  di quel tempo lì. 

E così fu.

Un album di canzoni tra folk e country, mischiando e ri-arrangiando vecchi classici del folk americano (dimenticati dai più). Così  Michelle Shocked mise insieme, in quel lontano 1991,  quattordici piccole gemme avvalendosi anche della partecipazione di ospiti di primo livello come testimoniato dalle collaborazioni con THE BAND nel brano  SECRET TO A LONG LIFE,  oppure con gli Uncle Tupelo nel brano SHAKING HANDS (rifacimento del classico SOLDIER'S JOY), o ancora con Taj Majal in JUMP JIM CROW e ancora con Norman Blake in BLACKBERRY BLOSSOM e poi con Allison Krauss in PRODIGAL DAUGHTER (rifacimento del classico COTTON EYED GIRL), e ancora STRAWBERRY JAM con Doc. Watson e Jerry Douglas  solo per citare i nomi più famosi.

Un disco di splendente musica alternative-folk dove chitarre, violini, mandolini, bozouki, piano, accordion e un parco uso della batteria stendono un tappeto sonoro da 10 e lode  per un risultato finale davvero da applausi.

E' un disco, chiaramente, che il tempo ha portato dentro il dimenticatoio ma che, a parere mio,  chi non ha mai avuto la fortuna di ascoltare  dovrebbe  recuperare.

Un disco "ruspante" nel vero senso del termine.



(MICHELLE SHOCKED - ARKANSAS TRAVELER)







sabato 6 luglio 2024

JOHNNY CASH - SONGWRITER

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(UME-MERCURY  - 2024)


La prima cosa che ho pensato, una volta avuto tra le mani questo album, è stato: chissà cosa ne avrebbe scritto Paolo Carù sulle pagine del "suo" Buscadero ?

Lui, un amante di Cash, che ha seguito nell'arco di tutta la pluriennale carriera, cosa avrebbe pensato di questo nuovo disco di inediti ?

Il fatto che Cash sia scomparso ormai da quasi 21 anni e noi si sia qui ancora a parlare di lui e della sua musica depone a favore di questa immensa icona del cantautorato made in USA.

SONGWRITER non è il primo album postumo di Cash.

Nel 2006 uscì AMERICAN V, nel 2010 AMERICAN VI e nel 2014 OUT AMONG THE STARS album, quest'ultimo, che ritengo personalmente decisamente al di sotto della media dei precedenti.

Così c'era grande curiosità per ascoltare queste 11 nuove canzoni che il figlio John Carter Cash ha ritrovato.

Canzoni registrate nel lontano 1993, in origine, per sola chitarra e voce,  il lavoro di John Carter Cash con l'ausilio dell'ingegnere del suono David Ferguson, è stato quello di ri-arrangiare questi brani (già di ottimo valore) con le chitarre di Marty Stuart, il basso di Dave Roe e le percussioni di Pete Abbott  ricamando il tutto con interventi di ospiti di prim'ordine come  Vince Gill,  Dan Auerbach e Waylon Jennings giusto per citare i più conosciuti.

Alla fine di questo certosino lavoro di restauro ci si ritrova tra le mani  uno splendido disco con 11 canzoni per poco più di 30 minuti di Pura Musica made in USA.

E se, all'inizio, si poteva anche pensare (male) ad una semplice opera di "mercato" ecco che ritrovare queste undici perle di uno dei Giganti tra i Cantautori mai esistiti  ci  riporta  indietro nel tempo a scoprire che per poter andare avanti abbiamo ancora un gran bisogno dell'Arte, Vera, Pura, di gente come Cash, il Leggendario "Man in Black".

Così suonano splendide in quest'estate di Grazia 2024 le note di  canzoni come HELLO OUT THERE, SPOTLIGHT, DRIVE ON,  l'immancabile boom-chicka-boom (marchio di Cash) qui rappresentata degnamente dal pezzo WELL ALLRIGHT, e POOR VALLEY GIRL   e altre ballate splendide come I LOVE YOU TONITE, HAVE YOU EVER BEEN TO LITTLE ROCK?,  THE SANG SWEET BABY JAMES, e ancora canzoni che hanno la matrice propria del "nostro" SOLDIER BOY e SING IT PRETTY SUE per chiudere con  LIKE A SOLDIER.

Un disco che si ascolta e riascolta davvero con piacere. Grande Piacere.

Lo stesso preciso piacere che si prova a ritrovare, dopo tanto tempo, un vecchio amico. 

Uno in compagnia del quale si è attraversato anche un solo pezzo del cammino di questo viaggio che chiamiamo vita.

La Leggenda di Cash continua. Sempre.



P.S.  Segnalo infine che l'album  in versione cd è disponibile anche in versione doppia con un secondo dischetto titolato "Icon" che  riporta dodici canzoni tra classici di Cash e cover d'autore  che, per quanto possa essere considerato un validissimo contributo alla causa, nulla aggiunge alla Pura e Cristallina bellezza delle 11 canzoni originali di SONGWRITER.



(JOHNNY CASH - HELLO OUT THERE)



(JOHNNY CASH - HAVE YOU EVER BEEN TO LITTLE ROCK ?)












sabato 22 giugno 2024

LITFIBA - SOGNO RIBELLE

 



⭐⭐⭐⭐⭐

(CGD  - 1992)


SOGNO RIBELLE fu il primo "best-of"  pubblicato dalla band fiorentina dei LITFIBA.

Questa raccolta uscì nella primavera del 1992 e, ricordo, accompagnò tutta la "mia" stagione primavera/estate di quell'anno,  raggiunto (o appena preceduto) poi da ottimi  "compagni di viaggio"  come 883 e Luca Carboni, Tori Amos, R.E.M. (per citarne solo alcuni che mandarono alle stampe in quell'anno lavori più che ottimi).

La band toscana rivisitò, in questo album,  gran parte del suo repertorio degli anni ottanta virandolo al nuovo sound decisamente più rock, molto simile al sound dell'allora loro ultimo album in studio EL DIABLO  del 1990.

In buona sostanza veniva rivisitata la "trilogia del potere", cioè la serie dei tre album (DESAPARECIDO, 17 RE e LITFIBA 3) che già, comunque, non aveva niente da invidiare alle produzioni rock che arrivavano da oltreoceano checché ne dicano e scrivano i "critic-onzi".

Alcune canzoni furono  rimixate, altre furono proprio prodotte in una nuova versione.

Mi "appoggiai" dapprima alla versione in musicassetta salvo poi dover virare sul formato cd in quanto l'abuso del nastro ne aveva compromesso in breve l'efficienza. 

Indipendentemente dal formato, le 13 tracce di quel disco suonavano "splendenti", allora come ora,  trentadue anni dopo.

Apriva l'inedito LINEA D'OMBRA e poi via una carrellata di adrenalina pura da CORRI a PROIBITO da BAMBINO a  EROI NEL VENTO, da CANGACEIRO all'immancabile TEX, e via con APAPAIA, ISTANBUL, PANAME, EL DIABLO, CI SEI SOLO TU per  chiudere con CANE.

Una scaletta stratosferica tramite la quale Pelù e Renzulli hanno consegnato alla storia uno dei loro lavori più straordinari dell'intera produzione "originale".

Tuttora, a mio parere, SOGNO RIBELLE resta la  migliore raccolta delle band che, ad ogni modo, avrebbe prodotto successivamente album altrettanto validi come il successivo  TERREMOTO (1993), SPIRITO (1994)   o MONDI SOMMERSI (1997).


(LITFIBA - LINEA D'OMBRA)



(LITFIBA - PANAME)

(LITFIBA -TEX)











sabato 11 maggio 2024

ADRIANNE LENKER - BRIGHT FUTURE

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(4AD  - 2024)


Un disco registrato nei boschi, in una non meglio precisata località degli Stati Uniti nell'autunno del 2022.

Un disco registrato interamente in analogico.

Un disco lontano da ogni contaminazione del "mainstream".

Ormai, io personalmente, il bello lo trovo solo in questi "prodotti del bosco" tanto quanto nel 2023 il mio miglior ascolto è stato l'album di Jeffrey Martin  THAK GOD WE LEFT THE GARDEN (pure quello registrato in un bosco) tanto in questo 2024 il mio miglior ascolto (sinora) è stato quello di questo album della Lenker. 

Per mia colpa  non avevo mai  approfondito, prima di ora, il percorso  musicale e artistico di Adrianne Lenker già band leader del gruppo indie americano BIG THIEF ma titolare, e alla grande, di una propria carriera solistica che vede uscire in questo anno di Grazia 2024 BRIGHT FUTURE un autentico capolavoro di "intimo" cantautorato folk made in USA.

Con l'aiuto di Nick Hakim al piano,  Josefin Runsteen al violino, Mat Davison alle chitarre e con la produzione di  Philip Weinrobe che è anche presente al piano e al banjo la Lenker mette insieme dodici piccole gemme "acustiche"  che raccontano della natura, dell' amore, della  riconoscenza, della lotta per la sopravvivenza, dei cambiamenti climatici, insomma, un intenso percorso nel "comune" senso della vita ma qui filtrato, e bene, da una penna che regala emozioni davvero forti.

Sin dall'iniziale REAL HOUSE la Lenker ci trasporta in ricordi di infanzia e di un passato lontano ma con quella giusta nostalgia che non sfocia in un "coccodrillismo" fine a se stesso. Sono intime riflessioni dove anche i dettagli "i rami del salice" o il "vento fresco" o ancora  l'amore materno che manca contribuiscono a portarci ben dentro il "suo" presente di allora. E' tutto un intimo susseguirsi di ricordi. Una magia.

Ma è in ogni singola canzone la "Magia" di questa stupenda cantautrice.

E se in DONUT SEAM si parla della crisi climatica,  si torna a tematiche valide in ogni tempo e spazio con brani in bilico tra canzoni d'amore e nostalgia come EVOL (la mia preferita) o ancora  ALREADY LOST con lo splendido banjo di Weinrobe  a stendere un tappeto sonoro  sfavillante.

La canzone VAMPIRE EMPIRE  era già stata pubblicata in passato con i BIG THIEF, ma in versione elettrica. Ora la Lenker la riprende e, spogliatala da ogni orpello, la riveste di semplice bellezza acustica, con la sua voce, la sua chitarra e un poco di aiuto dei suoi sodali. Una meraviglia.

La chiusura dell'album è affidata ad un brano che la Lenker esegue sola, piano e voce, RUINED, storia di un amore disperato e indubbiamente complicato, come complicata è la vita.

In buona sostanza, BRIGHT FUTURE non è solo un buon viatico o un buon augurio.

Prima ancora di ciò, questo album, è un insieme di riflessioni che, da personali, ognuno può poi declinare alla propria "potenza", evocando ricordi proprio legati al suo vissuto.

Sto ascoltando questo disco da un mesetto circa e questa settimana sono stato al funerale di un ragazzo della mia età, un amico con il quale abbiamo condiviso in passato tantissimi pomeriggio giocando a calcio nel nostro oratorio. Un ragazzo buono ma sfortunato, che perse la madre quando era piccolino e che è cresciuto, insomma, senza  quell'amore  materno che la  Lenker richiama  in questi versi della canzone di apertura REAL HOUSE: 

"Mama, what happened?I never thought we'd go this longNow 31 and I don't feel strongAnd your love is all I want"

mentre riascoltavo questa canzone,  dopo la tragica notizia della scomparsa del mio amico, questi versi hanno iniziato a rimbombarmi nella testa.

La Musica, per come la intendo io, è  questa: una Terapia per la Vita.


(REAL HOUSE - ADRIANNE LENKER)


(ALREADY LOST - ADRIANNE LENKER)


(ADRIANNE LENKER - EVOL)










domenica 28 aprile 2024

TOWNES VAN ZANDT - INTERNATIONAL FESTIVAL - XX EDIZIONE - IL "MIRACOLO ITALIANO" DI ANDREA PARODI

 



Dell'immenso talento di Townes Van Zandt  non si parlerà mai abbastanza.
Di questo cantautore americano, scomparso troppo presto, il primo giorno dell'anno  1996, un autentico "Poeta",  ancora non si è completato quel processo di "canonizzazione" che lo deve (giustamente) portare nell'Olimpo dei più Grandi Singer - Songwriter della storia della Musica D'Autore.
Amava raccontare, Townes, della sua passione per Shakespeare e Robert Frost e così, crescendo con la bellezza cullata nell'anima e nel cuore, il nostro ha contribuito a farla splendere questa bellezza. Con i suoi testi, le sue canzoni, esercizi di pura poesia, di una vita sofferta e passata a contemplare la sofferenza dell'animo umano, fino a perdersi, dentro i meandri stessi di questo labirinto senza uscita.
In Italia il culto di questo Artista è particolarmente vivo grazie al lavoro "ventennale"  dell'amico cantautore e promoter Andrea Parodi a cui va il merito essenziale di aver ripreso il cammino del promoter Carlo Carlini che proprio Townes Van Zandt portò in Italia per alcuni concerti poco prima della tragica scomparsa del cantautore.
Parodi è, da esattamente venti anni,  l'organizzatore  del  TOWNES VAN ZANDT INTERNATIONAL FESTIVAL  che ogni anno  porta a Figino Serenza, qui in provincia di Como, Artisti e Spettatori da tutto il mondo per celebrare il talento del Grande Poeta e che grande eco ha sempre avuto anche dall'altra parte dell'oceano.
Sono testimone di questa grande passione e di questo grande lavoro di Andrea da quella lontana notte del 28 ottobre del 2004 allorché presso il Cine-Teatro Lux di Cantù si tenne la prima edizione di questo Festival (che mi persi in quanto, poche ore dopo la mezzanotte, all'alba del 29 ottobre nacque il "nostro" Valentino).
Da quell'ottobre 2004 sono, per l'appunto, passati 20 anni ma la passione e l'amore di Parodi per  Van Zandt non sono mai venuti meno riuscendo ogni anno, sempre più, a coinvolgere Artisti e Musicisti da tutto il Mondo per questa Giusta Causa.
Ai tempi del "nostro" Tonnuto abbiamo raccolto foto ed emozionanti ricordi di diverse edizioni di  questo Festival con l'aiuto prezioso del mio buon amico Faz che curava l'editing del tutto.
Lascio a memoria di quei tanti momenti  questo link dell'edizione 2011 che fu presentata da Claudio Vigolo (che molti ascolteranno magari tutti i giorni su Rai RadioUno come uno degli inviati del giornale radio nazionale) e che vide tra gli ospiti internazionali, tra gli altri, Alejandro Escovedo e Eric Taylor e tra i nostri amici i sempre grandi Max Larocca, Luca Dai, Phyton Fecchio, Giulia Millanta, Paolo Pieretto oltre allo stesso Parodi : 

Nello scorrere di questi Festival, di questi anni, qualche amico che veniva a testimoniare il suo amore per Townes se n'è andato, lasciando un ricordo che resterà indelebile.

Arriverà il prossimo  26 maggio,  sempre a Figino Serenza, la  ventesima edizione del Festival.

Per non dimenticare un Poeta. 

Vero.






(TOWNES VAN ZANDT - AT MY WINDOWS)



 



lunedì 1 aprile 2024

GERARDO POZZI - RICORDATI DI TE

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(Autoprodotto  - 2024)


Correva l'anno di grazia 2011 allorquando, per la prima volta,  il nome di Gerardo Pozzi comparve sulle pagine del nostro TONNUTO: era precisamente il numero 116 del mese di aprile, come ora, esattamente 13 anni fa.

A portarlo sulle nostre pagine l'amico Fabio Antonelli che scrisse la recensione di SCONOSCIUTI E IMPERFETTI  prima prova discografica di Pozzi. 

Con un "padrino" come Giorgio Conte e forte di una lettera di incoraggiamento  a suo tempo ricevuta dal fratello di questi, Paolo, il primo disco di Gerardo Pozzi destò subito l'interesse dell'amico Antonelli  autentico Intenditore di Musica d'Autore e che, sempre, devo ringraziare per aver portato tanta bellezza sulle nostre pagine e alle nostre orecchie. Ed infatti la classe ed il talento di Pozzi hanno avuto più di un riconoscimento, valga, tra tutti, la sua classificazione tra i primi quattro artisti al celebre Premio Musicultura nel 2019 con il brano BADABUM. 

Nel frattempo Pozzi ha mandato alle stampe altri due album, TIGRECONTROTIGRE del 2014 e SONO UNA BRAVA PERSONA del 2018,  prima di questo suo ultimo, splendido lavoro uscito ad inizio marzo.

RICORDATI DI TE è un disco che nasce da un periodo particolarmente travagliato per il cantautore di origini bergamasche ma di stanza in quel di Vittorio Veneto.

E, come tutte le cose che nascono da un periodo "travagliato", l'album è un concentrato di riflessioni che, da intime, Pozzi declina in "collettive" andando a toccare i nervi scoperti della vita quotidiana di ognuno di noi.

E' un fine pianista Pozzi. E le sue canzoni nascono per lo più così, piano e voce.

Se potessi accostarlo a qualche collega io, senza dubbio alcuno, lo metterei affianco a Locasciulli, e per la perizia con lo strumento e per quel modo di cantare che rimanda ad una "nostalgia" di tempi lontani, di figli di quelle "classi" dei primi settanta, che davvero hanno respirato un'aria ancora piena di "vitamine di vita" ... che mancano, ahimè  ai tempi "analfabeti di vita" di oggi.

RICORDATI DI TE  allinea dieci autentiche gemme in 30 minuti di "musica perfetta".

Sono impegnati nelle registrazioni del disco con Gerardo, impegnato alla voce, alla batteria e  al piano,  Paolo Piovesan al basso e chitarre, Anna Novello al coro e voci,  Franco Bonato alla chitarra classica. Lo stesso Piovesan ha eseguito registrazione e mixaggio.

L'album si apre con ADDAPASSA' che è un vero e proprio "inno alla resilienza"  qualità che, nella vita, ci viene richiesta in particola modo quando arriviamo al bivio con incroci pericolosi. 

Nel successivo brano,  SERGEJ,  ho ritrovato lo stesso "spessore civico" che aveva una vecchia canzone di Francesco Baccini, COATTO MELODY che, tratta dal disco IL PIANOFORTE NON E' IL MIO FORTE ha qualcosa in "comune" con le vicende artistiche di Pozzi, ossia  Giorgio Conte che, di quel disco del Baccini era il produttore. Pezzo magnifico che, al di là del pizzico di satira che accompagna il refrain, cela tutta l'amarezza per il destino degli "invisibili", degli ultimi. Pezzo Prezioso.

ANNA GOLDI rimarca, nel nome dell'ultima donna condannata al rogo per stregoneria in Europa, il triste tema dei femminicidi.  Mentre la successiva CASOMAI è una canzone che rivisita "politicamente"  la corta memoria della nostra "cultura-civica".

SCIABOLA, che nasce da un occasionale episodio occorso a Pozzi che, uscito per andare in bicicletta bardato con un passamontagna incontra e saluta una vicina di casa che, vedendolo così  alla "diabolik" ricambia il saluto salvo scappare veloce come una ... sciabola.

Nel brano DOV'E' FINITO L'AMORE DEL MONDO  la riflessione del cantautore  si sposta sul sentimento più dibattuto di ogni tempo, l'amore. Perduto,  mai più ritrovato, nel cercare in ogni dove men che dove andrebbe cercato per prima, cioè in se stessi. Un pezzo che sarebbe andato a genio a un amico mio di nome Leo Buscaglia.

FANGU' è  quel male, fisico, mentale, reale o immaginario che ci capita tra capo e collo, tra le cattiverie del mondo, della gente, delle malelingue, di tutto ciò che è il sentimento dell'invidia. Pezzo in "agro-dolce", tale e quale a quel poco di aceto passato a Gesù in croce dal centurione romano di biblica memoria.

Nel brano ACTARUS, che si rifà nel titolo alla memoria dello storico personaggio inventato da Go Nagai,   Gerardo Pozzi parte dal lontano passato, dall'amore che nel tempo c'è stato o ci è mancato, di  quello semplicemente anelato. Poesia Pura.

LA VITA VA è una ballata dal bel refrain ed è un'intima riflessione sulla caducità della nostra esistenza. Bellissima con i cori a più voci che la impreziosiscono.  

A portare a conclusione questo magnifico lavoro è il brano RICORDATI DI TE che è un invito ad un certo modo di concepire la vita, partendo da sé. E' anche questo uno di quei brani che, fosse vivo Leo Buscaglia, porterebbe con sé nei suoi seminari per farlo sentire ai suoi alunni. 

Nell'album "fisico" vi è poi un brano aggiuntivo, con pochi preziosi secondi di reprise del brano LA VITA VA cantato dalle due figlie di  Pozzi. Un autentico colpo al cuore. Stupendo.

Ma vorrei che, per capire tutto e fino in fondo il lavoro di Pozzi,  fossero le sue stesse parole a raccontare questo splendido RICORDATI DI TE  grazie al magnifico lavoro che ha fatto Fabio Antonelli  in questa sua intervista pubblicata sul suo blog che potete leggere cliccando sul link che segue:

Intervista a Gerardo Pozzi a cura di Fabio Antonelli


Essendo  autoprodotto, l'album "fisico" va richiesto direttamente  a Pozzi attraverso la sua pagina Facebook mentre per l'ascolto l'album è presente, tra le altre,  nella piattaforma di Spotify anche se,  pure per questo album , vale la mia regola  aurea del "Buy don't Spotify".

Quando potete, ascoltate  questo Album.

C'è dentro tanta, ma tanta,  Bellezza. 




(Gerardo Pozzi presenta RICORDATI DI TE)




(GERARDO POZZI - LA VITA VA)




(GERARDO POZZI - RICORDATI DI TE)