Visualizzazioni totali

martedì 14 febbraio 2017

EVERY STONE YOU THROW - MIKE YOUNGER


⭐⭐⭐⭐

(NASHANOKE - 2005)

Scoperto casualmente da Rodney Crowel (che gli produrrà il primo disco SOMETHIN' IN THE AIR nel 1999)  il cantautore canadese  Mike Younger originario di Halifax (Nova Scotia) nel 2001  si reca Memphis  per farsi produrre dal celebre  Jim Dickinson un nuovo disco: tuttavia qualcosa va storto e, quelle registrazioni, ancora oggi, sono sospese nel limbo di vicende legali senza apparente soluzione.
Così, nel 2005,  Younger vola a New York e lì registra in totale "indipendenza" questo suo secondo disco EVERY STONE YOU THROW.  Un condensato di musica d'autore in salsa rock-blues che si rivela una vera e propria sorpresa. Mike Younger ha grandi canzoni nelle corde della sua chitarra e questo è un disco assolutamente da scoprire.


Recensione tratta da IL TONNUTO 73 - Maggio 2007

di Rho Mauro

Eravamo da poco attivi con il nostro MYSPACE del Tonnuto quando ho ricevuto la richiesta di amicizia da parte di Mike Younger.
Il tempo di andarlo a trovare sul suo SPACE per ascoltarne qualche canzone e già ero alla ricerca del suo ultimo cd.
Non è stato facile riuscire a trovare EVERY STONE YOU THROW, un po’ perché è distribuito da un’etichetta indipendente, un po’ perché certa musica, da noi, arriva con il contagocce o, addirittura, neanche arriva.
Grazie alla distribuzione olandese della piccola casa discografica Nashanoke Music (ASCAP) sono riuscito a reperirne una copia. E’ costato fatica, ma ne valeva la pena. Ormai, col tempo, ho consolidato una buona dose di “fiuto” e l’acquisto viene effettuato solo nella piena e totale convinzione.
Mike Younger  è originario della Nova Scotia ma già da giovane ha viaggiato parecchio attraverso le strade del suo grande paese. Attraversando luoghi di forte influenza musicale come Nashville e New Orleans, passando per il Canada è approdato, infine, a New York, nei paraggi del Village. L’attrattiva che ancora oggi esercita sui giovani musicisti quel luogo è difficile da spiegare a parole. Suonando in ogni dove, dall’angolo di strada al più sperduto bar di periferia il nostro si è fatto le ossa ed ha affinato appieno il suo progetto musicale.
Notevoli influenze dichiarate sono quelle a tinte blues di Mississippi John Hurt e ancor più dello storico Robert Johnson.
Il southern-blues è vivo e ben presente nei suoni delle canzoni di Mike Younger; ma confinarlo lì sarebbe, invero, troppo riduttivo. Il suono del suo ultimo disco è pieno, corposo e maturo.
Lasciata New York city il nostro ha poi pellegrinato ulteriormente per i vari stati americani. In Louisiana, dove avrebbe dovuto restare una sola settimana  si è fermato a vivere per cinque anni.
Da lì una serie di incontri casuali e fortunati hanno portato nel 1999 al suo debutto discografico con l’album SOMETHIN IN THE AIR. Il debutto è stato, come si suol dire, col botto. Un ottimo riscontro tra passaggi radio delle sue canzoni e vendite del disco  portano Mike ad essere sempre maggiormente considerato  dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Ha aperto concerti di gente quotata come Nanci Griffith e Steve Earle, dimostrando di avere classe da vendere.
Quindi il ritorno a New York ed il passaggio dall’acustico all’elettrico, quasi come un novello Bob Dylan (altro punto di riferimento del giovane Mike).
Riuniti i compagni di viaggio Bob Packwood al piano, Skip Ward al basso e Louis Appel alla batteria Mike ha gettato le basi per il suo secondo disco, appunto EVERY STONE YOU THROW.
Trasferitosi a Nashville con il suo gruppo di amici musicisti il disco è stato inciso in soli tre giorni con l’ausilio e la produzione di Rob Clark, già produttore di gente com Neil Young e Emmylou Harris.
Il nuovo lavoro di Mike Younger è composto di 12 canzoni, per una durata complessiva di poco più di cinquanta minuti.
Sono dodici pezzi ad alto contenuto rock, a volte venato del giusto southern-blues che, come detto, ha fatto parte della vita artistica di Mike.
E’ paragonabile, se volete,  ad un giovane John Mellencamp per incedere ed intensità del cantato.
Spiccano nel gruppetto di canzoni EVERYDAY WAR singolo di lancio di tutto il lavoro e pezzo dall’impatto veramente ottimo.
Quindi non passa inosservata all’attenzione del nostro orecchio KILLIN TIME, ballata dai toni tenui ma decisi.
MAKE YOU MINE richiama qualcosa degli esperimenti dei primi  tempi dei Mink Deville.
TROUBLE CAN LAST parte in maniera quasi crepuscolare ed è un’altra ballata ad effetto.
DEVIL’S ON THE RISE è una delle canzoni più movimentate dell’intero lotto; vi si respirano tutte le influenze musicali di Younger ed è un misto tra rock-blues e soul… tra New Orleans & New York.
La canzone che trovo più in sintonia con i miei personali gusti è SOMETHING TO BELIVE una ballad-song di quelle da accendino in mano. Grande canzone.
Sul suo SPACE all’indirizzo www.myspace.com/mikeyounger potrete constatare con le vostre orecchie che razza di rocker sia questo ragazzo.
Siamo onestamente & sinceramente fieri di essere amici & fans di Mike.
La sua musica è  “sana” & bella. Giusto come piace a noi.


Nessun commento:

Posta un commento