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sabato 20 gennaio 2018

THOM CHACON - BLOOD IN THE USA


⭐⭐⭐⭐⭐

(APPALOOSA RECORDS - 2018)


L'album BLOOD IN THE USA di Thom Chacon sta agli Stati Uniti, oggi, così come il libro LE VENE APERTE DELL'AMERICA LATINA di Eduardo Galeano stava all'America Latina qualche anno fa. La differenza è che nelle sue canzoni, il giovane cantautore di Durango,  Colorado, mette nero su bianco e denuncia tutte le ingiustizie di una nazione che non è più quella del "Sogno" mentre lo scrittore uruguagio Galeano se la prendeva  con i "predatori" che dissanguarono un po' tutto il  Sudamerica: ma nella sostanza ho trovato una correlazione tra le opere di questi due Artisti. 
Il magazine musicale BUSCADERO, nel suo numero del mese di Gennaio di quest'anno 2018,  gli ha dedicato la copertina e così la faccia di Thom Chacon è comparsa nelle edicole di un po' tutta l'Italia.
Scommessa azzardata quella di Paolo Carù & Co. di mandare in copertina un giovane ragazzo sconosciuto ai più ?
Macchè. 
Scommessa Vinta. 
E alla Grande !!!!
Non solo il disco è bello: BLOOD IN THE USA è per brevità definibile un CAPOLAVORO. 
Un disco di ballate scritte con grande anima e musicate come Dio comanda e che dopo un paio di ascolti entra dritto come una freccia nel cuore dell'ascoltatore e non c'è verso di toglierselo dalla mente e dal lettore cd.
Contemporaneamente all'uscita del magazine e del disco sempre in questi primi giorni del nuovo anno Chacon era qui, tra noi, per un breve tour italiano.
Ed è stata, quindi, una grande occasione per andare a conoscere di persona questo giovane cantautore che è davvero un Fuoriclasse, uno di quelli che ha stoffa da vendere. 
La copertina del Miglior Magazane Musicale d'Italia è, alla luce dei fatti, la consacrazione di un Talento allo Stato Puro.
Nove canzoni, poco più di ventisette minuti di musica, e non c'è un solo momento meno che splendido.
Canzoni che possono già definirsi dei classici, a partire da quella che titola il disco BLOOD IN THE USA, e poi  I AM AN IMMIGRANT, UNION TOWN, EMPTY POCKETS, EASY HEART, per citarne qualcuna. Ma sono davvero tutte bellissime le ballate di Chacon.
Il disco, prodotto da Perry Margouleff e registrato nel gennaio del 2016 presso i Pie Recording Studios di New York, ha visto avvicendarsi a  dar manforte a Thom ( che ci mette voce, chitarra e mandolino)  musicisti di grande spessore, come il bassista della Band di Bob Dylan, Tony Garnier mentre all'organo Hammond e alle tastiere c'è Tommy Mandel già collaboratore di gente come Bryan Adams, Bon Jovi e Dire Straits per dirne solo alcuni, le percussioni sono opera di Kevin Twigg già al fianco di John McEuen: insomma, per farla breve, una Grande Banda. E il risultato finale è lì a dimostrarlo. 
Stupendo il lavoro fatto da quelli dell'Appaloosa Records di Tregasio frazione di Triuggio che hanno mandato il disco alle stampe e che hanno messo insieme un libretto molto accurato che contiene tutte le traduzioni delle canzoni.
Thom Chacon, battezzato il Dylan di Durango, è degno di star lì alla pari con il Maestro.
Un Cantautore di Classe.  





(THOM CHACON - EASY HEART)













domenica 7 gennaio 2018

GREGORY PORTER - NAT "KING" COLE & ME



⭐⭐⭐⭐⭐

(BLUE NOTE - 2017)


Un atto di Amore.
Prima e ancor più che un disco questo NAT "KING" COLE & ME è un vero e proprio atto di Amore.
Quando il leggendario "King" morì, nel lontano 1965, Gregory Porter non era ancora nato.
Ma proprio da piccolo, ascoltando i dischi che sua madre faceva suonare in casa,  il nostro Gregory impresse nel cuore le leggendarie musiche di "King" Cole: un Signore che suonava e cantava come un Dio in terra.
Ora che la star è diventata lui, Porter, grazie al prezioso aiuto del produttore Vince Mendoza paga il giusto tributo al suo Eroe Musicale e, con questo NAT "KING" COLE & ME, celebra in maniera splendida tutta l'arte del Maestro.
Già dall'iniziale MONA LISA si percepisce chiaro che il cantato di Porter ha un "trasporto" particolare. Non solo la sua voce veste a festa le canzoni  "leggendarie" di Cole, ma  vi aggiunge un phatos che le fa risplendere ora di luce propria. 
SMILE, che fu scritta dal grande Chaplin e che in Italia è nota come SE MAI TI PARLASSERO DI ME, è semplicemente favolosa. 
Gran parte del merito dell'esito straordinario di queste registrazioni è da ascrivere all'arte di Christian Sands al piano, Reuben Rogers al basso, Ulysses Owens alla batteria e a tutto l'ensemble della London Studio Orchestra che, diretta da Everon Nelson, srotola un appeto sonoro degno delle mille e una notte lungo tutte le tracce del disco. In PICK YOURSELF UP e BALLERINA suonano anche i memebri  della Los Angeles Studio Musicians.
Da citare altri pezzi da novanta come BALLERINA, QUIZAS QUIZAS QUIZAS, THE CHRISTMAS SONG, L-O-V-E, NATURE BOY, MISS OTIS REGRETS.
E per chiudere il cerchio della vita e di questo disco omaggio a Cole trovano spazio altre due canzoni che Gregory Porter si porta dietro dal suo passato, dall'origine della scintilla che ha portato alla realizzazione di questo disco: I WONDER WHO MY DADDY IS che, per lui, che il padre non l'ha mai conosciuto assume un significato particolare e che in passato è stata interpretata da Freddy Cole, fratello del "King" e  WHEN THE LOVE WAS KING che è l'unico pezzo del disco scritto da Porter di suo pugno e che raccoglie i sentimenti di amore verso la madre, verso la musica del Re e verso quel tempo antico e lontano dove davvero l'amore era il sentimento predominante. Un pezzo che arriva dal cuore e al cuore degli ascoltatori è destinato. Sublime.
Un tributo d'Amore. Un disco di vera atmosfera. 
Musica con l'Anima.



(GREGORY PORTER - MONA LISA)