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mercoledì 30 dicembre 2020

FRANCESCO BACCINI - NUDO

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(C.G.D.  - 1993)


Pubblicato nella primavera del 1993  il quarto album in studio di Francesco Baccini  NUDO iniziò a girare nel mio lettore cd il giorno di Natale di quello stesso anno.
Fu il mio (auto)-regalo da mettere sotto l'albero  di quell'anno e lo ricordo sempre con grande piacere e con un buon carico di emozioni.
In questo disco, per la prima volta nella storia della canzone d'Autore Made in Italy, un cantautore dedicava una canzone ad un "Mauro";  la splendida MAURO E CINZIA è una delle ballate più belle e malinconiche mai scritte da Baccini e in quegli ultimi versi "Li han trovati come due bambini / stesi mano nella mano / Mauro e Cinzia adesso son vicini / nel buio guardano lontano."  trovai allora, e trovo anche negli ascolti odierni tutto il mistero della Vita.
In quel contesto natalizio feci suonare fino ad impararla a memoria  VENTICINQUE DICEMBRE mentre l'iniziale HO VOGLIA DI INNAMORARMI  è una canzone di grande effetto.
In PORTUGAL alla voce  c'è ospite il cantautore e autore partenopeo Patrizio Trampetti mentre una menzione d'onore la merita la canzone MANI DI FORBICE ispirata al celebre film "Edward Mani di Forbice"  che Baccini rilegge nel suo classico stile là  dove le parole diventano poesia e la poesia emozione vera.
Divertente la filastrocca  NON SOLO A ROMA, che riporta un pizzico di ironia in puro Bacc-Style lungo i solchi di un album che ha visto il nostro abbandonare in gran parte questa sua caratteristica  per sondare più a fondo l'animo umano sino riportare a galla ricordi di un tempo passato che si ripropone nella ballata RIFACCIAMO IL MURO DI BERLINO.  
Nella conclusiva WHEELS IN MOTION,  canzone ufficiale dei mondiali di ciclismo dell'anno 1993, alla voce insieme a Francesco Baccini ed al cantautore norvegese Jahn Teigen c'è una leggenda delle due ruote come Eddy Merks che introduce il brano.
Con lo stesso titolo, NUDO, Baccini in quello stesso 1993 mandò alle stampe la sua autobiografia che, edita da Bompiani, mi fu molto utile per riavvolgere i fili dei dischi fin lì licenziati dal nostro e intuirne, fino in fondo, la Classe Pura e Cristallina. 



P.S. Il libretto dell'album riportava i testi delle canzoni tradotte nelle principali lingue.

(FRANCESCO BACCINI - MAURO E CINZIA)










(FRANCESCO BACCINI - WHEELS IN MOTION)

lunedì 7 dicembre 2020

TERRA SPENCER - CHASING RABBITS

 



⭐⭐⭐⭐⭐


(Autoprodotto  - 2020)


Una tempesta di neve nel cuore di una notte dell'inverno in Nuova Scozia. 
L'unico bagliore di luce è in lontananza un riflesso in una casa al confine con l'infinito ... e dentro quella casa, dietro i suoi vetri appannati, una musica senza tempo scalda i cuori come solo il fuoco di un camino accesso saprebbe fare.
Così ho  trovato sulla mia via musicale quella della cantautrice canadese Terra Spencer,  e del suo stupendo CHASING RABBITS. Un incontro avvenuto per un puro  caso,  deciso dal destino.
Stavo andando a riprendere su  internet una splendida "canzone invernale" dall'album COYTOTE della conterranea della Spencer, la cantautrice canadese Catherine Maclellan ( qui la recensione di Coyote ) quando mi è apparsa, in tutta la sua splendida bellezza la  copertina "innevata" che vedete qui sopra.  
Una foto splendida, evocativa, ad opera di Sarah Kasprzack, che rappresenta uno splendido biglietto da visita per un album che si è rivelato una Autentica Gemma. Una delle copertine più belle che abbia visto negli ultimi anni. Una Cartolina dal Canada. Una cartolina da un luogo al confine con l'infinito.
CHASING RABBITS è autoprodotto dalla stessa Terra Spencer e non è distribuito fisicamente se non in qualche punto vendita in Nuova Scozia, la provincia canadese nella quale la cantautrice vive.
Ho così acquistato l'album sullo store digitale di Amazon e già al primo, veloce, ascolto le dieci canzoni che compongono CHASING RABBITS mi hanno colpito al cuore.
Mi sono ritrovato avvolto in una "calda coperta musicale" lunga 51 minuti che mi ha davvero scaldato l'anima.
Dieci composizioni che sono come dieci piccoli cortometraggi. Terra Spencer evoca davvero immagini nitide con le sue liriche e si pone a metà della strada dove il primo Randy Newman incrocia Jackson Browne, applicando in maniera solida ed incisiva tutta l'arte propria dei più Grandi Singer-Songwriter.
L'ottimo lavoro svolto dall'ingegnere del suono Lil Thomas nel suo "Sonic Temple" di Halifax ha donato a queste registrazioni un suono perfetto e ogni singola nota è al posto giusto.
Concepito dalla Spencer nel corso degli ultimi tre inverni, questo CHASING RABBITS  raccoglie, sullo sfondo di una ambientazione costantemente innevata,  tutte le più intime riflessioni  dell'autrice sullo scorrere naturale delle cose della vita, della natura, dei legami, della lontananza da casa, del sentirsi a casa, degli affetti, delle cose, insomma, che riempiono la vita di tutti noi e, con il cuore nella sua penna ci regala uno spaccato del suo mondo e del mondo che la circonda portandoci così nella sua terra ed evocando immagini che spaziano nel tempo.
L'album si apre con la struggente MELT ballata che la Spencer interpreta al piano e che  ha sullo sfondo la neve e il caldo tepore di una storia d'amore, con un tappeto sonoro che si apre con l'uso dei fiati grazie all'ottimo lavoro di Sarah Kasprzack al corno francese, di Steve Reid alla tromba e Andrew Jackson al trombone mentre la sezione ritmica con il contrabbasso di Adam Fine e le percussioni di Jordi Comstock impreziosiscono il brano così come i cori con il contributo di Sarah Frank e Luke Fraser, ossia i due membri del gruppo folk canadese THE BOMBADILS, un duo che macina, in proprio, musica di spessore. Indubbiamente un apertura con il botto. Canzone che conquista subito il cuore.
Segue LUNENBURG MOON canzone che rievoca momenti del passato in versi di impatto cinamatografico come gli iniziali "The church glowing golden / I remember your smile / And the echo of footsteps as we met in the aisle / And the music was gentle but it lifted us high / It was just an old folk song / but it still made me cry." e che, nella sua struggente bellezza vede ancora THE  BOMBADILS  dar manforte dalla Spencer con Sarah Frank ai cori e al violino e Luke Fraser ai cori e mandolino. Altro brano di pregevole fattezza.
Quindi è la volta della canzone che titola la raccolta. CHANSING RABBITS parte dalla triste vicenda della cagnolina Cleo, del suo incidente, e del suo problema con gli spazi vuoti nei quali corre con il rischio di non riuscire più a ritornare indietro. Terra Spencer rivela, in questa canzone,  tutta la vulnerabilità e la fragilità degli esseri viventi, ognuno con i suoi "conigli da inseguire",  conigli che ci perseguitano nel sonno e che non riusciamo mai ad acchiappare. Il tappero sonoro della canzone è arricchito dal sassofono di  David Christensen  e dalle percussioni al djembe di Scott Ferguson che regalano un tocco magico al risultato finale.
IN THE CITY è un atto di amore vero che Terra Spencer  dedica alla città di Halifax. Tra ricordi dell'infanzia e dei negozi di giocattoli nel periodo di Natale sino ai tempi del College e dei primi difficoltosi amori, la penna della Spencer tratteggia un luogo magico che sta sospenso tra passato e presente, tra agrodolce e umori di una  vita vera. Il video di questa canzone eseguita in presa diretta presso il "Sonic Temple"  è semplicemente fantastico e vi invito ad andarlo a vedere a questo link "In The City"
In questa splendente canzone che la vede impegnata al piano sono con lei i membri della Bela String Quartet di Halifax nelle persone di Ann Wedlock al violino e arrangiamento degli strumenti, Anthony Risessco al secondo violino, Alex Bates alla viola, e Chaterine Little al violoncello. Uno dei pezzi più struggenti del disco.
In TRAINING TO FLY, partendo dal cielo grigio dell'autunno canadese e dalle famiglie di oche canadesi che si allenano a lasciare questi luoghi per la loro migrazione stagionale,  la riflessione della Spencer si estende ai sentimenti che accompagnano i figli che lasciano il "nido" materno per allungare le proprie ali lungo rotte nuove e sconosciute. Avvolgente il suono del piano della Spencer così come  l'assolo al sassofono di David Christensen.
MOTHERLAND è la canzone della "distanza", della "mancanza", della nostaglia della propria casa, dei propri  figli, del proprio mondo. Terra Spencer traduce in poesia il sentimento di chi deve, per necessità, spostarsi lasciando il proprio mondo di affetti a casa. Il brano per chitarra e piano a cura della Spencer e con una punta di violino a cura di  Sarah Frank, le tenui percussioni di Jordi Comstock e un dolce flauto suonato da Christensen è davvero suggestivo.
MANITOBA MAPLE è una sorta di inno a questo acero tipico del Canada. E nella storia della natura, nella storia di questa pianta che ha le sue radici ben salde nella profondità del terreno la Spencer evoca la forza dei ricordi, come semi nascosti nei rami del nostro albero genealogico. Una ballata per piano e voce molto suggestiva con i THE BOMBADILS ai cori e nella quale trovano via via  spazio i fiati della tromba di Steve Reid e del trombone di Andrew Jackson  a rendere il tutto davvero unico.
La natura selvaggia delle foreste del Canada è ben trattegiata in COYOTE che  vede la descrizione della forza tragica della natura stessa , narrando del incontro - scontro tra uno sciatore e l'animale selvatico in un bosco innevato e disperso sul confine tra il bene e il male. Bellissimo l'intro al violino a cura di Sarah Frank e ottimo anche il lavoro alla pedal-steel di David Campbell così come il mandolino di Luke Fraser. 
FEELS LIKE HOME narra del ritorno alla propria casa, da non intendersi certamente come luogo fisico, quanto piuttosto quale luogo degli affetti. Versi di una adamantina bellezza come  "Home / When I see your face / I am in a place that feels like home."  lasciano pochi spazi all'interpretazione. Il viaggio di Terra Spencer negli inverni della vita conduce sempre a casa. Alla chitarra elettrica c'è il tecnico del suono Lil Thomas, mentre "under file"  "Home Choir" oltre ai già più volte citati Sarah Frank e Luke Fraser troviamo i "The Kasprzaks" dietro i quali non è difficile poter identificare marito e figli della Spencer.
A chiudere questo Grande Disco vi è la canzone SAIGON. Qui i riferimenti si fanno decisamente più complicati. Nella neve e negli uccelli della neve e nella misteriosa ragazza di Saigon. Come dichiarato dalla stessa Spencer in un'intervista, questa canzone "é una storia sui lati opposti del mondo". Straordinario l'impatto sonoro di questa canzone che vede ancora i fiati e il corno francese in evidenza. Senza ombra di dubbio tra le vette di questo album. Strepitosa.
Alla resa dei conti, posso dire che inizialmente attratto dalla foto della copertina di questo album,  una volta  aperto il discorso musicale, vi ho  trovato dentro, senza ombra di dubbio, una delle più straordinarie cantautrici del continente Nord-Americano.
Accostare Terra Spencer alle più Grandi Cantautrici Canadesi, partendo magari dalla più celebre Joni Mitchell,  potrebbe forse sembrare un azzardo, ma al quarto o quinto attento  ascolto di CHASING RABBIT, posso affermare che non lo è affatto. 
Terra Spencer è decisamente di una Classe Superiore.


(TERRA  SPENCER - CHASING RABBITS)




(TERRA SPENCER - MELT)





(TERRA SPENCER - SAIGON)







 





sabato 5 dicembre 2020

RAFFAELE KOHLER SWING BAND - RONDINI

 



⭐⭐⭐⭐⭐


(APPALOOSA RECORDS  - 2020)


Quella di Raffaele Kohler è, in questo momento storico, la tromba più famosa d'Italia  e la più riconosciuta in tutto il mondo.
Le immagini della sua performance, da dietro le inferriate delle finestre di casa sua,  in Via Fauchè a  Milano, la sera del 13 marzo scorso, hanno fatto in breve il giro del mondo e l'hanno consacrato per l'eternità ad icona del "lockdown" italiano.
Le note di "O Mia Bela Madunina"  sono entrate in pochissimo tempo, grazie a Radio e Tv, nelle case di tutti gli italiani e poi riprese dalle varie emittenti un pò in tutto il mondo assumendo in breve un valore "epico" di  resistenza e di speranza allo stesso tempo, diventando anche fonte di ispirazione per artisti di tutto il mondo come ha dichiarato la celebre Cantautrice statunitense Joan Baez.
La performance di  Kohler di quella sera si è ripetuta poi via via sempre alla stessa ora, le 18,00,  nei giorni successivi,  fissando in breve  uno di quegli appuntamenti che, come raccontava Antoine De Saint-Exupéry nel suo "Piccolo Principe"  attraverso la voce della volpe "Se tu vieni, per esempio,  tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice",  segnano il tempo di una giornata anonima e triste passata forzatamente tra le mura di casa rendendola carica di attesa e di gioia.
A quelle note di tromba tutti, chi più chi meno, abbiamo avuto un sussulto di commozione.
Kohler con la sua tromba ha portato dentro ognuno di noi un piccolo seme di speranza. 
Quello che serviva per poter affrontare i lunghi giorni del lockdown.
E questa, ad ogni buon conto, è la potenza della Musica e ed è anche la forza e la credibilità dei suoi più veri interpreti.
Quando la Barilla ha ingaggiato Sofia Loren come protagonista dei suoi spot televisivi per omaggiare l'Italia del  lockdown, la stessa attrice, come unica condizione per accettare, ha posto l'indispensabile presenza  del "trombettista che ha commosso il mondo."
E così Raffele Kohler è diventato l'icona musicale del lockdown.
A Milano la sua tromba ha risuonato nello Stadio Meazza in San Siro la sera dello scorso 17 ottobre , poco prima dell'inizio del derby di campionato di calcio Milan-Inter e sempre nella sua Milano la sera del 3 dicembre la sua tromba ha siglato l'accensione delle luminarie di Natale che,  partendo proprio dal Duomo, per chilometri illuminano di azzurro le notti milanesi.
E proprio quella spendida "O Mia Bela Madunina" (in una versione decisamente New Orleans-Oriented) che l'ha reso celebre nel mondo è la canzone che Kohler ha scelto come brano di chiusura del suo ultimo disco, RONDINI,  registrato in studio con la sua "Swing Band".
Un album dove, oltre a ritrovare il caldo e avvolgente suono della sua tromba in composizioni originali come ANTEO, dolce ninna nanna swing scritta da Kohler per il figlio  che ancora doveva nascere, e la stessa RONDINI dolce ballata dedicata alla compagna Bettina, canzone che titola la raccolta,  vi sono pezzi classici del repertorio italiano come  SE STASERA SONO QUI di Luigi Tenco, pezzi di jazz tradizionale come THE SHEIK ARABY, o ancora brani perfetti per una spy story come SUMMER'S FADING  e ancora un pezzo di puro divertimento come  ME 'SO IMBRIACATO di Alessandro Mannarino.
La Swing Band, nelle persone dell'inseparabile trombonista Luciano Macchia, della superba cantante Gabriella De Mango,  del duo Matteo D'Amico e Francesco Moglia alle chitarre, per finire con il prezioso e preciso lavoro della sezione ritmica con il basso elettrico di  Giovanni Doneda  e la batteria di Stefano Grasso avvolge il suono della tromba di Kohler con un tappeto di splendide sonorità che rendono il viaggio musicale di  RONDINI un sensazionale compendio di emozioni positive.
Di questo triste anno 2020 ciascuno di noi conserverà i propri ricordi, al novantanove per cento tristi, ognuno e per i suoi motivi: giorni pieni di angoscia e cupa rassegnazione. 
Resta a tenerci a galla quell'uno per cento, quella piccola ancora che ci ha consentito di restare  aggrappati alla nostra quotidianità. 
Resterà per sempre quel minuto e mezzo del suono della  tromba di Kohler che ci ha dato una scossa, nel profondo, andando ad illuminare quelle piccole finestrelle dell'anima che non vedevano la luce da giorni.
Potenza della Musica.
Grazie Raffaele. 



(RAFFAELE KOHLER - MILANO 13-3-2020 - O MIA BELA MADUNINA)








giovedì 3 dicembre 2020

LORENZO MONGUZZI - ZYNGHER

 


                                                               

⭐⭐⭐⭐⭐


(APPALOOSA RECORDS  - 2020)



Ricordo, era la primavera del 2004, un concerto dei Mercanti di Liquore presso il Teatro di Santa Valeria a Seregno. In quella serata  Lorenzo  Monguzzi, vocalist del gruppo, era sul palco con i compagni di ventura, Piero Mucilli alla fisarmonica e Simone Spreafico alla chitarra per presentare il loro secondo disco, quello splendido LA MUSICA DEI  POVERI  la cui copertina è sempre visibile nell'intestazione di questo blog e la cui scheda è rintracciabile qui: La Musica dei Poveri.
Un "power trio" acustico che macinava una Musica di Semplice e Pura bellezza.
Questi ragazzi avevano stoffa. Da vendere.
Di lì a poco il sodalizio con Marco Paolini avrebbe dato loro la giusta visibilità.
Poi il percorso del gruppo si interruppe e Lorenzo Monguzzi proseguì la sua carriera artistica dando alle stampe  l'album PORTAVERTA nel 2013.
Ora, a distanza di sette anni da quel primo album solista, Monguzzi  ritorna con ZYNGHER un progetto sicuramente singolare: proporre delle canzoni "classiche" della storia della musica rivisitate nel dialetto brianzolo unitamente ad alcune composizioni proprie del cantautore che ben si accoppiano ai classici rivisitati.
La voce di Lorenzo Monguzzi richiama, a tratti, la voce del Grande Faber e così, questo "Bignami di Storie Brianzole" io lo vedo un po' come una sorta di "Creuza de ma".
Il disco parte con una composizione originale di Monguzzi,  "La tusa de Lisùn", ossia "La Ragazza di Lissone"  ballata "di ringhiera" che tra cori e violino conquista già al primo ascolto.
"Henry Lee"  rivisitazione dell'omonima canzone di Nick Cave cantata da Monguzzi con l'accompagnamento alla voce di Leslie Abbadini è una densa ballata che, con il lavoro prezioso di Nadir Giori al contrabbasso, Raphael Maillet al violino e Andrea Sangineto alle arpe assume toni epici. Grande Canzone.
"Un alter cafè"  propone il ritorno dopo tanto tempo in un luogo che, ora,  è cambiato, e dove il protagonista si trova ad essere estraneo,  avvolto solo dai suoi ricordi.
"I rivoltèi de Brixton" è la rilettura de  "The Guns of Brixton" dei Clash e si apre con una chitarra  "tanghera". Brano suggestivo.
"Zyngher", canzone che titola il disco, è la rivisitazione di  "Gipsy" di Suzanne Vega. Altro brano che convince appieno e che vede, alla fisarmonica, Piero Mucilli in una "sorta" di mini reunion dei Mercanti di Liquore.
"L'è minga vera" è una ballata originale di Monguzzi, una sorta di "love-song di ringhiera". Convince Monguzzi allorchè tratteggia questi ritratti di storie di paese. Convince in pieno.
"San Vitùr Blues" già dai primi secondi di chitarra mette sul piatto il tipico "boom-chicka-boom" del Leggendario Johnny Cash. Ed infatti la canzone è la rivisitazione di "Folsom Prison Blues", brano classico di Cash. Monguzzi lo rivede alla sua maniera e così il celebre  verso "I shoot a man in Reno just to watch him die "  nella rivisitazione diventa "Ma ho masà un omm a Torino, giust per vedel crepà". 
Il disco si chiude con una splendida "preghiera laica" composta da Monguzzi: "Preghiera del làder",  "Preghiera del Ladro" un brano di pura e struggente poesia.
Versi di una bellezza davvero unica come quelli che accompagnano il finale: 

"Signùr su no se basta dì che me despiàss su no se sunt in temp ammò a scüsass Te ghe resòn, ghe vör propri un bel talent a s’cèppà i finester e pö lamentass del vent
Ma i tò fioeu ti è fa un po’ cumplicàa perduna anca quei ch’inn vegnù mà Quei ch’inn burla föra de la cesta L’è l’unica manera de salvài l’è l’unica vittoria che ghe resta."

"Signore, non so se basta dire che mi dispiace non so se sono ancora in tempo a scusarmi Hai ragione, ci vuole proprio un bel talento a rompere le finestre e poi lamentarsi del vento
Ma i tuoi figli li hai fatti un po’ complicati perdona anche quelli venuti male Quelli che sono caduti fuori dalla cesta È l’unico modo di salvarli è l’unica vittoria che gli resta."

ZYNGHER è un disco che svela appieno il talento di Lorenzo Monguzzi, cantautore capace di comporre brani di grande valore ma, al tempo stesso, capace di reinventare, in maniera credibile e musicalmente ineccepibile, anche i grandi brani degli altri artisti.
In una parola: Maestro.







sabato 21 novembre 2020

SARAH JAROSZ - UNDERCURRENT

 


                                                                     ⭐⭐⭐⭐⭐


(SUGAR HILL  - 2016)



Classe 1991, nata ad Austin, nel cuore del Texas, la cantautrice e polistrumentista Sarah Jarosz pubblica nel  giugno del 2016 il suo quinto album in studio: UNDERCURRENT.
L'album, un Puro Esercizio di Stile di matrice Americana, è quello della svolta per questa straordinaria e talentuosa artista.
UNDERCURRENT, infatti, vince ben due Grammy, come Best Folk Album dell'anno, e con  la canzone HOUSE OF MERCY come Best American Roots Performance, confermando, in maniera limpida, tutta la classe di questa giovane ragazza del Texas.
Sarah Jarosz, impeccabile, con il suo Stile Autentico al mandolino (che già suonava su un palco in compagnia di una Leggenda come David Grisman all'età di soli 12 anni), al banjo, e alla chitarra, propone in questi 36 minuti   di musica undici canzoni  che sono da intendere un po' come la mappa di una vita, dove a delusioni sentimentali si allacciano riflessioni e vi si trova dentro tutto quanto il "tribolare" di un'esistenza  vissuta con "sentimento".
Splendida la ballata di apertura, EARLY MORNING LIGHT con la Jarosz che, in solitudine, chitarra e voce narra di una relazione difficile che, tra dubbi e rimpianti, lascia spazio a riflessioni che ognuno di noi può declinare allaccinadole alle proprie esperienze.
La Canzone HOUSE OF MERCY che, come anzidetto, è valsa alla Jarosz un Grammy è una sorta di blues  oscuro che viaggia con  versi come  i conclusivi "Underneath that shirt you're wearin / strained muscles and a heart of stone / Double-crossing like a wild chameleon / You make me want to be alone" ( Sotto quella maglia che indossi / muscoli tesi e cuore di pietra /  traditore come un camaleonte selvaggio  / mi fai venir voglia di restare sola),  che appaiono frutto della penna di un'anima che ha sofferto e si sta liberando del veleno utilizzando la musica come una sorta di terapia.
Il tema delle "relazioni fragili" ritorna nel brano STILL LIFE dove al mandolino della Jarosz si accompagnano l'ottimo lavoro dei collaboratori Mark Schatz al basso,  Sara Watkins al violino e Aoife O'Donovan alla chitarra.
Di notevole spessore anche la canzone BACK OF MY MIND con l'ottimo lavoro di Luke Reynolds  alla pedal steel e Jedd Hughes a dar manforte con la sua chitarra a quella di Sarah.
TAKE ANOTHER TURN è un altro gioeillino acustico con la Jarosz che, sola, chitarra e voce si chiede "What does it mean to be lost ? / You can find your way on a map" (Cosa significa perdersi ? Puoi trovare la tua strada su una mappa) gettandosi a capofitto in un'altra riflessione che, abbracciando la sfera personale abbraccia tutte le nostre esistenze.
La conclusiva JACQUELINE è una canzone nata sulle rive del bacino Jacqueline Kennedy Onassis a Central Park,  dove la Jarosz, ora di casa a New York, si ritrova per riflettere sul senso delle cose della vita evocando proprio il fantasma e lo spirito  di Jacqueline in un crescendo di struggente poesia.
Con queste storie  narrate in UNDERCURRENT  Sarah Jarosz condivide vicende molto personali che ci svelano un'anima combattuta e certamente combattiva, in grado con la sua perizia lirica   e strumentale, di scavare a fondo nelle emozioni umane regalando ad ogni ascoltatore che accosterà il suo cuore al viaggio,  mappe di luoghi oscuri, certo, ma già pronti ad essere illuminati.
Magistrale.



(SARAH JAROSZ - JACQUELINE)






sabato 7 novembre 2020

POOH - 1971/1974

 


💓💓💓💓💓

(CGD - 1975)


La triste notizia della scomparsa dello storico batterista dei Pooh Stefano D'Orazio giunge in questo inizio di novembre 2020 come l'ennesima "batosta" figlia di questo maledetto anno.
Scelgo un disco da 5 cuori,  ancora prima che da 5  stelle, per commemorare e Ringraziare D'Orazio che entrò nella line-up della band proprio in quel 1971 che è il mio anno cardinale.
Questa raccolta, uscita nel 1975 e che comprende brani leggendari come PENSIERO, TANTA VOGLIA DI LEI, NOI DUE NEL MONDO E NELL'ANIMA, INFINITI NOI,  QUANDO UNA LEI VA VIA,  per citare solo i più conosciuti, mi ha accompagnato in lunghi ascolti nel corso degli anni  passati diventando una "Pietra Miliare"  nella mia personale raccolta di album musicali.
Splendide canzoni, che hanno costituito la colonna sonora di una parte importante della vita di molti di noi che siamo cresciuti a cavallo tra gli anni settanta e ottanta,  questi brani dei Pooh hanno passato indenni lo  scorrere del tempo mantendo inalterata la loro lucida e poetica visione di un mondo fatto di amore e romantica, autentica, passione.
Salutiamo un Amico e allo stesso tempo  teniamoci strette queste canzoni che sono il Ricordo di un Tempo Passato e la speranza di essere sì ... INFINITI NOI.



(POOH - INFINITI NOI)














venerdì 9 ottobre 2020

BEN BEDFORD - PORTRAITS

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(APPALOOSA RECORDS - 2020)



A certificare la notevole caratura artistica di  Ben Bedford basterebbero gli 8 minuti di LINCOLN'S MAN, canzone che apre questa antologia dal titolo PORTRAITS.
Un primo semplice,  veloce e sfuggente ascolto di questa canzone ci mette di fronte ad un Artista di Straordinario Talento.
Un autentico Storyteller capace di rapirci il cuore con le sue canzoni come solo i Grandi sanno fare.
Ben Bedford, dall'Illinois, arriva nel nostro lettore cd con questo album che  raccoglie in dodici canzoni il meglio dei suoi primi tre album in studio.
E così ecco sfilare canzoni che, nel breve volgere di qualche ascolto,  sono già parte del cammino come la già citata LINCOLN'S MAN, THE ONLY STORY, MIGRANT MOTHER tratte dall'album "Lincoln's Man" del  2007, quindi THE SANGAMON,  TWENTY ONE, AMELIA, LAND OF THE SHADOWS (FOR EMMETT TILL), ONE NIGHT AT A TIME tratte dall'album "Land of the shadows" del 2009  per finire con WHAT WE LOST, JOHN THE BAPTIST e GUINEVER IS SLEEPING  tratte da "What we lost" album del 2012.
Bedford cala nel palcoscenico della storia americana i suoi personaggi (che sono poi quei "ritratti"  del titolo della raccolta)  e narra così le loro storie fatte di struggimenti, vittorie e sconfitte, racconta di un'umanità autentica, come autentiche sono le sue liriche che viaggiano su un tappeto sonoro dove oltre all'ottima chitarra del titolare stesso vi sono strumenti propri dell'arte del folk declinato all'americana, come  il banjo, il dobro, e il violino senza aggiungere altri orpelli e senza particolari "alchimie di studio" lasciando, di fondo,  una pulizia nel suono che fa splendere di una particolare luce queste canzoni.
Struggente la bellezza dei versi vergati da Bedford che,  in canzoni come WHAT WE LOST, THE SANGAMON e LAND OF THE SHADOWS regala emozioni davvero forti e porta l'ascoltatore dentro storie che non hanno tempo.
L'edizione di PORTRAITS uscita qui in Italia per merito autentico dell'etichetta APPALOOSA  riporta nel libretto tutti i testi delle dodici canzoni con la relativa traduzione in italiano, un lavoro splendido e ben fatto che consegna nelle mani degli appassionati di musica un Prodotto curato nei dettagli, cosa rara in questi tempi "liquidi".
Concludo raccontando che Bedford è un amante dei gatti;  nella sua pagina Facebook e nel suo sito sempre compare il fido Darwin al suo fianco, e questo, a mio personalissimo modo di vedere depone ancor più favorevolmente per questo ragazzo dell'Illinois che ha nella sua penna,  nella sua voce e nella sua chitarra una Forza Straordinaria.
Semplicemente  Meraviglioso.






(Ben Bedford - Lincoln's Man)





(Ben Bedford - What We Lost)

sabato 12 settembre 2020

GREGORY PORTER - ALL RISE

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(BLUE NOTE - UNIVERSAL -  2020)


Il "Re" è tornato.
Gregory Porter manda alle stampe sul finire di questa estate 2020 il suo sesto album in studio dal titolo ALL RISE. 
Un album magnifico. Un'ora e un minuto di pura e celestiale Musica. 
La nostra Musica. Quella con la M maiuscola.
Una musica che confinata al genere "jazz" (per catalogazione)  non rende tutto il merito al suo autore in grado con la sua inconfondibile voce di abbracciare  il soul, il gospel, il blues e persino il pop mescolando il tutto, certo, in chiave jazz ... ma non da considerare semplicemente "jazz".
Oggi come oggi  Gregory Porter è, a mio giudizio, uno dei più Grandi nel suo settore.
Un gigante.
A dargli manforte in queste tredici composizioni originali i "soliti noti" che, ormai da anni, fanno parte della sua carovana, Chip Crawford al piano, Emanuel Harrold alla batteria, Ondrej Pivec all'organo Hammond, mentre al basso arriva Jahmal Nichols e  poi  molti altri si uniscono alla compagnia e l'elenco diventa davvero troppo lungo.
Il disco, prodotto dallo stesso Porter in collaborazione con  Kamau Keniatta e con Troy Miller  regala davvero momenti di grande musica, sin dall'iniziale CONCORDE.
La voce di Porter conquista subito; non c'è niente da fare. 
Il Ragazzo è un fuoriclasse. Un classe 1971 ... Una Buona Classe.
Gioiellini come MISTER HOLLAND, DAD GONE THING, EVERYTHING YOU TOUCH IS GOLD, FAITH IN LOVE, MODERN DAY APPRENTICE e via narrando, non nascono per caso:  sono frutto di un lavoro sapiente.
Porter & Co.  stendono un tappeto sonoro splendente che si avvale spesso del contributo della London Symphony Orchestra, e il disco guadagna sempre più crediti, perchè il valore aggiunto dell'orchestra impreziosisce il cantato di Porter che, mai come prima, si trova a suo agio in tanta bellezza.
ALL RISE è  un disco Prezioso e Porter è uno dei miei "Eroi" Musicali.
Un Gigante.


(GREGORY PORTER - MODERN DAY APPRENTICE)








domenica 2 agosto 2020

FRANCESCO BACCINI - BACCINI A COLORI




⭐⭐⭐⭐⭐

(CGD EAST WEST -  1996)


Quinto album in Studio di Francesco Baccini questo  "BACCINI A COLORI", uscito nel 1996, metteva sul piatto tutta la straordinaria  vena ironica del sua autore che, vergando testi corrosivi,  contemporaneamente puntava il dito contro i mass-media e rivelava la vasta ipocrisia che da sempre passa per la cronaca di tv e telegiornali.
Nascevano così canzoni come FILMA e SONO STUFO DI VEDERE QUELLE FACCE ALLA TV.
Alla straordinaria penna e abilità al pianoforte del nostro si accompagnavano comprimari di prim'ordine nelle persone di  Lele Meloti alla batteria, del fenomenale Fabio "Il Puma Di Lambrate" Treves all'armonica, di Alex Baroni ai cori, e dello straordinario Enzo Jannacci (per citare i più conosciuti) a definire canzoni che andrebbero riscoperte come CANE DI UN BLUES, CANZONE IN ALLEGRIA, SUPERBACC, ZAC, ELVIRA LA VAMPIRA, IL 500 INNAMORATO, e PICCOLO IDIOTA.
Nove canzoni che nei 36 minuti di durata dell'album definivano i contorni  "stonati" di un'Italia che, oltre vent'anni dopo sembra non aver trovato il modo di  "intonarsi".
Ottima la copertina  dell'album che richiama i "vecchi" strilloni dei battage pubblicitari degli albori della storia della Tv.
Un Disco che andrebbe riscoperto in toto.
Un Disco di Culto.


(BACCINI - FILMA)




(BACCINI - CANE DI UN BLUES)

 





domenica 12 luglio 2020

VASCO ROSSI - COSA SUCCEDE IN CITTA'


⭐⭐⭐⭐⭐

(CAROSELLO RECORDS & TAPES - 1985)


E' l'estate del 1985  quando Vasco Rossi manda alle stampe il suo settimo album di studio : COSA SUCCEDE IN CITTA'.
In quell'estate di Grazie Musicali il disco di Vasco si divide la palma di mio personale "Album della stagione" con l'altrettanto splendente disco di Claudio Baglioni LA VITA E' ADESSO.
Sono le canzoni di questi due dischi tutte insieme  che riempirono l'aria che respirai in quell'estate dei miei 14 anni.
Canzoni come TOFFEE, con Dodi Battaglia dei Pooh alla chitarra elettrica e l'ottimo sax di Rudy Trevisi a ricamare tutto intorno le brevi ma incisive liriche di questo Vasco "ermetico" mi sono rimaste dentro il cuore esattamente come sono rimaste nel cuore di tutti i fans del grande Vasco.
Quindi a sfilare lungo i solchi di questo album autentici gioielli come l'iniziale COSA C'E', la title track COSA SUCCEDE IN CITTA', e pezzi che, seppur considerati minori nella produzione del nostro sono pur sempre canzoni di  grande spessore come TI TAGLIO LA GOLA, DOMANI SI' ADESSO NO, BOLLE DI SAPONE, UNA NUOVA CANZONE PER LEI si mischiano a canzoni  entrate di diritto nel meglio del songbook di Vasco come T'IMMAGINI, o DORMI, DORMI.
Alla resa dei conti, trentacinque anni dopo, i  37 minuti e rotti di questo album suonano  ancora freschi e rinfrescanti come il primo giorno. 
Vasco è pur sempre Vasco e questo  ideale "ponte sull'eternità"  che collega questi 35 anni di tempo che sono passati da quell'estate 1985  si è eretto anche su quelle canzoni, su quelle parole,  che  hanno segnato una buona parte del cammino   "E tu parli ... parli ... parli di cose che passano... e poi sogni ... sogni ... sogni che poi svaniscono".
Trentacinque anni dopo qualcosa di quei sogni  resta ... tutto dentro i solchi di Album destinato, per me, e anche per i soci che con me condivisero quella parte di cammino targata ESTATE 1985, all'eternità.




(VASCO ROSSI - COSA SUCCEDE IN CITTA')





sabato 27 giugno 2020

AMY DUNCAN - PILGRIMAGE



⭐⭐⭐⭐⭐

(PLAIN 124 RECORDINGS -  2006)



Disco tra i più ascoltati della nostra estate 2007 questo PILGRIMAGE  della straordinaria polistrumentista scozzese Amy Duncan  resta, a tredici anni di distanza, uno dei dischi  d'esordio più stupefacenti mai ascoltati.
A suo tempo, con parole mie, lo raccontai cosi ... 


Recensione da  IL TONNUTO - NUMERO  75 - LUGLIO/AGOSTO 2007 

Scozzese di Edinburgo Amy Duncan propone, nel novembre del 2006, questo suo primo lavoro in studio. PILGRIMAGE è un esordio di quelli con il botto. Un disco stupendo dove la giovane cantautrice ha modo di inchiodare l’ascoltatore lungo un percorso di 34 minuti e otto canzoni.
La voce angelica, i suoni rarefatti, la copertina, a mio avviso, stupenda. Tutto in questo disco funziona a meraviglia. La ragazza fa tutto da sola suonando sia  piano che chitarra acustica, ed i pezzi che vengono fuori, come WONDERFUL FRIEND, sono piccoli gioielli.
I primi paragoni nel Regno Unito hanno scomodato figure “mitologiche” come quella di Joni Mitchell. Come in ogni altra occasione, IL TONNUTO vi invita a fare un ascolto “preventivo”.
PILGRIMAGE è un disco stupendo e Amy Duncan una nuova amica da tenere d’occhio, ben sapendo che, se queste sono le premesse, di qui in avanti il suo lavoro non ci deluderà.



(AMY DUNCAN - WALK AWAY)











domenica 21 giugno 2020

DAVIDE VAN DE SFROOS - 40 PASS


⭐⭐⭐⭐⭐

(TARANTANIUS - 2009)


Di Davide Van De Sfroos e della sua musica abbiamo, negli anni, scritto tantissimo ai primi tempi del "nostro" TONNUTO. 
Erano i primi anni duemila e la musica che ci girava intorno non poteva prescindere da questo artista che, per noi, è stato come una sorte di "Stella Cometa" in grado di guidarci in un "Mondo Musicale Parallelo". Siamo stati testimoni di qualcosa che, ora, vent'anni dopo definisco "Straordinario".
Davide Bernasconi è stato definito il "Bob Dylan del Lago di Como"  ma ora, a rivedere la lunga strada percosa e i risultati ottenuti, con una musica che è entrata nel cuore della gente (non solo del circondario del Lago di Como) e che la storia è  lì a dimostrare, ha regalato un percorso musicale definitivo ad un  territorio, si potrebbe benissimo ribaltare la storia ed arrivare a definire il mitico Dylan una sorta "De Sfroos Stars & Stripes" .
Le canzoni di De Sfroos hanno, nel  tempo, raccontato tutta una serie di storie e di leggende che  costituiscono, nel loro insieme, una sorta di "Antologia Musicale" di un territorio, di una popolazione, di un modo di intendere le cose della vita.
La "Mastodontica Grandezza" di tale opera musical-letteraria è  di quelle che il Tempo già ha iniziato a scolpire nella "Roccia",  con la pura certezza che sarà tramandata di generazione in generazione come è  nella natura delle Opere d'Arte che vanno oltre il loro tempo per abbracciare l'infinito.
Se tutto ciò potesse essere condensato in qualche modo, beh, quel condensato di "De Sfroos" arrivò nella primavera del 2009,  a  seguire l'uscita  e il relativo tour dell'ottimo PICA (recensione tratta da IL TONNUTO) , allorchè questo splendido cofanetto, 40 PASS, inizialmente pensato come opera editoriale in uscita con il CorSera della benemerita RCS arrivò prima nelle edicole e, poco dopo, nei negozi di dischi.
In quattro cd e due dvd  venne condensata l'attività "live" di quel De Sfroos targato 2008.
Nelle 40 canzoni dei 4 cd e nei dvd dedicati al concerto dell'aprile 2008 al Forum di Assago  vi è dentro tutto quanto il mondo musicale di questo Genio Lariano, e c'è tutto il "peso specifico" di un Cantautore ispirato come pochi altri dalla sua gente, dal suo territorio, dal suo cuore.
Quando nel 2011 con "Yanez"  incantò  mezza Italia  al Festival di Sanremo risultò chiaro a tutti che quei  40 PASS  di De Sfroos  l'avevano portato lontano.
Raccomando ad ogni appassionato di Musica d'Autore questa "Antologia" dove di Davide Bernasconi sono condensate la  straordinaria sensibilità artistica e l'ispirata penna.
Passeranno i decenni, ma son certo, resteranno queste canzoni e i suoi personaggi.
In una parola: Mito. 



(DAVIDE VAN DE SFROOS - VENTANAS)










domenica 7 giugno 2020

GORDON LIGHTFOOT - SOLO


⭐⭐⭐⭐⭐

(WARNER MUSIC - 2020)


Gordon Lightfoot, classe 1938, Leggenda Vivente della musica country-folk del Canada  sedici anni dopo il suo precedente disco in studio registrato nell'ormai lontano 2004  sorprende tutti e si ripresenta con un nuovo lavoro.
La Statura dell'Artista è tale se può essere misurata nel più "semplice" dei modi: prendi in mano il tuo strumento e così, con quello e la tua voce proponi le tue canzoni. Senza orpelli a contornare le cose, senza fenomenali "spalle" sulle quali fare affidamento. 
Con queste premesse è nato SOLO, ventunesimo disco di una straordinaria vicenda musicale e umana, in sintesi questo lavoro è una sorta di "bignami" della canzone d'autore.
Lightfoot con ottimi giri armonici di chitarra e dieci solide  Canzoni  incanta già dal primo ascolto e i trentacinque minuti di musica che costituiscono SOLO diventano uno straordinario ed emozionante viaggio nelle storie di quest'uomo che, a 81 anni suonati, avrebbe potuto benissimo ritirarsi all'agiata pensione con appuntate al petto talmente tante di quelle medaglie e riconoscimenti ricevuti in 60 anni di carriera da riempirci una parete e che  invece ha pensato bene di proporre ai suoi fans un autentico "regalo".
Scorrono canzoni bellissime sin dall'iniziale OH SO SWEET, per passare a E-MOTION, BETTER OFF, e quindi ad uno dei brani a mio parere più belli del disco come RETURN INTO DUST, e via ancora con l'orecchiabilissimo refrain di  DO YOU WALK DO YOU TALK,  così come splendenti sono  JUST A LITTLE BIT,  EASY FLO, DREAMDRIFT,  per arrivare all'ottima THE LAUGHTER WE SEEK che ha un giro armonico veramente intrigante.
L'unica (peraltro) veniale incertezza in cui inciampano gli 81 anni di questa Leggenda umana è quel tremolante fischiettio che chiude WHY NOT IT GIVE A TRY che poi è anche l'ultima canzone del disco e che poteva magare anche essere tralasciato, ma che poi, a pensarci bene, e ragionando al contrario è un elemento marca ancor più a fuoco il lavoro di Lightfoot, che ne certifica la piena umanità, e la piena discrezione di un Uomo che a questo punto del suo percorso Musicale può permettersi quello che vuole.
Gordon Lightfoot è uno degli "Ultimi Originali": uno di quegli Artisti che, amato dagli altri artisti, ha fatto la storia del cantautorato del Nord-America e questo  SOLO  è in due parole un ... Disco Imperdibile.




(THE LAUGHTER WE SEEK - GORDON LIGHTFOOT)








lunedì 1 giugno 2020

MATT HARLAN - TIPS & COMPLIMENTS


⭐⭐⭐⭐⭐

(BERKALIN RECORDS - 2009)



Uno degli esordi discografici più belli nella Canzone d'Autore Americana di questo nuovo millennio l'album TIPS & COMPLIMENTS del cantautore texano  Matt Harlan è uno di quei dischi che, a distanza di anni, (anche parecchi),  non perdono un milligrammo della loro "Grande Bellezza" originaria.
Ho ancora memoria di quando questo disco mi arrivò, direttamente da Roma, nella primavera del 2010 dopo un lungo pellegrinaggio in giro per mezzo mondo. Uno degli acquisti più "complicati" della mia lunga "Gestione" musicale.
Uscito nell'ottobre del 2009 TIPS & COMPLIMENTS mette sul piatto 13 ottime composizioni di questo moderno "troubadour".
Canzoni come splendenti sceneggiature, nascono così piccole grandi storie che prendono vita dalla penna di Matt Harlan e poi subito vengono rivestite da una musica che è un classico mix tra Folk e Americana che strizza certo l'occhio alle origine texane del suo autore ma che rivendica una propria strada.
Sin dall'iniziale ELIZABETHTOWN è chiaro che le storie di Matt attingono a vincende umane perfettamente descritte come in questa sul problema della droga e via via scorrono pezzi di Storia Americana che mischiano le vicende del vivere quotidiano, splendida a dir poco è WALTER dedicata al cane del nonno, o ancora da applausi è quella dedicata alla classica "movida" da bar in YOU'RE JUST DRUNK così come splendide sono DRIVING SONG e WARM NOVEMBER dove al controcanto vi è la dolce voce di Phoebe Hunt.
Ottimo il lavoro dei musicisti che accompagnano Harlan tra cui, Warren Hood con il suo fantastico violino, ma non da meno il lavoro di Rich Brotherson alle chitarre, mandolino e lap steel, Rankin Peters al basso, Mike Mizma alle percussioni Marty Muse alla pedal steel e Riley Osbourn al piano.
TIPS & COMPLIMENTS è uno di quei dischi preziosi che, ascolto dopo ascolto, gettano più di un seme nell'animo musicale di chi è attento alle "note belle" e  riescono a diventare "Classici" nel giro di poco tempo.
Da mettere nella lista dei Migliori di Sempre.






(MATT HARLAN - WALTER)






(MATT HARLAN - DRIVING SONG)




sabato 30 maggio 2020

THE BE GOOD TANYAS - CHINATOWN



⭐⭐⭐⭐⭐

(EMI MUSIC - 2003)



Diciassette "lunghi" anni dopo la sua uscita questo CHINATOWN dello straordinario trio al femminile delle BE GOOD TANYAS mantiene inalterato e prezioso il suo straordinario fascino.

Quattordici canzoni spalmate su poco meno di un'ora di una musica che è anche difficile poi andare a spiegare: perchè non si tratta solo di  musica "Folk-Americana" allo stato più puro ed incontaminato, ma è anche della insolita modalità con cui la stessa è suonata,  in una sorta di intima celebrazione privata.
Suoni rigorosamente "acustici" (salvo rarissime entrate elettriche) che appaiono "minimali", essenziali.  Le tre ragazze di Vancouver, Frazey Ford (chitarra, mandolino, armonica e voce) Samantha Parton (chitarra, mandolino, piano, ukulele e voce) e Trish Klein (chitarra elettrica e acustica, banjo, mandolino, armonica e voce) si riuniscono in quella che potrebbe essere una serena sera estiva appena fuori dalla soglia di casa e su quel portico con vista sul mondo prendono per mano l'ascoltatore e se lo portano appresso in un affascinanate e struggente viaggio tra canzoni di riflessione, perdita e redenzione, mettendo in pista l'amato Townes Van Zandt di WAITING' AROUND TO DIE e mettendoci del proprio con canzoni di una splendida fattura come l'iniziale  IT'S NOT HAPPENING o THE JUNKIE SONG, come DOGSONG 2 o ancora IN SPITE OF ALL DAMAGE  o  SHIP OUT ON THE SEA mettendo accanto a materiale inedito pezzi trazionali della musica americana come HOUSE OF THE RISING SUN che, in mano alle tre ragazze di Vancouver suona come una canzone "nuova".
CHINATOWN è uno di quei preziosi dischi che il tempo che scorre non porta con se ...
Hai a disposizione un ascolto, e poi di loro e del loro suono ti innamori.
Sul come e perchè tale splendido sodalizio si sia interrotto lì  pochi anni dopo questo lavoro  si potrebbe a lungo recriminare.
Tengo saldo questo disco che profuma di un tempo passato ... troppo lungo da dimenticare.



(THE BE GOOD TANYAS - THE JUNKIE SONG)






















GIACOMO DEIANA - SINGLE



⭐⭐⭐⭐⭐

(RADICI MUSIC  RECORDS - 2019)


Secondo album del cantautore sardo  Giacomo Deiana,  questo SINGLE,  è  un compendio della sua ottima tecnica  chitarrista e compositiva.
Insegnante di chitarra, Giacomo Deiana è padrone assoluto dello strumento che, qui declinato in chiave classica e acustica, riesce ad accendere tante piccole fiammelle nel nostro cuore musicale.
Otto canzoni, cinque delle quali strumentali, compongono questa raccolta che ci porta dentro il mondo musicale di questo raffinato musicista che, persa la vista all'età di dodici anni, ha trovato nella chitarra e nella musica una via che porta alla luce dell'anima.
Nascono dalla sua penna e dalla sua chitarra canzoni splendide come le strumentali BARCELLONA-SARAGOZZA che è un immaginario viaggio in treno tra la catalogna e il capoluogo aragonese, PORTO TAVERNA che è un evocativa cartolina spedita da una caletta sita tra Olbia e Porto San Paolo, PICCOLI PASSI che testimonia la forza di volontà e la capacità di risalita di un cuore coraggioso e determinato, AREDHEL è invece un brano che evoca un paesaggio notturno, boscoso e di un misterioso personaggio femminile che si aggira tra fronde e raggi di luna, mentre in VADINHO si richiama la figura di Vadino, primo marito di Donna Flor  romanzo del brasiliano Amado.
In questi brani strumentali emerge nitida e cristallina tutta la classe  di Deiana che, con la sua chitarra, costruisce melodie e evoca immagini di forte suggestione.
Ne IL VALZER DELLA DOMENICA alla voce, inconfondibile,  troviamo ospite Max Manfredi oltre all'ottima fisarmonica prestata da Pierpaolo Liori, in un brano che celebra, a modo suo, il pomeriggio del giorno di festa.
In TUTTO TRAMONTA il testo è formato esclusivamente da parole che iniziano con la lettera T. Questo tautogramma rende intrigante la canzone che ha, alla voce come ospite, il cantautore Andrea Andrillo. Evocativa nel testo e nel titolo, la canzone testimonia che tutto passa, anche le cose più brutte.
Nella conclusiva SERENA alla voce insieme a Deiana c'è Giuliana Lulli Lostia. Anche questa traccia ha la particolarità di avere il testo composto solo ed esclusivamente da parole che iniziano con la lettera S. Un piccolo Capolavoro.
Deiana con SINGLE ha messo sul piatto tutta la sua perizia di fine chitarrista e un'ottima e geniale capacità compositiva e il giudizio si questo lavoro  è, dal mio punto di ascolto,  molto positivo. 
Un'Artista con la A maiuscola capace di creare un mondo con una chitarra e suoni che sono come immagini.
Maestro.








(GIACOMO DEIANA - IL VALZER DELLA DOMENICA)