Non è mica facile.
Mettere la parola fine a 26 anni di ascolti musicali finalizzati a esaltare il bello della musica.
Mettere un punto e lasciarlo fermo lì, dopo aver scritto centinaia e centinaia di recensioni.
Recensioni sempre fatte da un "ragioniere". Non un giornalista, non un pubblicista.
Un ragioniere con questa grande passione per la musica.
Non è mica facile.
Ma è passato il tempo di quel "tornare a scrivere di notte" che cantava un caro amico cantautore.
A fatica ho messo insieme la recensione del mio amico Luca che ha fatto uno (splendido) album tutto in dialetto siciliano e che col suo U PISU DI NENTI mi ha dato pace in giorni di dolore.
La realtà è che piano piano è venuta meno la voglia di scrivere di musica.
E per certo io ho scritto tanto.
Ma tanto davvero.
Nei 12 anni della fanzine, e poi via via fino ad ora su questo blog (e su quelli fratelli) ho messo insieme una mole impressionante di materiale.
Ma adesso faccio fatica.
La parola "fine" era sempre lì.
Mi dicevo sempre, negli ultimi tempi, aspetto il disco di quest'amico, o di quell'altro, e poi basta.
E via via il tempo passava.
La parola fine mi si è palesata una sera di settimana scorsa.
Gli ultimi mesi di vita di mia madre sono stati da lei condivisi con questo amico "adottato" che vedete qui sotto.
Lui è Lucio.
Detto Lucione.
Arrivato dal nulla nei giorni dello scorso festival di Sanremo, e quindi chiamato Lucio su suggerimento della nostra Micol.
Un nome che poi gli sta a pennello ... soprattutto nel testo di quel brano di Corsi
C'è un gatto con poche vite ancora intere e i graffi delle lotteLui è l'unico che vede davvero nel buio della notteHanno appeso le sue foto sui pali e chi lo trova vince i soldiLui sa fuggire dai sensi di colpa e tornare dopo giorni e giorniE giorni e giorni e giorni ancora, e giorniSe un auto non lo prende in pienoNel cuore della notte, è vero, è veroNel cuore della notteNel cuore della notte
e questo è proprio il nostro Lucione.
Ora che mia madre se n'è volata via questo amico Lucio è tutto ciò che, direbbe Franco Battiato, "resta di lei, nel transito terrestre".
E così Lucio arriva puntuale ogni giorno per il rancio e per andare poi a nanna, la sera, sempre nel letto dove ha diviso mesi di sonno con la mamma.
Ma ogni tanto tarda ad arrivare.
In giro per qualche impresa.
Ed è così che, in una notte della settimana scorsa, passata lì in casa, ad aspettare che il nostro tornasse alla base, tra le mura vuote ho ascoltato le note (splendide) di questo disco qua sotto
e giunto alla canzone ROOM, questi versi mi hanno rivelato il senso della "fine" ... in quel "silenzio".
I woke to a room
With a story to tell
Its silence was iron
The strike of a bell
That rang in the walls
And sang in my ear
With a quiet I wasn't
Ready to hear
e ho veramente avuto la sensazione che l'ultima recensione (che poi non è una vera recensione) doveva essere proprio per questo disco "rivelatore".
Ci sono voluti diversi ascolti, ma poi, finalmente il buon Lucione è arrivato.
Nel frattempo ho assimilato tutta la poesia e il contenuto di questo splendido dischetto.
LIFE AND TIME è come una sorta di "meglio gioventù" messo in musica.
Ho trovato quindi il disco, il brano ed i versi giusti per salutare tutti questi amici (musicisti e non) che in questi anni sono stati preziosi per l'esistenza stessa di questo essere di entità "astrale" conosciuto come il TONNUTO.
Ho aspettato che Lucio si accomodasse per il dovuto riposo del "guerriero" (dopo le sue mille avventure quotidiane, da guardiano del campo sportivo di via Baracca) e poi che si addormentasse.
Nel suo quieto modo di riposare ho visto allungarsi l'ombra di Dio.
(Mike Reid & Joe Henry - ROOM)