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sabato 4 gennaio 2025

CLAUDIA BOMBARDELLA - MEMORIA DEGLI ALBERI

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(RADICI MUSIC  RECORDS- 2024)


Compositrice, polistrumentista, e cantante, Claudia Bombardella  nata in Lussemburgo da madre tedesca e padre italiano  ha alle spalle una molteplicità di lavori tra album registrati, collaborazioni e  arrangiamenti musicali per numerosi progetti e formazioni.

Quando ho letto le sue note biografiche sono rimasto di stucco.

Bombardella vanta un curriculum vitae davvero straordinario e invidiabile con una serie sterminata di esperienze lavorative (non solo e strettamente musicali) che ne fanno, a tutto tondo,  una persona dall'affascinante "aurea" culturale e di immensa statura artistica.

Grazie agli amici di  RADICI MUSIC RECORDS ho avuto la possibilità di ascoltare il suo ultimo  album in studio.

MEMORIA DEGLI ALBERI è un lavoro di caratura "mondiale". 

Un disco dove Claudia Bombardella sviluppa, a beneficio di tutti noi fortunati ascoltatori,  una serie di  diciotto brani che rappresentano una "grande foresta",  un modo nuovo di accostarsi alla natura, come è evidente sin dal titolo e dalla copertina del disco dove, Claudia, abbraccia un albero.

E' un disco che unisce canti antichi dell'Armenia  (che ho fatto sentire al mio caro  amico di scorribande calcistiche Shahan Petrossian che ha proprio in Armenia le sue origini), il canto di un cinghiale in amore, il fiorire di un verso di Shakespeare, vocalizzi dall'Uzbekistan, una danza dalla Spagna, una dalla Transilvania, un canto iraniano e via via altre stupende danze dal mondo.

Non mi era mai capitata, prima di ora, una tale esperienza di ascolto.

Di solito chi si accosta a questi generi li sviluppa in progetti specifici e unici per provenienza originale. Claudia Bombardella no. 

Lei sviluppa tutte queste diverse "etnie-musicali" in un unico  straordinario viaggio.

Sono 48 minuti di autentica  e adamantica bellezza.

Si parte con PASSACAGLIA DELLA GIOIA che Claudia riscrive a modo suo, inserendo proprio questa "gioia" che pervade tutto il disco là dove, invece, Stefano Landi  aveva più scuri pensieri.

Con SETAR si improvvisa un canto iraniano che porta poi  all'antica "tarantella di Sannicandro".

GAGO MARE è un antico canto popolare armeno con un andamento di danza, una richiesta ai genitori di trovare alla figlia lo sposo giusto, possibilmente un pastore.

CANTO DEL CINGHIALE INNAMORATO è una dolce ballata cantata in francese da Claudia nella quale la voce delicatissima di un cinghiale innamorato sussurra al proprio essere di ascoltare la luce che danza nel suo cuore,   mentre nel brano DEL TUO MONDO si parte da una poesia della fiorentina  Paola Ballerini per sviluppare una ballata dedicata alla gioia del radicamento umano. 

WHAT LOVE CAN DO prende spunto da una parte del testo estratto da una riflessione di  Romeo e Giulietta di Shakespeare (versi che risalgono a Giovanni Florio).

Si viaggia poi  fino in Uzbekistan per il brano  UZBEKISTAN/TARARA che si apre, appunto con un piccolo tema uzbeco per poi sconfinate nel famoso brano di tradizione andalusa, la vivace "Tarara" (Federico Garcia Lorca).

Ritorniamo poi in Armenia con LOOSIN JELAV antico brano tradizionale armeno/ungherese che celebra la luna e la natura in generale.

In SHAMANA Claudia viaggia sino in siberia con questa bella ballata della tradizione Yacuti.

DANZA DELL'ANIMA è un dolce brano cantato in francese da Claudia e che ricorda la Mongolia. Forza e delicatezza nella stessa canzone.

UNE JUENE FILLETTE è una rielaborazione di un brano di Jehan Chardavoine del XVI secolo ancora in idioma francese. Splendido e avvolgente.

IL CANTO DELLE OLIVE su un tappeto sonoro composto dal clarinetto di Claudia e il mandolino di Silvio Trotta si rimanda alla Grecia e si ritorna in Italia per la citazione toscana  (Caterina Bueno) "cade l'oliva non cade la foglia ...".

GOLE GANDOM è un brano della tradizione iraniana che celebra a natura, il grano, la vita.

In GUARDO IL MONDO DALL'ALTO  c'è una visione delle cose del mondo filtrata attraverso l'arte che permette di vivere più serenamente nel caos ordinato di ogni giorno.

SWING è una gioiosa, giocosa  ed esplosiva improvvisazione swingata così come la successiva IO NON SMETTERO'.

PER TUTTA LA NOTTE riprende un racconto di Livia Chandra Candiani e vuole essere una sorta di ninna nanna  per accompagnare e rassicurare tutti coloro che si sentono soli e bisognosi di protezione.

Chiude questo straordinario viaggio musicale WHEN I SING che è un po'  l'inno alla gioia che Claudia Bombardella mette alla fine del disco per riassumerne in buona sostanza i contenuti: cantiamo alla bellezza del vivere nutrendosi di bellezza.

Ad accompagnare Claudia, che al disco presta oltre alla voce anche il suo straordinario talento col clarinetto, ci sono Silvio Trotta alla voce, mandolino, chitarra battente, bouzouki, tamburello e mandoloncello  quindi Alessandro Bruni alla chitarra classica, Jessica Lombardi al flauto traverso e cucchiai e Marzio Benelli alle percussioni, chitarra elettrica e voce.

Splendido anche l'artwork e il packaging del disco che, non finirò mai di dire, gli amici di RADICI MUSIC RECORDS curano come poche altre etichette discografiche fanno. Un lavoro davvero superiore alla media.

Chiudo infine con un'ultima "standing ovation" al lavoro di Claudia Bombardella.

Davvero complimenti, MEMORIA DEGLI ALBERI è un disco unico e prezioso.

Grazie per questa esperienza di  ascolto.


P.S. un ultimo appunto che mi è venuto osservando la splendida  foto (con dedica)  che  chiude il libretto dei testi allegato al cd  ...   questa foto e la dedica raccontano, a mio modo di vedere, l'esatta dimensione umana di questa straordinaria persona che è Claudia Bombardella.

Grazie anche per questo ... 









(CLAUDIA BOMBARDELLA - PASSACAGLIA DELLA GIOIA)




(CLAUDIA BOMBARDELLA - CANTO DEL CINGHIALE INNAMORATO)



domenica 29 dicembre 2024

ANTONIO CALABRESE - I DENTI DI LEONE (Ep)

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(L'AIRONE DISCHI- 2024)


Esordio breve ma intenso e incisivo  quello del salernitano Antonio Calabrese.

Calabrese, classe 2001, manda alle stampe questo suo primo lavoro, un EP composto da quattro canzoni per poco più di quindici minuti di ottima  musica, che davvero lascia intravedere le sue grandi potenzialità.

Le canzoni che compongono I DENTI DI LEONE si collocano tra il cantautorato puro e la via del folk più classico, con strumentazione per lo più acustica, essenziale ma incisiva, e testi figli di una raffinata penna che si lasciano ascoltare e riascoltare davvero con piacere.

L'EP si apre proprio con la canzone che titola l'intero lavoro: I DENTI DI LEONE. Le riflessioni intime e profonde di Calabrese prendono qui la forma proprio di quei "denti di leone", fiori che, alla fine della loro splendida esistenza colorata si tramutano in soffici soffioni che il vento porta via. La poesia è proprio nelle corde di questo ragazzo che davvero emoziona sin da questo primo ascolto. Versi davvero ispirati dalla bellezza del creato che va, giustamente, preservato.

LA MERAVIGLIA si apre con un intrigante intro di chitarra e la sua funzione è quella di celebrare le bellezze del creato qui sintetizzate nelle tre categorie, flora, fauna e genere umano. E' una sorta di "cantico delle creature" che l'artista salernitano ricama nei testi e nella musica in maniera magistrale.

UMANA UMANITA' canzone con la quale Calabrese ha recentemente vinto il Premio Cesare Filangieri, è una canzone di forte denuncia sociale. Il genere umano viene qui messo di fronte al suo fallimento, che si concretizza in buona sostanza  nell'incapacità di  difendere i diritti umani, i diritti basilari che dovrebbero regolare la vita di ognuno di noi. Brano dal forte impatto emotivo e, giustamente premiato, per la sua forza espressiva.

A chiudere questo splendido EP  c'è il brano YA'ABURNEE che è una parola araba che non ha traduzione letterale in italiano ma che, in amore,  ha il significato di "vorrei morire prima di te, perché non posso vivere senza di te".

Registrato e mixato da Lucio Auciello oltre alla voce, chitarra e piano a cura di Calabrese il suono splendido di queste canzoni è da condividere con Mario Petacca al violino, Valentino Milo Basso al violoncello, lo stesso Auciello alle chitarre elettriche,  Giovanni Caiazza alla batteria, Alessandro Ferrentino ai tamburi a cornice, Pietro Avallone all'oboe, Michelangelo Bencivenga al banjo,  Giulia Romina Pagano, Francesca Rossi, Giuseppe Rossi, Mario Petacca, e ancora Auciello ai cori per finire con Davide Barbarulo che si è occupato del mastering e Microdrammi che ha curato l'artwork dell'Ep.

Una bella squadra, insomma, che ha contribuito ad esaltare e valorizzare le innate doti cantautorali e artistiche di Antonio Calabrese che, sono sicuro, ritornerà sulle pagine di questo blog in futuro.

Sintetizzando il tutto, in due parole: Esordio Magistrale.



(Antonio Calabrese - I DENTI DI LEONE)



(Antonio Calabrese - LA MERAVIGLIA)








sabato 7 dicembre 2024

CESARE CREMONINI - ALASKA BABY

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(EMI RECORDS- 2024)


A santificare, per l'eternità,  questo ALASKA BABY,  ottavo  album di Cesare Cremonini in studio,  basterebbe la straordinaria SAN LUCA , canzone scritta con estrema perizia dal nostro, e cantata in coppia con  un altro stupendo bolognese, Luca Carboni.

Una canzone di splendida bellezza. Un pezzo straordinario che già ho eletto a mia canzone dell'anno 2024 e che è arrivata proprio sul filo di lana prima della chiusura dell'anno.

Quando l'ho sentita la prima volta mi si è accapponata la pelle. Tanta la bellezza di questi versi e di queste due voci, dei sentimenti di questi amici. Se devo dire la verità,  ho sempre amato (tanto) Luca Carboni mentre per Cremonini ho nutrito una lontana simpatia, in questo blog testimoniata dalla recensione del suo THE BEST OF 2C2C riconoscendogli pur sempre, e comunque, un impatto "sonoro" storico sui tempi della mia "meglio gioventù" in quel primo album coi Lunapop, di per sé indimenticabile.

L'esperienza di ascolto di ALASKA BABY è un gran bel tuffo nel pieno di quell'epoca lì, tra la metà e la fine dei mitici anni novanta. Pura poesia di "nostalgia canaglia" là dove nell'incrocio più nobile delle strade degli artisti, si incontrano il pop e la più classica canzone d'autore made in Italy. Un disco davvero con reminescenze di quel lontano tempo passato.

E se ho già detto che la sola SAN LUCA varrebbe appieno il prezzo dell'album, nelle altre undici canzoni del disco si nascondono gioielli davvero preziosi come UNA POESIA, ballata dolcissima e davvero molto ispirata, così come si fanno ricordare ORA CHE NON HO PIU' TE,  e  il brano di apertura ALASKA BABY che titola il disco e nel testo della quale  Cremonini cita uno degli Amori (anche "musicali")  più  storici e nobili  del pianeta conosciuto, quello tra Johnny Cash e la sua June Carter, guadagnando, dal mio punto di vista 100 punti là dove questa storia d'amore ritornerà sempre eterna anche in questi versi.

Risplende di luce propria anche AURORE BOREALI cantata a due voci con Elisa, così come la stessa voce della cantautrice ai cori rende straordinaria la resa del brano RAGAZZE FACILI.

C'è poi la stella statunitense Mike Garson  al piano in DARK ROOM brano dall'andamento lento e soffuso dal discreto fascino, e menzione anche per UN'ALBA ROSA, e IL MIO CUORE E' GIA' TUO brano nel quale  a collaborare con Cremonini sono i Meduza.

Più movimentate sono le canzoni STREAMING e LIMONI  mentre la chiusura del disco è affidata al brano ACROBATI che è un altro brano decisamente accattivante ancora con Garson al piano insieme allo stesso Cremonini.

Al tirar delle somme che dire, se non  Grazie Signor Cremonini: questo  duetto con Luca Carboni a celebrare il santuario di  SAN LUCA, icona propria della vostra  Bologna, è diventato come una stella cometa. 

Mi avete riportato indietro di quei buoni trent'anni che dividono una vita intera.

Splende, e splenderà per sempre, nella mia esperienza di ascoltatore.





(CESARE CREMONINI - SAN LUCA)


(CESARE CREMONINI - UNA POESIA)






 


venerdì 29 novembre 2024

TOMMASO TALARICO - CANZONI D'AMORE PER UN PAESE IN GUERRA

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(RADICI MUSIC RECORDS -2024)

Sei anni dopo VIANDANTI, il suo disco d'esordio, il cantautore calabrese  (ma  fiorentino di adozione) Tommaso Talarico ritorna con un nuovo disco di inediti dal suggestivo titolo di CANZONI D'AMORE PER UN PAESE IN GUERRA.

Non cambia la formula, che vede Talarico collaborare con quella che io ho ormai denominato "la truppa toscana", formata dal Maestro Gianfilippo Boni  alle tastiere e rhodes (oltre che alla produzione artistica e arrangiamenti insieme allo stesso Talarico), Fabrizio Morganti alla batteria, Lorenzo Forti al basso, con l'ausilio di  Matteo Urro alle chitarre e la splendida voce di  Marilena Catapano ospite in diversi brani.

CANZONI D'AMORE PER UN PAESE IN GUERRA  è stato registrato in presa diretta  da Fabrizio Simoncioni e contiene nove composizioni scritte e musicate da Talarico con estrema perizia.

Si nota, rispetto al disco d'esordio, una ricerca di liriche più "mature".  

Il tempo scorre inesorabile per tutti, e in questi anni che sono passati dal disco d'esordio, il mondo è anche molto cambiato, in peggio. Talarico si fa "cronista" di questi cambiamenti e raccoglie in queste sue canzoni i sentimenti di chi deve convivere con i drammi della guerra e della migrazione.

Testi decisamente coinvolgenti sin dall'iniziale PREVISIONI DEL TEMPO con l'intro affidato all'Inno alla Gioia suonato al piano da Gianfilippo Boni con una voce dal passato, quella del poeta Filippo Tommaso Marinetti dal lontano 1909.

Il brano E' MIA FIGLIA  narra dell'odissea della vita di chi sfugge da guerre e miserie.

Ma è nel terzo brano,  IL GIORNO PRIMA DI PARTIRE che si compie il Capolavoro di Talarico. Questa canzone, che nasce da riflessioni nostalgiche del suo passato nella terra natia  è la "Storia di Una Vita". Brano di celestiale delicatezza che il controcanto di Marilena Catapano rende magico. Strepitosa.

RESPIRA è un brano di matrice molto, ma molto rock. Una serie di riflessioni sul nostro correre sempre dietro a impegni e cose. E quindi un invito a fermarsi e a respirare ... come suggeriva il grande Wim Hof ... l'Uomo Ghiaccio. Respira ... e riprendi a vivere con un ritmo più umano. Suggestiva.

Talarico dedica poi un pezzo alla celebre scomparsa di Ettore Majorana nel brano MAJORANA. Un pezzo di Storia che viene riaperto per riallacciarlo alla seconda guerra mondiale e alla bomba atomica. Una ottima lezione di Storia.

LA TUA PAURA è un brano che affronta il tema della "costruzione del nemico"  che  nasce in un epoca dove è molto facile sentirsi traditi dal mondo che ci circonda. Magistrale.

GHINA si apre con gli splendidi versi di un poeta palestinese, Mahmud Darwish e la canzone narra della storia di una bambina libanese che vittima della guerra era in cura all'ospedale di Bologna nel lontano 1983. Tratta da ricordi di prima mano di Talarico questa canzone è un altro apice di questo lavoro. Brano toccante e delicato.

DIARIO DEI GIORNI SENZ'ARIA è  un viaggio nella condizione umana con riflessioni che, da personali, si fanno universali nel modo "giusto" di intendere la voglia di conoscenza e di esperienza che debbono essere proprie di una vita vissuta "a piene mani".

A chiusura dell'album c'è una "preghiera finale" LA TREGUA   nel racconto dell'incontro tra due amanti  durante una guerra. In un piccolo spazio di tregua i due si incontrano in un mondo che è cambiato, non è più come prima. Splendida metafora di  un mondo che sta andando in rovina.

Queste canzoni di Tommaso Talarico compongono, infine,  un autentico concept-album che racconta di una umanità che va avanti, nonostante tutto, tra rovine, guerre e macerie, miserie umane e sofferenza. Il tutto è ben sintetizzato dall'immagine di copertina che è opera dello stesso Talarico.

Un disco di  "Storie". Un frammento del viaggio nell'epoca moderna. 

Con amarezza ma, in fondo, anche con una piccola speranza viva almeno, prima dell'alba.

Applausi Tommaso.

Applausi.



(IL GIORNO PRIMA DI PARTIRE - TOMMASO TALARICO)










venerdì 30 agosto 2024

MARK LANEGAN - SCRAPS AT MIDNIGHT

 




⭐⭐⭐⭐⭐

(SUB POP RECORDS - 1998)


Con SCRAMPS AT MIDNIGHT, anno di grazia 1998, terzo album della sua carriera da solista, il leader degli SCREAMING TREES Mark Lanegan,  esponente della scena grunge americana dei primi anni  90,  porta a compimento una "triade iniziale" di lavori che è davvero qualcosa di strepitoso uscendo tuttavia dal territorio proprio del grunge per proporre, piuttosto,  un solido lavoro di rock venato di folk e blues con suoni talora acustici talora con pesanti contaminazioni elettroniche.

Nell'album del suo debutto solista, THE WINDING SHEET del 1990,  Lanegan, con l'aiuto del membro dei Dinosaur Jr Mike Johnson e il contributo alla voce di Kurt Cobain in due pezzi  mette subito insieme una serie di pezzi da novanta che vengono acclamati da critica e pubblico.

Il successivo WHISKEY FOR THE HOLY GHOST  prosegue sulla scia del primo lavoro, tra canzoni con suoni cupi e interpretate da Lanegan  con voce sofferente e graffiante che conferma, di fatto, la qualità dell'esordio.

SCRAMPS AT MIDNIGHT  riprende le atmosfere scure e spettrali dei precedenti lavori e, se possibile, le amplifica ulteriormente in una sorta di "grande sofferenza spirituale" che tracima in brani dall'impasto folk-blues con forti venature di country il tutto condiviso con suoni che talora vengono distorti al limite come nel caso del brano BECAUSE OF THIS.

Lasciano d'incanto ballate come BELLS BLACK OCEAN, intensa preghiera d'amore. Così come è splendida LAST ONE IN THE WORLD altra immensa ballata che lascia dentro un senso di profonda inquietudine, di cose interrotte, di consapevolezze legate alla perdita di legami. Struggente.

Notevoli anche le liriche di WHEELS, PRAYING GROUND e    WAITING ON A TRAIN.

C'è sempre  Mike Johnson a fianco di Lanegan anche in questo lavoro, sia come co-produttore dello stesso con Lanegan sia come musicista. Ospite al piano in WHEELS anche J. Mascis leader dei Dinosaur Jr.

E' un disco di bellezza disarmante SCRAPS AT MIDNIGHT.

Un disco da amare.




(MARK LANEGAN - BELL BLACK OCEAN)

(MARK LANEGAN - LAST ONE IN THE WORLD)







martedì 27 agosto 2024

MICHELLE SHOCKED - ARKANSAS TRAVELER

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(MERCURY  - 1991)


Quarto album della cantautrice americana  Michelle Shocked  questo ARKANSAS TRAVELER  arrivò ad incrociare la mia strada in un tardo pomeriggio del mese di agosto del  1991 mentre, a Bormio, seduto fuori da casa dei miei zii, in compagnia di mia  nonna Zita stavo sfogliando un giornale che ne riportava una prima breve recensione.

Il disco sarebbe uscito solo con l'inizio dell'autunno ma, in quel pomeriggio bormiense di cara memoria, già avevo deciso che quello sarebbe stato il mio prossimo acquisto musicale che avrebbe segnato il passo della memoria "musicale"  di quel tempo lì. 

E così fu.

Un album di canzoni tra folk e country, mischiando e ri-arrangiando vecchi classici del folk americano (dimenticati dai più). Così  Michelle Shocked mise insieme, in quel lontano 1991,  quattordici piccole gemme avvalendosi anche della partecipazione di ospiti di primo livello come testimoniato dalle collaborazioni con THE BAND nel brano  SECRET TO A LONG LIFE,  oppure con gli Uncle Tupelo nel brano SHAKING HANDS (rifacimento del classico SOLDIER'S JOY), o ancora con Taj Majal in JUMP JIM CROW e ancora con Norman Blake in BLACKBERRY BLOSSOM e poi con Allison Krauss in PRODIGAL DAUGHTER (rifacimento del classico COTTON EYED GIRL), e ancora STRAWBERRY JAM con Doc. Watson e Jerry Douglas  solo per citare i nomi più famosi.

Un disco di splendente musica alternative-folk dove chitarre, violini, mandolini, bozouki, piano, accordion e un parco uso della batteria stendono un tappeto sonoro da 10 e lode  per un risultato finale davvero da applausi.

E' un disco, chiaramente, che il tempo ha portato dentro il dimenticatoio ma che, a parere mio,  chi non ha mai avuto la fortuna di ascoltare  dovrebbe  recuperare.

Un disco "ruspante" nel vero senso del termine.



(MICHELLE SHOCKED - ARKANSAS TRAVELER)







sabato 6 luglio 2024

JOHNNY CASH - SONGWRITER

 


⭐⭐⭐⭐⭐

(UME-MERCURY  - 2024)


La prima cosa che ho pensato, una volta avuto tra le mani questo album, è stato: chissà cosa ne avrebbe scritto Paolo Carù sulle pagine del "suo" Buscadero ?

Lui, un amante di Cash, che ha seguito nell'arco di tutta la pluriennale carriera, cosa avrebbe pensato di questo nuovo disco di inediti ?

Il fatto che Cash sia scomparso ormai da quasi 21 anni e noi si sia qui ancora a parlare di lui e della sua musica depone a favore di questa immensa icona del cantautorato made in USA.

SONGWRITER non è il primo album postumo di Cash.

Nel 2006 uscì AMERICAN V, nel 2010 AMERICAN VI e nel 2014 OUT AMONG THE STARS album, quest'ultimo, che ritengo personalmente decisamente al di sotto della media dei precedenti.

Così c'era grande curiosità per ascoltare queste 11 nuove canzoni che il figlio John Carter Cash ha ritrovato.

Canzoni registrate nel lontano 1993, in origine, per sola chitarra e voce,  il lavoro di John Carter Cash con l'ausilio dell'ingegnere del suono David Ferguson, è stato quello di ri-arrangiare questi brani (già di ottimo valore) con le chitarre di Marty Stuart, il basso di Dave Roe e le percussioni di Pete Abbott  ricamando il tutto con interventi di ospiti di prim'ordine come  Vince Gill,  Dan Auerbach e Waylon Jennings giusto per citare i più conosciuti.

Alla fine di questo certosino lavoro di restauro ci si ritrova tra le mani  uno splendido disco con 11 canzoni per poco più di 30 minuti di Pura Musica made in USA.

E se, all'inizio, si poteva anche pensare (male) ad una semplice opera di "mercato" ecco che ritrovare queste undici perle di uno dei Giganti tra i Cantautori mai esistiti  ci  riporta  indietro nel tempo a scoprire che per poter andare avanti abbiamo ancora un gran bisogno dell'Arte, Vera, Pura, di gente come Cash, il Leggendario "Man in Black".

Così suonano splendide in quest'estate di Grazia 2024 le note di  canzoni come HELLO OUT THERE, SPOTLIGHT, DRIVE ON,  l'immancabile boom-chicka-boom (marchio di Cash) qui rappresentata degnamente dal pezzo WELL ALLRIGHT, e POOR VALLEY GIRL   e altre ballate splendide come I LOVE YOU TONITE, HAVE YOU EVER BEEN TO LITTLE ROCK?,  THE SANG SWEET BABY JAMES, e ancora canzoni che hanno la matrice propria del "nostro" SOLDIER BOY e SING IT PRETTY SUE per chiudere con  LIKE A SOLDIER.

Un disco che si ascolta e riascolta davvero con piacere. Grande Piacere.

Lo stesso preciso piacere che si prova a ritrovare, dopo tanto tempo, un vecchio amico. 

Uno in compagnia del quale si è attraversato anche un solo pezzo del cammino di questo viaggio che chiamiamo vita.

La Leggenda di Cash continua. Sempre.



P.S.  Segnalo infine che l'album  in versione cd è disponibile anche in versione doppia con un secondo dischetto titolato "Icon" che  riporta dodici canzoni tra classici di Cash e cover d'autore  che, per quanto possa essere considerato un validissimo contributo alla causa, nulla aggiunge alla Pura e Cristallina bellezza delle 11 canzoni originali di SONGWRITER.



(JOHNNY CASH - HELLO OUT THERE)



(JOHNNY CASH - HAVE YOU EVER BEEN TO LITTLE ROCK ?)