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(L'AIRONE DISCHI- 2024)
Esordio breve ma intenso e incisivo quello del salernitano Antonio Calabrese.
Calabrese, classe 2001, manda alle stampe questo suo primo lavoro, un EP composto da quattro canzoni per poco più di quindici minuti di ottima musica, che davvero lascia intravedere le sue grandi potenzialità.
Le canzoni che compongono I DENTI DI LEONE si collocano tra il cantautorato puro e la via del folk più classico, con strumentazione per lo più acustica, essenziale ma incisiva, e testi figli di una raffinata penna che si lasciano ascoltare e riascoltare davvero con piacere.
L'EP si apre proprio con la canzone che titola l'intero lavoro: I DENTI DI LEONE. Le riflessioni intime e profonde di Calabrese prendono qui la forma proprio di quei "denti di leone", fiori che, alla fine della loro splendida esistenza colorata si tramutano in soffici soffioni che il vento porta via. La poesia è proprio nelle corde di questo ragazzo che davvero emoziona sin da questo primo ascolto. Versi davvero ispirati dalla bellezza del creato che va, giustamente, preservato.
LA MERAVIGLIA si apre con un intrigante intro di chitarra e la sua funzione è quella di celebrare le bellezze del creato qui sintetizzate nelle tre categorie, flora, fauna e genere umano. E' una sorta di "cantico delle creature" che l'artista salernitano ricama nei testi e nella musica in maniera magistrale.
UMANA UMANITA' canzone con la quale Calabrese ha recentemente vinto il Premio Cesare Filangieri, è una canzone di forte denuncia sociale. Il genere umano viene qui messo di fronte al suo fallimento, che si concretizza in buona sostanza nell'incapacità di difendere i diritti umani, i diritti basilari che dovrebbero regolare la vita di ognuno di noi. Brano dal forte impatto emotivo e, giustamente premiato, per la sua forza espressiva.
A chiudere questo splendido EP c'è il brano YA'ABURNEE che è una parola araba che non ha traduzione letterale in italiano ma che, in amore, ha il significato di "vorrei morire prima di te, perché non posso vivere senza di te".
Registrato e mixato da Lucio Auciello oltre alla voce, chitarra e piano a cura di Calabrese il suono splendido di queste canzoni è da condividere con Mario Petacca al violino, Valentino Milo Basso al violoncello, lo stesso Auciello alle chitarre elettriche, Giovanni Caiazza alla batteria, Alessandro Ferrentino ai tamburi a cornice, Pietro Avallone all'oboe, Michelangelo Bencivenga al banjo, Giulia Romina Pagano, Francesca Rossi, Giuseppe Rossi, Mario Petacca, e ancora Auciello ai cori per finire con Davide Barbarulo che si è occupato del mastering e Microdrammi che ha curato l'artwork dell'Ep.
Una bella squadra, insomma, che ha contribuito ad esaltare e valorizzare le innate doti cantautorali e artistiche di Antonio Calabrese che, sono sicuro, ritornerà sulle pagine di questo blog in futuro.
Sintetizzando il tutto, in due parole: Esordio Magistrale.